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Mazzarri: "Meglio prendere un esterno destro. In attacco ne bastano quattro"

Il tecnico del Napoli ha parlato nella conferenza stampa di chiusura del ritiro di Dimaro

Walter Mazzarri ha parlato nell'ultima conferenza stampa a Dimaro. Ecco quanto raccolto da Radio Marte: "E' importante che il lavoro fisico e atletico sia svolta al meglio. Credo che sia stata la miglior preparazione che ho avuto in carriera. Il dato balza agli occhi: nessuno ha saltato l'allenamento, ad eccezione di Campagnaro. E' il dato principale per un allenatore. Ho avuto conforto anche dal punto di vista tattico, tutti l'hanno recepito, sia i vecchi che i pochi nuovi che sono arrivati sono stati protagonisti. Mi riferisco pure a Behrami, non ho altro da aggiungere. Questo è l'ambiente ideale per lavorare. Rifaccio i complimenti a tutti, parto dai signori Rosatti, proprietari dell'albergo, e l'organizzazione. Gli spogliatoi erano efficientissimi. Stagione importante? Il calcio non è una scienza esatta, questo è un gruppo che è rimasto quasi invariato. E' la nostra forza, abbiamo tenuto testa a chiunque. A me non piacciono i grandi proclami, poi inizieranno le partite vere. Risponderò poi con i risultati e io mi assumerò le responsabilità. Chiedo attenzione, bisogna tenere conto dei valori iniziali.

Inler? E' partito bene, ora sta sentendo la fatica perché è un iper professionista e lavora sempre al top. Per assurdo stava meglio i primissimi giorni, ora è meno preciso, è solo un fatto di preparazione. Non devo valutarlo in questi 15 giorni, lo conosco bene, è una garanzia, è un giocatore importante e affidabile.

Gargano? Faccio parlare i fatti, è uno di quelli più impiegati da me e se l'è meritato. Cerco di mettere in campo i giocatori migliori. Lui è uno di questi, poi se un giocatore chiede di andar via perché non ha più stimoli, non mi riguarda. Pandev? Sulla carta è uno di quelli affidabili in base al suo passato. Ha avuto un paio d'anni non brillanti, ma prima è stato un giocatore che ha grandi numeri. Ha classe e ha vinto tanto, sulla carta è affidabilissimo. Ha bisogno di ritrovare stimoli e già ci sono. Poi è fondamentale la condizione fisica, nel calcio moderno senza la freschezza non si va da nessuna parte. La gestione del gruppo è totale, non mi affido ad uno in particolare. E' chiaro che ci sono dei giocatori su cui puoi fare affidamento e capisci. Ne ho diversi, faccio dei nomi, Cannavaro, De Sanctis e Maggio, ma sempre con la giusta distanza tra un allenatore e un giocatore. Se diventi troppo amico, sei condizionato. Credo che al di là del modulo iniziale, è fondamentale l'interpretazione. Il nostro calcio è diverso, entriamo in area con 4-5-6 giocatori diversi. Dobbiamo essere propositivi, qualche partita purtroppo ci andrà male, ma il nostro atteggiamento è fondamentale.

L'esterno? Dossena è un mancino naturale e se supportato fa la differenza, ma visto che gli avversari ci conoscono, abbiamo bisogno di inventiva e di un giocatore che salta l'uomo. Ecco perché ho impostato Zuniga che può anche accentrarsi, lo considero più bravo a sinistra. Se consideriamo il doppio ruolo, ci può servire un destro, oppure uno che giochi su entrambe le fasce. Fase difensiva? Hamsik e Inler ruotano e si abbassano. C'è la novità delle punte verticali: uno dei due può darci la mano dei mediani con Inler più vicino alla linea difensiva. Questo può aiutarci.

Britos? Era venuto perché si pensava avesse delle caratteristiche idonee per il nostro gioco. Veniva dal Bologna, non dal Real Madrid. Abbiamo intravisto delle qualità, lui ha avuto un problema della forma fisica. Non è mai stato al top. Quest'anno sarà il titolare da quella parte, ha dato risposte ottime. E' un gigante, dobbiamo aspettarlo un po' per trovare la giusta rapidità. Ci faccio affidamento in modo importante.

Noi nelle prime tre? Il presidente in estate aveva parlato dei primi cinque, poi sale sul palco, si esalta ed è giusto che trasmetta entusiasmo. Lui è il capo dell'azienda, è il pungolo per tutti anche se io non ne ho bisogno. Se si sogni di arrivare primi, ben venga, ma dobbiamo tradurlo sul campo. Ognuno ha il suo ruolo, continuo a pensare come ho sempre fatto.

Bariti e Fornito? Il primo lo conosco meno, finora è stato offensivo ed è meno abituato al ruolo che gli ho chiesto di fare. Devo capire se è valido anche in fase passiva. E' molto interessante. Fornito è un ragazzino che ho visto crescere, è un talento, è cresciuto fisicamente, ha personalità, a me piace molto. Vedremo se è pronto per stare in rosa. E' molto interessante, ha personalità, mi ricorda un po' Hamsik come atteggiamento. Il fair play? Basta che tutti lo facciano, a me piace scoprire talenti e farli crescere. Ho sempre fatto così, ricordo il primo anno c'erano 28 giocatori, abbiamo ridotto l'organico. Uno dei segreti è questo. Abbiamo fatto questa politica, ovvero conti in ordine e rispettando certi parametri. L'importante è che ci sia grande chiarezza.

Donadel? Se l'abbiamo preso, siamo convinti che sia utile. Ha esperienza, può giocare davanti alla difesa e fare la mezz'ala. Ha avuto un infortunio grave, ora sta andando bene, lo aspettiamo a braccia aperte e può essere un buon acquisto.

L'attacco? Quello in più, lo vedrete in campo tre volte l'anno. Numericamente siamo a posto. Dato per scontato che torna Cavani, se Vargas e Insigne sono validi per il nostro progetto, è inutile prenderne un altro, altrimenti si fa confusione. Due vanno in panchina, il terzo andrebbe in tribuna. Bisogna capire se i Vargas e gli Insigne sono adatti al progetto Napoli e alle aspettative della piazza. Qua si parla di primissimi posti, noi ci siamo attestati a questi livelli. Andranno valutate certe cose, se uno dei due giovani andrà in prestito, non sarà una bocciatura. Qua a Napoli le pressioni sono enormi e lo capiremo con il tempo. Qui con i giovani bisogna parlare con oculatezza ed equilibrio, altrimenti un giorno sono dei fenomeni e quello successivo dei brocchi".

 

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