Mazzarri: "Dopo Pechino ho pensato alle dimissioni"
Il tecnico del Napoli è tornato a parlare in conferenza stampa a Castelvolturno, alla vigilia dell'amichevole con l'Olympiakos
Walter Mazzarri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida con l'Olympiakos. Ecco quanto raccolto da Radio Marte. L'argomento caldo è sempre la Supercoppa di Pechino. "La mancanza di spirito olimpico? Mi verrebbe da fare subito una battuta, credo sia la risposta più appropriata. Probabilmente non siamo rientrati perché erano tutti sotto la doccia. Questa è la risposta per chi non guarda nel proprio orto. Sarei stato curioso di vedere il comportamento di chi ha parlato se avessimo subito quello che è successo a noi. Senza dimenticare le squalifiche da scontare in campionato. Noi siamo stati cornuti e mazziati, poi aggiungo un'altra cosa. Credo che la società - semmai ci fosse bisogno - non ha ripensamenti dopo tutto quello che è successo. Abbiamo fatto la cosa migliore. Se noi fossimo rientrati, cosa sarebbe successo se avessimo continuato a parlare con gli arbitri? C'è stata una grande iniquità di valutazione sia a livello tecnico che per quanto riguarda la direzione. Vi dico altri due aneddoti: quando sono stato espulso, sono andato in tribuna e avevo il telefono in mano. Ho ricevuto dei messaggi nei quali mi dicevano di ritirare la squadra. Sono stato zitto apposta una settimana, ho visto la partita quattro o cinque volte. C'è stato un momento in cui mi volevo dimettere: sono stato due giorni in un feudo juventino a Ferragosto, i tifosi bianconeri si sono scusati. Questo mi ha dato coraggio, vuol dire che posso rimanere per cambiare qualcosa e dare un contributo al rinnovamento. Oltretutto, la nostra protesta non è stata nei confronti dell'avversario, gli hanno permesso di fare il loro gioco, sono gli arbitri che devono avere un atteggiamento super partes. Le regole non si interpretano. Il nostro team manager, Santoro, ha fatto il briefing con gli arbitri e ci ha detto 'tolleranza zero' con le proteste. Behrami ha subito un rigore clamoroso, Tagliavento non l'ha visto e ci può anche stare, ma non si possono accettare due pesi e due misure. Se si applicano per una squadra, vanno applicati pure per l'altra. Se un mio giocatore esce per proteste, doveva accadere anche per l'altra squadra. Non è mai successo, da qui la protesta forte. Se sono qui, ho ancora voglia di provare a vincere nel modo giusto. Mi auguro che questa partita possa servire per il futuro. Bisogna essere attenti e rigorosi. Se si sbaglia, si paga: noi siamo stati sanzionati. Ho letto il referto arbitrale: nel mio caso, Mazzoleni dice di aver ascoltato delle mie frasi, è impossibile. Le ha ascoltate il guardalinee, ci sono inesattezze pazzesche. Ho applaudito solo sul 2-2 e non quando è stato espulso Zuniga visto che eravamo in nove. Noi non contiamo nulla, siamo stati cornuti e mazziati. Una partita storta può succedere a chiunque arbitro, ce n'erano tre di livello. Uno ha fatto espellere un nostro giocatore, l'altro non ha sanzionato il fallo su Zuniga, il terzo ha dato il rigore alla Juve. Il quarto uomo è stato corretto, abbiamo avuto un bel dialogo. La Juve fino al rigore aveva sofferto, abbiamo avuto tante occasioni e senza le decisioni arbitrali avremmo vinto. Sono convinto che faremo un grande campionato.
L'Olympiakos? Al di là della Supercoppa, finiremo il ciclo delle partite. Domani c'è una sfida importante, cercherò di far giocare tanti di quelli che saranno a Palermo. Ho già in mente la formazione, al di là della situazione di Dossena che è stato un fulmine al ciel sereno. Non ho paura per quanto riguarda la prossima stagione, ci vuole lucidità e serenità. Vorrei che ci fosse più attenzione da parte degli arbitri. Una volta si chiamava sudditanza psicologica: se protesta tizio che è un esordiente va fuori, ma se lo fa caio che è un campione conclamato il trattamento deve avere lo stesso. Prima della partita, ho detto alla squadra di non protestare. Behrami non l'ha fatto, chi l'ha fatto in continuazione il rigore l'ha avuto. Le parole di Carrera? La caccia all'uomo noi? Evidentemente ha visto un'altra partita. I cartellini gialli sono partiti dalla parte nostra, ci sono stati tanti falli tattici da parte della Juve che non sono stati puniti. C'è stato un comportamento iniquo a sfavore del Napoli. Non è andata sicuramente come ha detto quel signore lì. Evidentemente, questo è il mondo del così è, se vi pare. Quello che è successo, non deve più accadere, a prescindere dalle squadre. Se tu permetti ad un giocatore della Juve di dire delle cose al guardalinee, non si può poi espellere Pandev. Domani farò delle prove in vista di Palermo con Aronica o Behrami sulla sinistra. Adesso abbiamo bisogno di lavorare bene, sono tranquillo in vista dell'esordio.
Cavani-Insigne? Non mi preoccupa che non abbiano mai giocato in amichevole: Lorenzo si è inserito molto bene, Cavani è con noi da tempo, questo è l'ultimo dei problemi. Lo spirito olimpico? C'è un limite a tutto, si può fare anche qualcosa che concettualmente non è da sportivo. Bisogna capire da che pulpito viene la predica. Non accetto la predica da chi si assegna 30 scudetti, quando due sentenze dicono che sono 28. Noi abbiamo fatto molto bene. Se fossimo rientrati a Palermo, in quanti saremmo andati? Va capita questa scelta.
I giovani? Chi ha vinto lo scudetto, la Juve? Quanti giovani ha avuto? Il mio discorso è semplice, dipende dall'obiettivo. Il presidente naturalmente vorrebbe giocare con i giovani e poi vincere. E' difficile farlo, gliel'ho fatto capire e noi l'abbiamo anche fatto con Cavani, Lavezzi e Hamsik. Hanno fatto il salto di qualità nel tempo, è difficile vincere subito sposando la linea totale dei giovani. Per quanto mi riguarda, faccio decidere il campo. Se mando quattro attaccanti in campo, chi ha fatto meglio, è titolare, tutto qua. Il giochino giovani e vecchi mi ha stancato. Farò nell'interesse del Napoli le scelte migliori per cercare di vincere.
Gargano? I giocatori che ho a disposizione rientrano nelle mie valutazioni. Se sta bene e mi dimostra di essere meglio degli altri, gioca. Il resto non mi interessa, non penso se uno vuole restare o andare via. Ho un buon rapporto nel rispetto dei ruoli: è al quarto anno con me, ha sempre giocato. Ho subito pure le critiche quando lo facevo giocare. L'ho fatto entrare a Pechino perché pensavo fosse utile. Il campionato? E' affascinante e difficile, lo vedo molto competitivo e ingarbugliato. Possono esserci tante outsider".