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La passione di Napoli per gli oriundi del calcio

Retegui è il 50esimo giocatore di un'altra nazionalità a giocare per la Nazionale italiana. Di questi, sette hanno militato tra i partenopei

Sarà per quel legame con il Sud America, sarà perché è un porto di mare da cui passano culture, merci e uomini da ogni parte del Mondo. Napoli ha da sempre manifestato una singolare passione per gli oriundi del pallone, quei calciatori che pur essendo nati in altri paesi hanno vestito la maglia della Nazionale italiana. L'argentino Mateo Retegui è solo l'ultimo "straniero" prestato all'Italia di una lunga lista che conta 50 nomi. Nomi che scavano nella storia calcistica del Belpaese, quando non c'erano le televisioni e gli atleti si conoscevano solo per qualche foto in bianco e nero vista sui quotidiani sportivi. 

Di quest'elenco di 50 calciatori oriundi, sette hanno vestito anche un'altra maglia azzurra, quella del Napoli. Tra loro, c'è Attila Sallustro, il primo mito calcistico di Napoli. Basti pensare che lui, paraguaiano di nascita, condusse l'attacco partenopeo dal 1926, anno della sua fondazione, al 1936, segnando 106 goal in campionato. Naturalizzato italiano, in nazionale ebbe poca fortuna: due presenze e un goal. 

I colori italiani non sorrisero anche a un altro paladino del calcio partenopeo: Bruno Pesaola. Pilastro azzurro dal 1952 al 1960, fu anche allenatore dei campani in quattro momenti diversi. In nazionale maggiore, solo una presenza.

Come dimenticare Sivori e Altafini. Argentino il primo, brasiliano il secondo. Giocarono insieme nel Napoli dal '65 al 68, poi Sivori appese le scarpette al chiodo, mentre il verdeoro giocò all'ombra del Vesuvio fino al 1972, prima di tramutarsi in "core 'ngrato" per il suo trasferimento alla Juventus. Entrambi giocarono prima per la selezione dei loro paesi di nascita, per poi "spostarsi" nella nazionale azzurra, quando questa pratica era ancora consentita, giocando anche il mondiale del 1962 in Cile. 

Negli anni '70 il Napoli conobbe un altro oriundo di origini brasiliane: Angelo Sormani. Per lui, 53 presenze e 7 goal. Le convocazioni in nazionale, però, risalivano al decennio precedente, quando Sormani giocava per la Roma e convinse Edmondo Fabbri a convocarlo sette volte, nelle quali segnò anche due reti.

Arriviamo a tempi più recenti. Era il 2010 quando Cesare Prandelli convocò il brasiliano Amauri. Il giocatore, che all'epoca aveva 30 anni, aveva esordito in Serie A proprio con il Napoli, nel 2001, collezionando 6 presenze e un goal. Per lui, già nella fase calante della sua carriera, ci fu solo una partita con l'Italia. 

L'ultimo oriundo in ordine di tempo ad aver vestito sia le maglie della Nazionale che dei partenopei gioca ancora nell'Italia di Mancini. Si tratta di Jorginho, punto fermo del Napoli di Sarri, all'ombra del Vesuvio ha collezionato 160 partite dal 2014 al 2018. In realtà, a differenza degli altri nomi elencati in questo articolo, il centrocampista, oggi all'Arsenal, è stato l'unico a essere convocato da un ct negli stessi anni in cui vestiva i colori del Napoli. Per l'Italia gioca dal 2016, ha vinto un Europeo, ma ha anche incassato le delusioni per le mancate qualificazioni ai mondiali 2018 e 2022.

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