Celebrazioni al Vomero in ricordo dei martiri delle Quattro Giornate
La memoria non deve mai perdersi: le Quattro Giornate di Napoli sono state un momento di altissimo valore civile, in cui la città partenopea è stata ammirata da tutt’Italia per il suo sacrificio in termini di vite umane. Nel cuore del Vomero, quartiere da dove partì la prima scintilla dell’eroico moto popolare che condusse alla liberazione della città di Napoli dall’oppressore tedesco, si è svolta la cerimonia celebrativa a ricordo dei tragici fatti avvenuti nel settembre del 1943. Il corteo commemorativo delle “Quattro Giornate di Napoli” ha toccato più luoghi significativi del quartiere, partendo dal Liceo Ginnasio Statale J. Sannazaro, luogo simbolo della resistenza, in quanto l’edificio di cultura fu utilizzato per coordinare tutte le anime della Resistenza Napoletana. La manifestazione ha visto la partecipazione degli studenti, dell'A.n.p.i (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e delle autorità militari e civili con la Presidente della Municipalità 5 Vomero Arenella, Dott.ssa Clementina Cozzolino unitamente ad una delegazione della Consulta della Legalità. Il corteo si è recato anche in via Belvedere presso la Masseria Pagliarone e a via Don Luigi Sturzo presso Masseria Pezzalonga per portare una corona d'alloro in omaggio ai caduti. E’ proprio dalla Masseria Pagliarone scoppiò la scintilla dell’insurrezione, allorquando un gruppo di giovani esasperati dalle barbarie dei soldati tedeschi, assalì un blindato e uccise una pattuglia tedesca. Da questo episodio iniziarono le rappresaglie naziste che fecero unire i napoletani in un solo intento, dimenticando età, ideologie e classi sociali, perchè l’obiettivo era la libertà. A conclusione della manifestazione gli studenti del Liceo “Adolfo Pansini”, hanno depositato una corona di fiori presso la lapide posta all'esterno della Compagnia dei Carabinieri - Vomero di piazza Quattro Giornate. Il Liceo è intitolato proprio alla memoria di Adolfo Pansini, giovane brillante e di luminoso avvenire, che tante volte era riuscito a dribblare i colpi mortali dell’artiglieria nemica a cavallo della sua bicicletta, ma cadde a 20 anni per difendere quegli stessi ideali che, pochi anni dopo il suo sacrificio, saranno scolpiti nella nostra Costituzione: uguaglianza, giustizia, libertà, solidarietà. Durante le Quattro giornate (27-30 settembre 1943) Napoli insorgeva, mobilitandosi in diversi quartieri e con intensità e partecipazione sociale e politica diversificate, in un impetuoso slancio mirato ad imporre l'uscita accelerata dei tedeschi da Napoli e quindi ad agevolare l'ingresso delle truppe alleate. L'avvenimento, che valse alla città di Napoli il conferimento della Medaglia d'Oro al Valor Militare, consentì alle forze alleate anglo-americane di trovare al loro arrivo, il 1 ottobre 1943, una città già evacuata dall'occupante nazista, da cui era praticamente riuscita a liberarsi grazie all'eroismo e al coraggio dei suoi abitanti, ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra. Il 29 settembre il colonnello Scholl, al comando delle forze armate naziste in città, ottenne di aver libero il passaggio per uscire da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi tedeschi. Per la prima volta in Europa i nazisti trattavano una resa di fronte a degli insorti. Il bilancio dei tremendi scontri delle Quattro giornate di Napoli non è concorde nelle cifre; secondo alcuni autori, nelle settantasei ore di combattimenti, morirono 170 partigiani e 150 inermi cittadini; secondo la Commissione ministeriale per il riconoscimento partigiano le vittime furono 155 ma dai registri del Cimitero di Poggioreale risulterebbero 562 morti.