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Venerdì, 19 Aprile 2024
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De Laurentiis: "Chavez arriverà, Gilardino no"

Il presidente azzurro ha tenuto una conferenza stampa a Barcellona

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa a Barcellona. Ecco quanto raccolto da Tuttonapoli ed evidenziato da Napoli Today:

BARCELLONA - "Dopo 4 anni di serie A e dopo essere risorti dalle ceneri del fallimento, siamo una squadra nuova che si porta dietro la sua storia. Per noi è un grande prestigio essere al Camp Nou, ed è molto importante vedere come si fa il calcio a livello industriale, guardando al futuro e non al passato. Ringrazio il presidente del Barcellona per l'invito. Oggi si incontrano due squadre che hanno tifosi stupendi. Napoli ha un tifo molto caloroso, capace spesso di essere il dodicesimo uomo in campo. Dall'altro lato abbiamo una società che conta su Facebook 14 milioni circa di sostenitori. Questo è per me l'aspetto più importante. Ho visto il Barcellona contro il Real, ha fatto innervosire Mourinho, ha segnato un terzo gol che è quasi da orgasmo. Questa capacità di saper dare ai tifosi queste emozioni, anche a chi non è tifoso del Barcellona, è qualcosa di molto bello e importante. E per noi è un'emozione essere qui. Sarà certo un banco di prova per noi, per vedere i nuovi acquisti che tipo di personalità mostreranno di fronte a una squadra così forte, anche per Lavezzi e Cavani, che sono arrivati da poco. Anche se è una rifinitura di lusso in vista della prima di campionato con il Genoa, sempre che si giochi".

VIVAIO - "Il nostro modello per la scugnizzeria è il Barcellona. All'inizio ci siamo dovuti occupare soprattutto della prima squadra, poi con Mazzarri abbiamo deciso di far giocare la Primavera come la prima squadra. Avevamo problemi prioritari, come quelli di uscire dalla C e dalla B e di affermarci in A. Ora abbiamo messo Sormani a lavorare in un territorio pericolosissimo, dove si vuole sempre che 2+2 faccia 7 e non 4. Ma ora noi daremo una svolta al settore giovanile e soprattutto un'immagine più internazionale. Investirò sul territorio dove nessuno vuole investire".

MERCATO - "Gilardino non può diventare un giocatore del Napoli. Il nostro mercato è chiuso, tranne alcune operazioni di giovani come Chavez, che posso dire arriverà presto. Ho sempre detto che il mercato del Napoli è sempre aperto. Semmai abbiamo bisogno del mercato di gennaio per capire se si potrà fare qualcosa, ma lo valuteremo allora, non ora. Scudetto? Noi vogliamo competere, ma nella nostra filosofia conta soprattutto la crescita del gruppo, del collettivo, che è la nostra vera forza. Parliamo sempre dell'attacco, mai della difesa o dei portieri, ad esempio".

CHAMPIONS - "Per noi è un onore giocare in Champions. Il problema è che siamo in quarta fascia, così probabilmente prenderemo tre squadre molto molto forti. Ma per noi sarà un piacere giocare contro i più forti, perché capiremo subito dove ci troviamo, quali sono i problemi, come porre rimedio. E' così che si cresce".

MONDO DEL CALCIO - "Io non capisco dove vuole arrivare il calcio. Anche in Spagna sciopereranno perché non ce la fanno più a sostenere certe spese. Il problema è come sempre Infront. Quattro anni fa, contro il Panionios abbiamo introdotto il sistema del pay per view. Guadagnammo un milione di euro contro i 5 mila che ci offrivano le varie televisioni, tra cui quella di Berlusconi. Nuotiamo in tutte queste contraddizioni, perché giochiamo, giochiamo, giochiamo sempre, ma non ci fermiamo mai a parlare un attimo tra di noi per capire cosa fare, per prenderci determinate responsabilità. Sto chiedendo da due anni a Platini di fare un gioco differente: cancellare le competizioni esistenti e fare solo una grande competizione europea cui dovrebbero partecipare solo le prime classificate dei campionati locali. Guadagneremo dieci volte quello che guadagnamo ora. Cosa aspettiamo? E poi c'è da capire certi soldi da dove arrivano. Perché le regole devono valere per tutti, non può arrivare un tizio ricco dall'Azeirbagian e fare banco! I miei colleghi devono seguirmi? No, facciano pure i fatti loro, falliscano pure. Stanno pensando ancora allo scudetto del 2006 invece di pensare al futuro. Il Signor Abete si deve far da parte. Quante volte gli ho detto di mettere mano alla legge 81 del 91? Si continua a ignorare che i club sono diventati Spa, ed è una mancanza da denuncia. Serve uno scatto di maturità, di crescita culturale sul piano dell'impresa. La Lega deve essere la casa dei club, non il posto dove si fanno le combine. E' la nostra casa, la nostra associazione, dove noi dobbiamo gestire la nostra vita industriale e professionale. Sono contro l'ignoranza, che è quella di non voler capire il momento di crisi che stiamo attraversando. E' chiaro che ad Abete importa che il campionato possa partire, e quindi farà in modo di far firmare il contratto collettivo e di non essere così tirato in ballo. Perché ognuno pensa a se stesso in questo mondo. A salvare il suo posto".

 

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