Allan e l'ammutinamento: "Vicenda triste, la verità non si è mai saputa"

Dopo la vittoria di Carlo Ancelotti in Champions League con il Real Madrid, negli ultimi giorni si è molto parlato, con rammarico, dell'esperienza del tecnico emiliano al Napoli. Uno dei fedelissimi in azzurro dell'attuale allenatore dei 'blancos' era il brasiliano Allan, che dopo qualche mese lo ha seguito in Inghilterra all'Everton.

L'ex centrocampista azzurro ha parlato della ormai celebre questione 'ammutinamento' nel corso di una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport: "E' una vicenda triste, sulla quale sono state riportate inesattezze. Comunque la verità non si è mai saputa. Intanto, sgombero il campo da una falsità: che i calciatori fossero contro Ancelotti. Passai, con Insigne, come uno dei capi. Io che ero infortunato e che non potevo non essere lì, che non giocai quella volta, scoprii di essere ritenuto un ideologo della sommossa. Mentre invece quella fu una scelta di gruppo e il Napoli sapeva che ritenevamo ingiusto andare in ritiro. C’è chi aggiunse che ce l’avevo con Carlo, la persona più speciale che abbia incontrato e che mesi dopo mi avrebbe voluto con lui all’Everton. Ci furono malintesi che si sarebbero potuti chiarire, ma venne imposto il silenzio stampa e quindi fu impossibile parlarne. Noi eravamo tutti con Carlo". 

Allan ha parlato anche del suo addio al Napoli: "Volevo andar via, volevo sorridere, la mia immagine era uscita macchiata mentre io sono una persona seria. crissi un messaggio a De Laurentiis, per ringraziarlo dell’opportunità che mi aveva dato e per cinque anni di vivere a Napoli, di far parte di un pezzo della storia del club. Non portavo rancore per ciò che era successo, si stava chiudendo un ciclo e una relazione. Peccato non abbia mai ricevuto risposta. L’amore di Napoli è il mio trofeo e io lo colgo per strada o nei rapporti che ho conservato. Quel quinquennio è stato strepitoso. Sogno che l’anno prossimo il Napoli vinca lo scudetto".