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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Giustizia e Verità per Ciro, Alfonso e Gennaro": sabato presidio in Piazza Dante

Vincenzo Esposito, zio di Ciro: "Invitiamo chi ama Napoli ed è disposto a difenderla a partecipare. Quelli che, come noi, vogliono fare luce sulla vicenda. Ciro, Gennaro e Alfonso siamo noi"

"Giustizia e Verità per Ciro, Alfonso e Gennaro": con queste parole, Vincenzo Esposito, zio di Ciro (gravemente ferito con un colpo di pistola prima della finale di Coppa Italia all'Olimpico), invita "chi ama Napoli ed è disposta a difenderla" a partecipare ad un presidio in piazza Dante, sabato 10 maggio alle 16.

"Lo scorso sabato - scrive Vincenzo Esposito - ci ha restituito l'idea di un paese alla rovescia. Un paese in cui il dibattito mediatico insegue lo scandalo, il fotogramma ad effetto, invece di provare a ricostruire la verità di quello che è successo. Lo scorso sabato tre ragazzi di Napoli, Ciro, Alfonso e Gennaro, hanno subito un agguato armato. Dallo scorso sabato Ciro lotta per riprendersi, lotta aggrappato a quella vita che qualcuno voleva togliergli, e Gennaro, come finalmente comincia ad emergere dai giornali lotta per non perdere l’uso del braccio. Queste storie sembravano non interessare a nessuno. Era troppo più succulento speculare sulla curva, sul mondo degli ultras. Era troppo più facile costruire l'ennesimo teorema razzista sui ragazzi di Scampia o di Mugnano (che quindi è un camorrista),sul tifoso figlio di un delinquente (che quindi è un camorrista anche lui). Era troppo più comodo sbattere i mostri in prima pagina. E, nel frattempo, disporre anche la custodia di Ciro.

Ciro che entrava e usciva dalla sala operatoria senza che i familiari potessero stargli vicino. E intanto le versioni dei fatti si accumulavano, così come si accumulavano le domande: chi ha sparato? in quanti lo hanno fatto? come è possibile che un commando armato potesse raggiungere pressocché indisturbato i tifosi del Napoli? Oltre la coltre del dibattito mainstream, rispetto alle domande reali, c'è solo un silenzio odioso e insopportabile. Questo silenzio va sfidato.

La revoca degli arresti per i tre ragazzi aggrediti è un primo passo, ma non basta. Non basta rispetto al modo grottesco in cui da giorni viene gestita la vicenda, dai media, dalle istituzioni, dalle forze dell'ordine. Non basta a spiegare i provvedimenti che si sono succeduti, le perquisizioni, le strette securitarie paventate dal ministero degli interni.

Vogliamo la verità. La verità su quella sera maledetta, la verità sugli attentatori, la verità sulle coperture di cui queste persone hanno potuto beneficiare, la verità sul ruolo della destra eversiva in questa vicenda. Sono vuoti che vanno riempiti, ma riempiti sul serio, tramite un lavoro d'inchiesta e non con il vocio assordante dei media, bravissimi a costruire acrobatiche ipotesi che parlano tutte la stessa lingua: quella del razzismo, quella che descrive Napoli, il sud, come teatro di barbarie e di inciviltà, in cui se si muore è sempre perché ce la si è cercata.

"Ciro, Gennaro, Alfonso siamo noi" vuol dire questo: vuol dire sapere chi sono i nostri, vuol dire mettere a tacere i tentativi di criminalizzazione e di distrazione di massa, vuol dire stringerci attorno al dolore chi sta pagando due volte, una per la tragedia che si è consumata sabato e l'altra per il modo in cui si sta provando a rispondere, vuol dire ribadire che questa storia ci riguarda, ci riguarda perché poteva essere uno qualunque di noi, perché in quel letto d’ospedale, sospeso tra la vita e la morte, c'è un nostro fratello, uno di quelli che come noi vive in quartiere di periferia, ci lavora, quel territorio così utile per incassare grazie al brand di Scampia, della camorra, della napoletanità. E, se è vero questo, è vero che non staremo a guardare, ma proveremo a chiedere verità e giustizia con tutte le nostre forze" scrive ancora lo zio di Ciro.

"Per questo saremo a piazza Dante sabato 10 maggio alle 16.00. Per chiedere risposte, per chiedere che questa storia non venga dimenticata, né messa a tacere. Per ristabilire un ordine delle priorità, che veda al primo posto il tentativo di far luce su un agguato, piuttosto che l'opinionismo insopportabile che in questi giorni ha saturato il dibattito pubblico. Per questo invitiamo tutte e tutti a riempire quel presidio, tutti quelli che - come noi - vogliono sapere che cosa è successo, vogliono la verità, vogliono testimoniare la solidarietà ai familiari di chi è stato aggredito e rischia la vita, vogliono prendere parola nella nostra città per raccontare una storia diversa da quella razzista che riempie le pagine dei giornali. Invitiamo chi ama Napoli ed è disposto a difenderla a partecipare al presidio. Ciro, Gennaro e Alfonso siamo noi" conclude Esposito.

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