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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'allarme delle imprese orafe napoletane: "Siamo in ginocchio"

Un'eccellenza tutta napoletana rischia di essere spazzata via dalle regole anti-contagio con oltre 20mila posti di lavoro

Mentre l'impietosa legge dei numeri mantiene la Campania in zona rossa, le imprese orafe lanciano l'allarme: “siamo in ginocchio, ma non basta. Vogliono vederci chiudere”.

La protesta

Orefici e gioiellieri contestano le regole che impongono la chiusura dei loro esercizi.  Salvio Pace, presidente dell’Associazione OroItaly, che raggruppa oltre 170 imprese orafe spiega infatti: "Regole assurde tengono aperti i negozi di intimo mentre bloccano tutta la catena commerciale alla base dell’uso e consumo, comprese le gioiellerie, luoghi sicuri per eccellenza, con le entrate contingentate per l’obbligo delle doppia porta d’ingresso. La sanificazione dei locali e degli oggetti potrebbe consentire l’immediata apertura delle attività”.

Ci hanno lasciato a marcire nel limbo dell’assurdità legislativa - sbotta Bianca Maria Pezzuto che di OroItaly è il vicepresidente - un limbo dal quale noi dettaglianti usciremo solo dopo aver abbassato la saracinesca del nostro negozio”.

Con norme prive di senso non andiamo da nessuna parte - commenta Gianni Lepre, segretario generale di OroItaly, presidente del Club delle Eccellenze di Confesercenti Campania e Molise ed opinionista economico del Tg2 Ra - Nei prossimi giorni partirà una lettera di protesta alla Presidenza della Repubblica e a quella del Consiglio che, evidentemente, non hanno ben compreso la gravità della situazione, e soprattutto non hanno contezza dei danni e dei cosiddetti sostegni che dovrebbero compensare questi danni”.

20mila i posti di lavoro a rischio in Campania

Lepre precisa che “Le poche ed esigue risorse messe in campo dai governi Conte-Draghi non coprono insieme nemmeno il 20% delle perdite e quindi la conseguenza è una soltanto: andiamo verso la chiusura definitiva di tante delle 3000 imprese della filiera regionale ed il licenziamento di buona parte dei 20mila lavoratori di settore. Da eccellenza e vanto mondiale del Made in Italy, il settore orafo è stato il grande dimenticato da politica e istituzioni”.

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