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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Paolo Cannavaro: "Mi piacerebbe vincere almeno la Coppa Italia"

Il capitano azzurro ha parlato al Corriere dello Sport

Paolo Cannavaro ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport. Ecco quanto evidenzia Napoli Today:

Cannavaro, v’aspetta un bel mese…
“Ma noi siamo preparati, lo affrontiamo con la giusta determinazione, ragionando di partita in partita. Cercheremo le motivazioni, le troveremo: sappiamo di entrare in una fase cruciale della stagione”.

La Lazio, il Manchester City, l’Atalanta, la Juventus….
“So bene che dall’esterno si procede diversamente, ma i calciatori hanno una lettura personale delle vicende: noi per il momento siamo attenti alla Lazio, ci concentriamo sulla sua forza. Nei nostri discorsi, il Manchester verrà dopo”.

E però è già lì, tra una settimana…
“Ma sabato affrontiamo una delle più serie candidate per lo scudetto. Un’avversaria che ha dimostrato di avere giocatori di qualità enorme. Quel Klose, tanto per fare un nome, mette paura. A me piace da sempre, perché riesce a farsi notare nel momento giusto: zac e la butta dentro”.

E’ il momento della verità, questo.
“In Champions, sicuramente sì. Perché il 5 dicembre conosceremo il nostro destino. In campionato, invece, ci sarà tempo: anche se va detto che sette gare, con dentro la Lazio, la Juventus e la Roma, possono fornire un indirizzo alla stagione”.

Cannavaro Paolo nel club dei 200 per numero di presenze.
“Ma non è finita. Sono un ragazzino, voglio continuare a lungo e vincere qualcosa. Quando ho scelto Napoli, non pensavo di poter arrivare in Champions, ma adesso ci sono e me la voglio godere tutta. Fino alla pensione, che è lontana”.

Primo obiettivo…
“Un trofeo, qualunque esso sia, pure la tanto bistrattata coppa Italia. Però è chiaro che mi piacerebbe altro….”.

Non si dice cosa, vero?
“Non sia mai. Però si può dire che la società ha creato le basi affinché si possa vincere. L’ha fatto confermando i pezzi pregiati, resistendo a qualsiasi tentazione. E quando è stato ceduto un calciatore di primissima fascia come Quagliarella, per sostituirlo è stato acquistato Cavani. La politica di De Laurentiis è stata chiara, insomma”.

In trantadue giorni vi toccano pure tre scontri-diretti.
“Sono punti pesanti, ma è ancora presto. E’ però indiscutibile che certe partite valgano di più. Soprattutto in un torneo come questo, in cui la concorrenza è ampia. Prevedo equilibrio sino alla fine: non so se fino all’ultima, ma sino alla penultima sì”.

Il pericolo più grosso all’orizzonte…
“Il disfattismo, nella malaugurata ipotesi di qualche scivolone. Però mi conforta la maturità della gente di questi anni, che si comporta come se avesse assorbito le nostre dinamiche. Ma so che se ti va storta una serata, può esserci in qualcuno il rischio dello scoramento. Invece, bisogna tener duro. Siamo ancora a novembre”.

Chi si gioca il tricolore?
“Su Milan, Juventus e Lazio mi sento sicuro: chi vuole lo scudetto, deve innanzitutto superare queste tre. Ma la Roma non è affatto disprezzabile, anzi: ha l’abitudine a stare lassù e tanti talenti. Io ci credo. E poi dell’Inter non mi fido: con l’organico che ha a disposizione, Ranieri può vincerle tutte. I nerazzurri ci hanno abituati a grosse rimonte”.

C’è un elemento che può cambiare i valori?
“L’effetto-Champions o Europa League. E allora, visto che la Juventus ha la possibilità di prepararsi attraverso la settimana-tipo, qualche vantaggino le va concesso. Ma sia chiara un’altra cosa: a me va benissimo giocare ogni tre giorni, sapeste che gusto mi dà la Coppa”.

Quanto incide, invece, un allenatore…
“Conosco il giochino e vi anticipo: Mazzarri a noi ha dato più di quanto si possa immaginare, perché ogni seduta lascia il segno, perché ogni volta spiega e si fa capire senza avere la necessità di imporre il proprio ruolo. Ci ha dotato di una mentalità vincente, non si esalta mai….”.

Gli troveremo pure un difetto, però….
“E’ protettivo con la squadra, l’unico suo obiettivo è il gruppo. Mi sembra una forza, questa”.

Si parlava una volta di separazione tra italiani e sudamericani…
“E chi diceva ciò, ignorava il clima all’interno dello spogliatoio. Li avessero gli altri i sudamericani che abbiamo noi! Zuniga è un mattacchione, Lavezzi ci mette del suo, trasmettendo allegria. Ma anche gli altri, quelli che ci sono stati ad esempio”.

Tolga una lacuna a questa squadra….
“Dobbiamo essere bravi nel ricaricarci contro le cosidette piccole. Saremo completamente maturi quando avremo rimosso questo deficit, aggredendo formazioni di caratura minore come se fossero delle big. Il salto di qualità, a quel punto, sarà stato compiuto”.

Stasera si gioca Italia-Uruguay…
“E io la vedrò. In genere, non guardo il calcio in tv, tranne la finale di Champions, Europei e Mondiali. Ma Cavani contro la Nazionale non me lo voglio perdere”.

Dica la verità, le brucia star fuori dal club Italia?
“Dico la verità: ci spero sempre e finché potrò continuerò a provarci. Ma Prandelli mi conosce, sa che ho giocato a quattro, che ogni tanto lo facciamo anche qua, mi ha avuto con sé a Parma, non ha bisogno di sollecitazioni. E se non dovesse accadere, pazienza”.

Non ci allontiamo troppo: come si gioca contro la Lazio e contro il Manchester?
“Alla stessa maniera, usando ritmo e testa, sapendo che ogni minimo errore potrebbe essere punito, andando a cercare le loro debolezze. Sono partite difficili, ma noi ormai siamo il Napoli: non una meteora, ma una società e un gruppo di calciatori che si è stabilmente inserito tra le prime in Italia e che per la seconda stagione consecutiva sta facendo la sua bella figura in Europa. Stavolta addirittura in Champions”.

S’intravede di nuovo suo fratello all’orizzonte, come Ambasciatore….
“Io starei attento, perché Fabio non me la racconta giusta… Sento che prima o poi lo ritroverò a ridosso del campo o di una scrivania, come allenatore o come dirigente, perché lui non può star fuori dal vivo del gioco. E non sarebbe neanche giusto, con l’esperienza che ha”.

Ha vinto tutto, ma lei lo ha fregato…
“Potete ben dirlo: Fabio è malato del Napoli almeno quanto me e quanto mio padre, quanto l’intera famiglia Cannavaro. E gli è mancato di non aver potuto giocare molto con la maglia della sua squadra. Andò via per consentire al club di realizzare, gli è dispiaciuto essere rimasto così poco”.

 

 

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