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Puteolana, Grezio e Di Lorenzo in coro: "Il calcio è una passione, preferiamo giocare con lo stadio pieno"

Intervista doppia tra calciatori appartenenti a generazioni differenti: Orazio Grezio e Giovanni Di Lorenzo si raccontano ai microfoni del club

Due generazioni a confronto, due elementi importanti in gruppo. Un trascinatore, un esperto e una pedina imprescindibile in avanti. Un profilo di prospettiva e col futuro davanti. La Puteolana vola nella classifica del Girone B di Eccellenza e, in attesa del ritorno in campo dopo la pausa forzata, si prepara con le sedute d'allenamento. Il filotto dei Diavoli Rossi, oltre allo strepitoso lavoro dello staff tecnico, trova meriti nello straordinario mix tra calciatori di spessore e giovani di talento. Intervista doppia per Orazio Grezio e Giovanni Di Lorenzo.

L'attaccante classe 1985 si è raccontato ai microfoni del club. Tanti i temi trattati, dal calcio in pieno periodo pandemico al percorso del centravanti: "Il calcio è stato, fin da piccolo, la mia più grande passione. Ad oggi è diventato un lavoro, ma è una ragione di vita. Chi ha calpestato questo campo e ha vissuto delle emozioni sa cosa può dare questo sport. Gol più bello? Forse in una finale di Coppa Italia all'ultimo secondo del secondo tempo supplementare, era Arzanese-Ebolitana. Perdevamo 2-1 e agli sgoccioli pareggai, andammo ai rigori e perdemmo ad Avellino. Il gol, l'emozione di una finale: è un ricordo indelebile nel mio cuore. Covid? È stato un periodo particolare, di incertezze. Ha cambiato il nostro lavoro, la nostra vita. Ci siamo allenati per settimane intere senza sapere se si giocasse, un calciatore prepara la settimana in funzione della domenica. Tifosi? Giocare in uno stadio vuoto è uno svantaggio, manca la pressione di essere trascinato dal pubblico. È più difficile giocare in uno stadio vuoto, l'adrenalina e la spinta sono armi in più e ti consentono di fare uno scatto in più. Prima partita allo stadio? Non ricordo contro chi, ero molto piccolo. Sicuramente era il Napoli e subito dopo l'era Maradona. Allenatori? Chi ha creduto di più in me è stato Ciccio Troise, adesso è nello staff di Cannavaro. Persona incredibile sotto l'aspetto umano, è un mister preparato. Sono stato bene con qualsiasi allenatore. Calciatore preferito? Ronaldo il Fenomeno. Non ho visto Maradona e Pelè, purtroppo. Consiglio a Di Lorenzo? Toccare meno possibile il pallone, lui lo sta seguendo".

Dichiarazioni altresì per il centrocampista classe 2001 partenopeo: "Per me è un sogno sin da bambino. Oggi cerco di far diventare questo sogno il mio lavoro, prendendo esempio da Orazio e dai più esperti. Col Covid è cambiato tutto. Il primo lockdown non ha permesso gli allenamenti e vita sociale, per un calciatore è difficile recuperare dopo essere stato fermo anche un paio di giorni. Questa è stata la difficoltà, l'atleta deve allenarsi giorno dopo giorno. Stadio vuoto? Non si può spiegare. Sembra una partita di calcetto con amici. L'impianto pieno ti dà carica, anche se fischiano contro. La pressione ti porta lucidità alcune volte. Prima partita vista allo stadio? Napoli-Lecce. Riferimento? Tendo ad aggrapparmi a qualche compagno che ha più esperienza e ai mister. Emozione più bella? Essere nel giro della Prima Squadra del Bisceglie e le partite ai playoff".

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