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Arrigo Sacchi: "Lo scudetto sarebbe un'impresa per il Napoli, ambiente non pronto"

Intervistato da Leggo l'ex tecnico della Nazionale avvicina gli azzurri di Sarri al suo Milan, ma è freddo quando si parla di titolo. "C'è un motivo per cui Roma, Fiorentina e Napoli insieme non hanno vinto la metà degli scudetti dell'Inter"

Maurizio Sarri come Arrigo Sacchi ai tempi del Milan degli anni d'oro di Gullit e Van Basten? Il paragone non è nuovo, ma è diventato sempre più affascinante a mano a mano che il Napoli di Higuain e compagni ha scalato la classifica. Ora gli azzurri sono primi, e lo stesso Arrigo Sacchi, intervistato da Leggo, parla del miracolo partenopeo.

All'Arrigo di Fusignano, naturalmente, il gioco brillante che Sarri ha inculcato agli azzurri piace. “Per troppo tempo abbiamo tradito l’essenza del calcio che è un gioco d’attacco – spiega l'ex tecnico del Milan e della Nazionale – Lo abbiamo sempre concepito come uno sport individuale dove i difensori devono difendere, il numero 10 inventare, il numero 8 pensare a tutto e il 9 fare gol. Quindi abbiamo costantemente trascurato il gioco, che è la componente che fa da collante a tutto, aggrappandoci alla furbizia pur di vincere”.

La squadra azzurra però fa qualcosa di diverso. “Il Napoli di Sarri – racconta Sacchi – è invece una squadra che gioca in 11. E quando non lo fa rischia di giocare male come nel finale della gara con l’Inter”. A chi gli fa notare che sembra la descrizione del suo Milan, l'allenatore pare non negare. “Il primo anno in rossonero mi ritrovai con una difesa composta da Galli, Tassotti, Bonetti, Baresi e Maldini che l’anno prima aveva incassato 22 gol. Arrivai io e ne prese appena 12 – spiega, per poi tornare agli azzurri – Albiol e Koulibaly sembravano al capolinea, Ghoulam non ne parliamo, Hysaj viene dall’Empoli. Ma Sarri ha portato una organizzazione, dove non c’è mai l’uno contro uno, ma un blocco che difende e dove ognuno è consapevole di poter fare affidamento sul proprio compagno. Sembra una cosa di poco conto, ma non lo è”.

Eppure, quando si accosta il Napoli allo scudetto, Sacchi sembra non essere convinto. “Deve succedere qualcosa di straordinario perché avvenga. Anche Sarri lo sa, quindi nessuno gli chieda l’impossibile. Deve esserci un motivo – prosegue – se Fiorentina, Roma e Napoli, messe insieme, non fanno neppure la metà degli scudetti vinti dall’Inter. Deve esserci un motivo se erano 25 anni che la squadra azzurra non era prima in classifica. La mentalità vincente è un fattore che vive nelle strutture della società, che si respira nell’ambiente. Quanti sono i giocatori del Napoli che hanno vinto qualcosa di importante nella loro carriera?”. Pochi, come del resto erano pochi, però, i calciatori che avevano vinto qualcosa in quel così bel Milan che proprio Sacchi portò sul tetto d'Europa.

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