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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cavani: "Non ho mai pensato di lasciare Napoli"

L'attaccante uruguaiano è stato ospite di Radio Marte, a cui ha rilasciato una lunga intervista

Edinson Cavani è stato ospite negli studi di Radio Marte, rilasciando una lunga intervista. Cavani parla del momento del Napoli: "Abbiamo cominciato molto bene la stagione, ma dobbiamo continuare così. Ieri non ero in campo, ma ho avvertito ugualmente la tensione del match. Mi piacerebbe giocare sempre, ma bisogna rispettare le scelte tecniche: ho visto tutta la partita e sono stato felice della vittoria".

Domenica sono 100 presenze con la maglia del Napoli: "Non lo sapevo, sono contento. Voglio raggiungere traguardi importanti con questa maglia. Sono felice, questo è un obiettivo per me. Dalla partita con l'Elfsborg non è cambiato niente, l'entusiasmo è incredibile. Io sono cresciuto molto a Napoli. I compagni e la società mi fanno sentire importante, questa è una bella responsabilità per il mio cuore. La mia trasformazione offensiva? La fiducia di Mazzarri è stata fondamentale. Cavani è diventato quello che è grazie alla società che ha creduto in me. Poi l'allenatore mi ha messo nelle condizioni di giocare al meglio".

Cavani ha rinnovato il contratto con la società partenopea: "Ho sempre detto che le cose si fanno in due. Sinceramente quando sono arrivato qui, c'era un accordo tra due presidenti e io ho rispettato tale intesa. Sui media, si parlava tanto del fatto che potessi andare via. Ho riflettuto tanto sul mio futuro ma ho soltanto aspettato che le cose andassero nel modo migliore e poi ho deciso di restare qui, è stata la scelta migliore. C'è qualcosa che mi lega a questa città. Ho un grande rapporto con De Laurentiis e so quanto valgo per lui. Voglio continuare a vincere, per me è fondamentale. Il successo ha un sapore fantastico e ti spinge a voler regalare tanti gioie alla gente che ci sostiene. Ho vinto lo scudetto con il Danubio, è bellissimo, ma io ero troppo piccolo, non avevo la continuità che ho adesso nel Napoli e neanche la responsabilità. Sono cose diverse. Non so se possiamo vincerlo, abbiamo dimostrato che siamo preparati per lottare qualcosa d'importante, ma non abbiamo fatto ancora niente. Ora pensiamo solo al Catania. Non so se siamo più forti, ma sicuramente più maturi. Lo abbiamo dimostrato nelle competizioni europee. Noi l'anti Juve? So che c'è una rivalità molto forte, le partite si sentono davvero e sono le più belle da vincere. Non mi sono stancato di sentire questo fatto, sono convinto che queste gare si vivono in un'altra maniera. Pechino è stata una delusione immensa. Il 20 ottobre sarà una bella rivincita".

La tripletta di Vargas: "E' stata importantissima. E' un ragazzo che sta crescendo, lo farà ancora tanto. Può darci una grossa mano, se lo merita, sono felice per lui. Questi gol saranno una spinta necessaria, gli daranno sicurezza che è fondamentale per noi attaccanti. Il nostro tecnico ci mette sempre in condizione di fare bene. Non sono cambiate tante cose rispetto allo scorso anno, il sistema è simile e noi cerchiamo di essere protagonisti. Insigne e Vargas? Sono due fuoriclasse, meritano di essere incoraggiati e stimolati. Noi dobbiamo farli crescere in fretta. Speriamo che loro possano fare ancora tanto per diventare ancora più forti di quello che sono".

Domenica si gioca a Catania: "Vorrei segnare come in tutte le partite, ma l'importante è vincere. Questo è il salto di qualità che ci serve". Si torna a parlare delle 100 partite in azzurro: "Ho trascorso tanti momenti belli, se devo sceglierne uno, dico la finale di Coppa Italia contro la Juve. Ricordo brutto? Non ne voglio parlare. Il gol più bello? Quello con il Cesena al Manuzzi. Il gol più difficile? Mi viene in mente la partita con il Lecce. Eravamo al 93', le gambe sono pesanti, ho fatto due o tre dribbling e poi ho calciato alla perfezione. La classifica dei bomber azzurri? Sinceramente mi piacerebbe scalare posizioni. Vorrei superare anche Maradona perché no? Voglio lasciare un bel segno. Questa è una città che non dimentica. Così potrò raccontare ai miei figli quello che ho fatto a Napoli e loro se potranno rendere conto. Il mio tempo libero? Stacco la spina e sto in famiglia. Preferisco stare a casa, mi godo mio figlio e a volte preghiamo. Io diventato un modello? Sinceramente non ci penso, voglio stare bene e lasciare un segno".

"I miei recuperi difensivi? Credo che l'attaccante moderno debba dare una mano ai compagni in fase di non possesso. Ce ne sono tanti che fanno così. Personalmente io amo giocare e farò il massimo pure se dovessi essere schierato in difesa. Se parlo in napoletano? Capisco tutto. Le parolacce? Non le dico".

 

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