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Napoli 33 | L'inizio dell'era De Laurentiis: dalla C1 del Napoli Soccer al ritorno in A

NapoliToday ripercorre gli ultimi 33 anni di storia azzurra, dall'ultimo scudetto ad oggi, tra aneddoti e ricordi

Hanno sempre saputo sognare, i tifosi del Napoli. Ne danno prova nell'estate del 2004, quando riescono a vedere la luce persino mentre attraversano il lungo tunnel del fallimento. Non Giampaolo Pozzo, non Luciano Gaucci, la spunta Aurelio De Laurentiis: il Napoli è suo.

Acquistato dal Tribunale, il club inizialmente non può avere la sua denominazione originale e viene iscritto come Napoli Soccer al girone B della serie C1. De Laurentiis presenta il suo progetto il 10 settembre in una partecipatissima conferenza stampa. Il direttore generale è Pierpaolo Marino, in società già ai tempi di Maradona e fresco di una più che positiva esperienza a Udine; l'allenatore è il futuro commissario tecnico della Nazionale Giam Piero Ventura, fermo da 12 mesi dopo un campionato di B con il Cagliari.

È tardi, tardissimo per una campagna acquisti di vertice. Al Napoli viene concessa una proroga sulla conclusione del calciomercato e Marino inizia a lavorare sulla rosa mentre gli altri stanno già giocando. Le prime due partite degli azzurri vengono rinviate a data da destinarsi. La situazione è surreale. Partire da zero vuol dire non soltanto ritrovarsi senza calciatori, ma anche senza campi di allenamento, palloni e divise. Eppure il nuovo club riesce rapidamente a rimettersi in piedi.

I due anni in Serie C

Il Napoli, perso il Centro Paradiso di Soccavo, inizia ad allenarsi a Castel Volturno, su terreni in affitto i quali col tempo diventeranno il centro sportivo che conosciamo oggi. Già, ma quale Napoli? La squadra, viste le condizioni in cui viene messa in piedi, non può che essere raffazonata. Marino tessera di nuovo Montesanto e Montervino, riesce a farsi prestare i giovanissimi e talentuosi Ignazio Abate e Nicola Pozzi dal Milan, acquista l'attaccante ex Lazio Emanuele Berrettoni dal Crotone e Massimiliano Varricchio dal Treviso. E ancora: arrivano l'ex Nicola Mora dal Bari, Fabio Gatti dal Perugia, torna l'ex Gennaro Scarlato, arriva in prestito dall'Udinese il brasiliano Robson Toledo. Per la porta arrivano Emanuele Belardi e Matteo Gianello. Poi il colpo vero, da Udine: Marino si assicura Roberto Sosa, il Pampa, centravanti di peso che ha già fatto 34 gol in Serie A con i friulani.

Si è sviluppata col tempo una certa epica a proposito soprattutto della prima parte di quella stagione di C. Partite tremende, su campi lontanissimi dal blasone di una squadra che pochi anni prima era tra i top club della Serie A. Trasferte che i tifosi più irriducibili ricordano con un misto di nostalgia e incredulità. Fermo, Lanciano, Cittadella, Chieti, San Benedetto del Tronto, Sora, Martina Franca, Giulianova. La squadra non funziona, De Laurentiis deve già provvedere al primo esonero della sua avventura calcistica: via Ventura, arriva Edy Reja, reduce da una cavalcata dalla B alla A col Cagliari. Non solo. Arrivano finalmente, col mercato di riparazione, calciatori capaci di fare la differenza. Su tutti alcuni nomi che arriveranno a vestire la maglia azzurra anche in Serie A: Emanuele Calaiò, "l'arciere", dal Pescara, Inácio Piá dall'Atalanta, Marco Capparella dall'Ascoli, Gianluca Grava dal Catanzaro. "Piá farà saltare i tifosi sui sediolini al San Paolo, vedrete", dice Pierpaolo Marino. La rosa viene sfoltita tra gli altri di Toledo, Pozzi, Belardi e Berrettoni. Gli azzurri risalgono la china e arrivano a giocarsi i play-off. È inutile: nella doppia finale con l'Avellino, dopo l'andata a Napoli finita 0-0, gli irpini si impongono a casa loro 2-1 e raggiungono la serie B. Al Napoli, anzi al Napoli Soccer, tocca un nuovo anno di purgatorio, una cosa che - si saprà diversi anni dopo - De Laurentiis non avrebbe mai del tutto perdonato a Marino.

La stagione successiva, quella 2005-06, il Napoli è la squadra da battere nel girone B della serie C1, ma anche una squadra (almeno inizialmente) imbattibile. Gli azzurri, forti ora anche degli uruguaiani Amodio e Bogliacino, del paraguaiano Ruben Maldonado, del portiere proveniente dalla Serie A Gennaro Iezzo, sono inarrestabili. Vittorie su vittorie fino a Natale, quando si impone contro i rivali del Frosinone e ipoteca la promozione. Un successivo (breve) calo non impedisce ai ragazzi di Reja di arrivare alla fine primi con 13 punti di distacco dai laziali.
A fine anno gli azzurri partecipano anche alla Supercoppa di Lega di Serie C, la "finalissima" tra le due vincitrici dei due gironi di C1. Potrebbe essere – sebbene minore – il primo trofeo dell'era De Laurentiis, ma alla fine lo Spezia riesce a imporsi nella doppia sfida: in un San Paolo semivuoto le squadre pareggiano 1-1 (all'andata era finita 0-0) e i liguri vincono per il maggior numero di gol segnati in trasferta. È l'ultima gara in cui un tesserato del Napoli (Mariano Bogliacino) indossa la numero 10, la maglia di Maradona ritirata ma tornata in campo perché in serie C i numeri non sono personalizzabili.
Intanto l'ambiente punta già alla stagione successiva, quando il Napoli dalla B tenterà il secondo salto in due anni, questa volta finalmente alla volta di quella massima serie che la città non vede dal 2001.

Il ritorno in A dopo sei stagioni

Paolo Cannavaro, il fratello di Fabio, direttamente dalla Serie A. Maurizio Domizzi dalla Samp, Gyorgy Garics dal Rapid Vienna, Samuele Dalla Bona (ex Chelsea) dal Milan, Christian Bucchi dal Modena, Roberto De Zerbi dal Catania. La campagna acquisti di un Napoli già forte per la B è, relativamente al contesto, stellare. Anche la Serie B 2006-07 che il club si ritrova ad affrontare – di nuovo finalmente come Sociatà Sportiva Calcio Napoli – è però insolitamente di livello altissimo, al punto che i giornali parlano di "Serie A2": c'è la Juventus retrocessa per gli effetti dello scandalo Calciopoli, c'è il Bologna, c'è il Genoa.
L'inizio della stagione azzurra è memorabile, con la sfida di Coppa Italia contro i bianconeri del 27 agosto 2006, al San Paolo. Addirittura all'ultimo minuto dei supplementari prima Del Piero segna il 3-2 per la Juve, poi la riagguanta Paolo Cannavaro. Il Napoli vince la lotteria dei rigori e passa il turno, qualificandosi agli ottavi che giocherà (e perderà) in una doppia sfida col Parma quattro mesi dopo.
Il campionato viene dominato dalla Juventus, con a seguire un Napoli estremamente pragmatico e il Genoa, che si guadagnano la promozione senza eccessivi patemi. Nel perfetto contesto del Ferraris di Genova, le due tifoserie gemellate il 10 giugno 2007 si godono insieme la festa promozione: è di nuovo Serie A, il calcio che conta.

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