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Bigon: "Difficile migliorare la nostra rosa nel mercato di gennaio"

Il direttore sportivo del Napoli ha parlato ai microfoni di Radio Rai del presente e del futuro del club partenopeo

La parola 'scudetto', per scaramanzia, non viene pronunciata ma il Napoli ci crede. La vittoria di domenica sul Pescara ha permesso ai partenopei di rimanere sulla scia della Juventus, lontana appena due punti. "Questa squadra e questa società hanno cercato di mirare sempre al massimo, per quelle che sono le nostre potenzialità, tecniche e societarie, abbiamo sempre puntato al massimo che si potesse fare e abbiamo intenzione di farlo anche quest'anno - le parole del direttore sportivo Riccardo Bigon ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno - Ma siamo in un gruppo di 7-8 squadre, dalla più favorita e, sulla carta, più forte che è la Juve alla sorpresa Fiorentina. Tutte hanno grandi carte da giocarsi e noi siamo lì in mezzo, è un momento positivo, domenica ci sarà Inter-Napoli e chi prevarrà potrebbe dare una spallata all'altra ma l'importante è arrivare a marzo-aprile in queste posizioni e potersela giocare, poi vediamo cosa succede".

L'obiettivo del Napoli, insomma, è "arrivare al rush finale ancora in corsa per qualcosa di importante. Possiamo giocare un buon ruolo, poi dipenderà molto dai vari impegni, da chi è ancora nelle coppe, solo chi fa le coppe europee sa quante energie ti portano via". E in questo senso i partenopei proveranno a giocarsela su tutti i fronti "ma tenendo d'occhio la classifica per vedere a fine campionato dove potremo arrivare". Ma non parlate di anti-Juve. "Qui si passa dall'essere antagonista della Juventus a essere una squadra fuori dai giochi in una settimana - commenta - Noi sappiamo cosa vogliamo e la cosa più importante è avere una continuità di rendimento, di prestazioni, un equilibrio per quello che riguarda le nostre motivazioni e quello che deve essere la nostra stagione".

Bigon ricorda comunque che "da qualche anno il campionato è ancora più equilibrato, per tutti quanti ogni partita è molto complicata. Da dopo la legge Melandri, con la ripartizione dei diritti con la nuova legislazione, il campionato si è livellato ancora di più ed è un aspetto positivo del nostro torneo rispetto ad altri dove le differenze sono più ampie". Forse per questo, però, servirebbe qualcosa nel mercato di gennaio. "Il presidente è sempre stato molto attento alla programmazione futura, non chiede la cosa immediata ma cerca di indirizzarci sulla continuità nel lungo periodo e quanto fatto nel corso degli anni lo dimostra. Siamo alla quarta stagione insieme e il nostro mercato è sempre stato molto chiaro: poche cose ma il più giuste possibili, migliorare la squadra di volta in volta senza fare il passo più lungo della gamba. Siamo tra le pochissime squadre in Europa in regola col fair play finanziario, l'obiettivo è migliorarsi e lo abbiamo sempre fatto nel corso degli anni. A gennaio vedremo se ci saranno le occasioni giuste e adatte per quello che stiamo cercando, altrimenti restiamo così. Ma valutando bene la rosa, è molto difficile trovarne una come la nostra, in difesa e sugli esterni abbiamo riserve di un certo livello, in attacco è andato via Lavezzi, ma abbiamo comprato Pandev e Vargas, ripreso Insigne e con un Cavani e un Hamsik così abbiamo un reparto tra i migliori in Italia. Le squadre del nostro livello fanno fatica a migliorarsi nel mercato invernale".

Insomma, se qualcosa sarà fatto sarà un piccolo ritocco o magari un investimento in prospettiva futura perché la filosofia del Napoli rimarrà quella di mettere su "un mix di giocatori affermati e qualche giovane da lanciare". Per quanto riguarda Mazzarri, "non mi risulta che abbia deciso di andarsene - precisa Bigon -. Ha un ottimo rapporto col presidente e col gruppo, si valuterà più avanti". Infine il capitolo stadio, "un pallino di De Laurentiis da sempre. E' innegabile che sia per il calcio italiano una carta da giocarsi per il futuro ma vale per tutti i club. Giriamo l'Europa e anche in Ucraina e Svezia vediamo impianti spettacolari, di proprietà, che producono fatturato. Ma è più un discorso di sistema che di singoli club". (Italpress/Eurosport)

 

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