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Debutto mondiale per Kim, al Guardian: "Il momento più bello della mia vita"

Lunga intervista al centrale del Napoli: dalle umili origini al sogno scudetto in azzurro passando per i mondiali in Qatar

Le origini umili, gli inizi con la Corea del Sud, l'arrivo a Napoli ed il vicinissimo debutto ai Mondiali. Il difensore centrale del Napoli Kim Min-jae, intervistato dal Guardian, ha ripercorso le tappe fondamentali che lo hanno portato in Qatar. "È uno dei momenti più belli della mia vita", ammette semplicemente.

Nato a Tongyeong sulla costa meridionale, venne convocato la prima volta nella under 17 nel 2012. Doveva intraprendere un lungo viaggio verso il centro calcistico nazionale di Paju, all'altro capo della Corea del Sud. Ci arrivò col camion con cui suo padre trasportava il pesce.

"Mi vergognavo di arrivare così. Gli altri ragazzi sono arrivati con macchine normali – racconta – Ma è stata una storia molto bella per me". Ha lasciato gli studi per diventare calciatore professionista, voleva aiutare economicamente i genitori. È andato in Turchia a giocare col Fenerbahce, adesso col Napoli non sta facendo rimpiangere Kalidou Koulibaly e guida la difesa dei primi della classe in Serie A.

"Non è difficile riconoscermi per strada a Napoli", racconta divertito "The Monster". È imponente Kim Min-jae, il soprannome gli piace. E non vde l'ora di giocare il Mondiale, con la sua Corea del Sud che gli permetterà di affrontare Darwin Núñez nella partita con l'Uruguay e Cristiano Ronaldo nell'ultima del girone col Portogallo.

Parla poi di Son Heung-min, capitano della Corea del Sud e stella del Tottenham. Si è fratturato l'orbita oculare come accadde per Osimhen, vorrebbe giocare come lui con una maschera. "Abbiamo cercato di dare un significato positivo alla cosa quando abbiamo saputo che si sarebbe unito alla squadra – ha raccontato Kim – È un giocatore fondamentale che deve essere presente in squadra a tutti i costi".

Ma ci pensa allo scudetto Kim? "Mi hanno raccontato la storia di Maradona, di come ha portato la squadra alla gloria – spiega – Ma quello che mi stupisce è che le magliette 'Maradona 10' sono ancora vendute allo stadio e in ogni angolo della strada. I tifosi le indossano ancora. Questo dimostra il livello di amore e di rispetto per lui".

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