Ponticelli sul tetto del mondo
Obiettivo sognare. "Mai tradire i sogni" questo, i ragazzi del judo della Nippon club di Ponticelli non lo vogliono proprio fare. Parlare di loro significherebbe andare lontano con il tempo, andare lontano fino a quando si sono promessi con una stretta si mano di non tradire mai i loro sogni. Questo accade nella periferia orientale della città di Napoli, dove il judo è targato esclusivamente Nippon Club dei fratelli Lello e Massimo Parlati. Sono Parlati Cristian nella categoria -81 e Biagio D'Angelo nella categoria -60 oggi atleti delle Fiamme Oro e Esposito Giovanni nella categoria -73 oggi targato Fiamme Azzurre. Una vita fatta si rinuncie, una vita fatta di sacrifici, una vita non uguale ai loro coetanei. Fosre questa storia in molti la dovrebbero vivere, forse in tanti dovrebbeeo capire dietro una medaglia o quantomeno dietro uno dei tanti sogni di questi ragazzi, cosa si nasconde. Il judo ha fatto di questi atleti e dei tanti ragazzi di questo quartiere, sognatori. É stato proprio questo pezzo della nostra città, sono stati proprio loro, Cristian Giovanni e Biagio a rappresentare l'Italia, Napoli ma soprattutto Ponticelli al Campionato del Mondo Juniores tenutosi la settimana scorsa alle Bahamas. Loro, i ragazzi di una periferia che vuole rinascere, hanno messo l'anima in questa trasferta negli Stati Uniti partiti tutti con l'intenzione di far suonare l'inno italiano nella manifestazione dove ha visto la partecipazione di tutti i numeri uno del mondo a confronto con in testa i nipponici, maestri di questa nobile arte. Ed è proprio con la teste di serie nipponica, Hiromasa Kasahara, che nella finale degli chilogrammi 81, il nostro atleta Cristian Parlati fa suonare l'inno italiano. Infatti il napoletano scrive il suo nome nella storia del judo italiano battendo per ippon (10 punti judo) il temuto giapponese. Dall'ombra del vesuvio al mare delle Bahamas, la campania sale sul tetto del mondo grazie ad uno scugnizzo di Ponticelli. Papà Lello in lacrime quando Cristian in una breve telefonata dal nuovo continente gli dice : " papà hai visto, sono campione del mondo". Una gara impeccabile per il judoka napoletano. Batte tutti con il massimo punteggio judo. Vanno giù prima il mongolo Puntsagtseren, poi l'olandese Reintjes e il canadese Arencibia. In semifinale invece cade sotto i colpi di Cristian il tajiko Dzhakihongir. Poi dopo una finale da incorniciare, va di scena l'inno italiano. Peccato per gli altri due napoletani Esposito e D'Angelo che non riesco, nonostante la bella gara, a salire sul podio. Cristian dedica questa vittoria sopratutto ai suoi genitori, a suo fratello Errico e suo zio Massimo, alla sua società Fiamme Oro con tutto lo staff, alla sua palestra, la Nippon di Ponticelli, e a tutti quei giovani all'angolo di una società che purtroppo poco offre al futuro dei loro sogni. Il giovane napoletano nato e cresciuto nella società Nippon di Ponticelli, con sede al Palavesuvio, sede delle prossime Universiadi, vuole far sentire ad ogni costo, che in questa periferia ci sono tanti bravi ragazzi che nonostante le difficoltà si allenano e sognano, e lo vuole fare con il judo. Questa medaglia quindi suona come un grido di aiuto per questo quartiere, per questa parte di periferia abbandonata, per questa grande famiglia del judo partenopeo.