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Pomigliano, la questione Stadio Gobbato non si sblocca. Dimessi presidente e soci, giocatori svincolati: il comunicato

La società, con un comunicato ufficiale, ha annunciato le dimissioni di tutto il consiglio direttivo: la situazione dello Stadio Gobbato al centro del dibattito

La chiusura dello Stadio Ugo Gobbato lo scorso 14 ottobre e la necessità del Pomigliano di trovare una dimora temporanea. Due mesi dopo, la situazione non si è sbloccata: la squadra maschile, impegnata in Eccellenza, continua a giocare lontano dalla città. Al termine della partita di Coppa Italia contro il San Marzano, il club di Felice Romano ha diramato una nota ufficiale. Duro comunicato da parte della proprietà che ha annunciato una drastica decisione:

"L'A.S.D Pomigliano Calcio 1920, considerato che continua ad esserle negato l'utilizzo del campo "Ugo Gobbato", come più volte evidenziate a mezzo PEC al Comune ed al concessionario, stamane ha mandato l'ennesima PEC al Comune invitando il sindaco o il vicesindaco presso la sede per una riunione avente ad oggetto: dimissioni del presidente e dei soci nel caso non fosse data la possibilità di poter disporre del campo sia per gli allenamenti che per le partite. L'appuntamento delle ore 19:00 purtroppo non ha visto la partecipazione né del sindaco né di alcun suo delegato. Con immenso dispiacere abbiamo dovuto dar corso allo scioglimento dell'A.S.D Pomigliano, essendosi dimessi presidente e tutti i soci del consiglio direttivo. Abbiamo provveduto inoltre a svincolare tutti i nostri atleti che da stasera stessa potranno cercare una nuova squadra.

L'insensibilità mostrata dalla nostra amministrazione comunale, cui va imputata in toto la colpa di quanto è accaduto, è sotto gli occhi di tutti. Avevamo cercato di portare un po' di calcio ben fatto, di etica e di regole. Non ci è stata data alcuna possibilità. Se Pomigliano da domani non avrà più una squadra di calcio lo dovrà unicamente ad una politica inadatta insensibile ed inefficace, insieme ad un gestore dello stadio che opera come se ne fosse il padrone pur trattandosi di un bene pubblico. Con estremo rammarico, dopo aver investito ingenti risorse economiche e personali siamo costretti ad abbandonare il calcio nella speranza che presto Pomigliano possa risorgere come squadra e come città".

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