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Renica, l'intervista: "Per il Napoli il presente si chiama Lecce"

Del prestigioso successo col Liverpool alla trasferta contro l’undici di Liverani: abbiamo parlato del momento degli azzurri con Alessandro Renica, storico libero del Napoli di Maradona

La qualità del percorso di crescita di una squadra trova un indice molto significativo nella capacità di resettare dal punto di vista mentale dopo un grande risultato per concentrarsi sull'impegno successivo. Questa l'indispensabile punto di partenza da cui muove il Napoli alla volta di Lecce, teatro in cui gli azzurri si esibiranno nella quarta giornata di campionato. Di mentalità, dei riflessi del prestigioso successo continentale e della trasferta contro l’undici di Liverani abbiamo parlato con Alessandro Renica, libero che con la casacca azzurra ha vinto uno scudetto e la coppa Uefa.

Quali ripercussioni positive potrà avere sul gruppo il successo ottenuto contro il Liverpool, affermazione accompagnata da un’eccellente prestazione di tutto il collettivo?

Il successo contro il Liverpool costituisce senza dubbio una notevole iniezione di fiducia e il rafforzamento della consapevolezza di chi sa che può competere ad alti livelli anche contro le rivali più attrezzate. 

Possiamo dire che quella ottenuta ai danni dei campioni d’Europa è stata un’affermazione da squadra matura, capace anche di soffrire per poi capitalizzare le occasioni a disposizione?

Contrariamente al modo in cui è stata raccontata la partita è stata equilibrata, il Napoli ha avuto la forza di crederci fino alla fine e ha portato a casa il successo. Abbiamo ammirato uno straordinario livello di qualità sui due fronti ed entrambe le squadre avrebbero potuto vincere.

Tra le quattro rappresentanti italiane in Champions il Napoli è l’unica ad aver vinto nel primo turno. Parlare di una squadra dalla dimensione europea può essere una giusta definizione o può apparire riduttivo?

Il Napoli si esprime spesso bene in entrambe le competizioni. Credo che il problema in Italia sia rappresentato dalla Juventus che vince il campionato da ormai otto anni, dominio che inaridisce le altrui speranze.

Da grande difensore del passato le chiediamo di esprimere un giudizio sulle potenzialità del tandem Koulibaly - Manolas. Quanto può ancora crescere il loro rendimento?

Mi sono già espresso in diverse occasioni su di loro. Individualmente sono fortissimi ma al momento non ancora impeccabili quando si muovono come reparto. Koulibaly è veramente fortissimo, uno dei primi al mondo nel suo ruolo mentre Manolas è forte ma ha alcune lacune su cui deve ancora lavorare.

Per la seconda occasione consecutiva la squadra ha mantenuto la porta inviolata. Quali sono gli accorgimenti adottati dal tecnico dopo le incertezze palesate nelle prime due uscite?

Contro i campioni d'Europa Ancelotti ha tenuto più bloccato Allan chiedendo al brasiliano di garantire filtro davanti alla difesa e di proteggere il tandem centrale. Il centrale greco ha giocato un'ottima partirà per settanta minuti salvo poi calare vistosamente nel finale commettendo diversi errori. Credo che il tecnico lo alternerà spesso con Maksimovic.

Domenica si torna in campo a Lecce per la quarta di campionato. Che tipo di partita possiamo aspettarci?

Ancelotti ha invitato i suoi a concentrare l'attenzione sul prossimo impegno fin dal fischio finale e credo che questo sia un segno evidente di mentalità vincente. Il presente si chiama Lecce, una squadra che dopo l'importante vittoria in casa del Torino proverà a vendere cara la pelle. Il Napoli dovrà essere bravo a sfruttare la qualità dei suoi giocolieri.

Quanto il ricorso al turnover può aiutare ad evitare il rischio di sottovalutare l’avversario?

Credo che il problema non sussista in quanto il Napoli ha una rosa di giocatori che nella testa del tecnico sono tutti in grado di ricoprire il ruolo di titolare.

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