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Caruso vive al Trianon Viviani

Il più grande tenore di tutti i tempi morì il 2 agosto del 1921 a Napoli, in una suite del Vesuvio

"Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso nel centenario della scomparsa e la sua voce come non l’avete mai sentita" è il tema della serata/evento in programma lunedì 2 agosto, alle 21, al Trianon Viviani nell’àmbito delle celebrazioni promosse dalla Regione Campania per il centenario della scomparsa del grande tenore partenopeo.

Enrico Caruso moriva infatti proprio il 2 agosto di 100 anni fa, nel 1921, in una suite del Grand hotel Vesuvio.

Per ricordarlo, Geppy Gleijeses ha curato e diretto un articolato racconto teatrale, che nel teatro di Forcella, diretto artisticamente da Marisa Laurito, assume un significato particolare, essendo nel cuore del quartiere dove il tenore trascorse la sua adolescenza e gioventù tra l’oratorio di padre Giuseppe Bronzetti, in via Postica Maddalena, e il caffè dei Mannesi, all’angolo di via Duomo, dove si esibiva come posteggiatore.

«Per me che a 5 anni, nel 1960, ogni domenica dopo pranzo ero costretto a casa dei miei nonni paterni, nel “salottino d’ascolto”, insieme a genitori e parenti tutti, a sentire dal grammofono rigorosamente a tromba, su un gracchiante 78 giri, la voce del mito, è il coronamento del sogno di una vita -  spiega Gleijeses - Leggerò un testo del giornalista Luciano Giannini, “impressionista”, a pennellate, come ama definirlo, liberamente ispirato a due libri fondamentali su Caruso, Ridi Pagliaccio! di Francesco Canessa e Una vita una leggenda di Pietro Gargano – prosegue il regista e attore – e anche attraverso questa lettura sfateremo la leggenda dei fischi al San Carlo: egli bissò Una furtiva lagrima, altro che fischi! E narreremo le sue gesta, vita, morte e miracoli».

L'archetipo del tenore pop

Il testo rilegge la breve ma intensa parabola terrena di Caruso come «archetipo del tenore pop», la voce più grande del secolo breve, la prima al mondo a superare, con un disco, un milione di copie vendute. Idolatrato dai contemporanei, Caruso fu tenore, ma anche musicista, disegnatore di deliziose caricature, pittore, scultore e poeta.

«Non ho seguìto cadenzate sequenze di tempo e di luogo – precisa Giannini –, ma ho assecondato suggestioni personali, ispirandomi liberamente alle due migliori biografie in commercio, per ricostruire la figura di un artista e di un uomo che, dalle più umili origini, seppe elevarsi a un’arte eccelsa e, allo stesso tempo, popolare, dando lustro internazionale al melodramma italiano».

La lettura sarà contrappuntata da proiezioni di fotografie del tenore e dall’ascolto della sua voce, grazie al lavoro dei laboratori Abbey Rocchi, che hanno rimasterizzato e restaurato le incisioni originali.

La serata si completerà con la conversazione informale di Gleijeses con Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera, e sarà aperta e chiusa dal tenore Gianluca Terranova, protagonista del fortunato biopic su Caruso di Raiuno, che, accompagnato al piano da Sergio La Stella, interpreterà alcuni cavalli di battaglia del repertorio del cantante partenopeo.

Con la produzione di Gitiesse – Artisti riuniti, Caruso vive vede in locandina la direzione tecnica di Franco Grieco, le luci dell’artigiano Luigi Ascione e le forniture acustiche e foniche di Gelato equipment.

Ingresso gratuito

Lo spettacolo si terrà nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, con il contingentamento dei posti disponibili.

L’ingresso è gratuito.

Per partecipare (con un massimo di richiesta di due posti) occorre scrivere a comunicazione@teatrotrianon.org.  Seguirà email di conferma, fino a esaurimento dei posti disponibili.

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