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Il Vangelo secondo Diego

La mano de D10S in 10 «rivelazioni» firmate da autori d'eccezione, dal cardinale Crescenzio Sepe all'ex presidente del Calcio Napoli Corrado Ferlaino

Sarà presentato in anteprima alla stampa, martedì 16 novembre 2021 (ore 11:00), presso lo studio privato del cardinale Crescenzio Sepe, alla Basilica dell’Incoronata di Capodimonte, "Il Vangelo secondo Diego", volume edito a Napoli dalla Colonnese, a cura di Carmine Matarazzo e Michele Giustiniano, con una serie di contributi di teologi e giornalisti, che saranno presenti all’incontro.

Il libro – sottotitolo La mano de D10S in 10 «rivelazioni» – parafrasando Manzoni, vuole sottrarre la figura di Maradona all’«idolatrico encomio» del fanatismo ad ogni latitudine e del sincretismo tipico della religiosità del Sud, quanto al «codardo oltraggio» di chi con ipocriti fariseismi calca la mano sugli innegabili limiti umani dell’argentino per infangarne la memoria.

Gli autori

Autori dei testi raccolti nel volume sono

  1. l’arcivescovo emerito di Napoli Sepe (Quanti talenti hai?),
  2. l’ex presidente del Calcio Napoli Corrado Ferlaino (Diego, un uomo d’amore),
  3. il caporedattore del TG-R Campania Antonello Paolo Perillo (Diego e l’amore che si pratica),
  4. il teologo e giornalista Michele Giustiniano (La mano di Dio e i piedi degli oppressi),
  5. il giornalista Peppe Iannicelli (I miracoli di Maradona),
  6. il poeta Erminio Maurizi (Salmi per Maradona),
  7. il direttore del quotidiano «Roma» Antonio Sasso (Diego mito e umanità),
  8. il parroco e insegnante Rosario Accardo (Il calcio come carità),
  9. il pastore metodista Franco Mayer (Maradona è meglio ’e Pelè),
  10. il teologo e docente della Pontificia Facoltà Teologica di Napoli Carmine Matarazzo (D10S e il suo paradosso)
  11. il sociologo e docente dell’Università Roma Tre Luca Diotallevi (Un punto di vista divergente).

I contributi dei vari autori mostrano come El Pibe fosse animato da una genuina fede cristiana che, se non riuscì a preservarlo da vizi ed eccessi, ne orientò nettamente molte scelte cruciali e ne animò innumerevoli azioni. Il libro si propone complessivamente come un riuscito esercizio di Pop-Theology – come direbbe il vescovo Antonio Staglianò –, filone contemporaneo che si pone l’obiettivo di rintracciare i semi del Vangelo laddove non sono immediatamente visibili, laddove non te li aspetti.

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