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Venerdì, 19 Aprile 2024

Un Nobile toscano a vico Satriano per una serata assai particolare

Menù appositamente studiato dal team di chef del locale l'Ebbrezza di Teonilla, candelle, cuscini, e atmosfera per un evento speciale

Il vino Nobile di Montepulciano, nelle sue declinazioni di annate e sapori, sposa la cucina napoletana, nella reinterpretazione degli chef de "L'ebbrezza di Teonilla", locale molto glam nel cuore di Chiaia, affacciato su vico Satriano che si mostra sempre più meta d'elezione per i cultori della tradizione gastronomica partenopea vivacizzata da piccole, sapienti innovazioni. E' nel nuovo locale di Luca Leva, nella corte del palazzo nobiliare al civico 3 di Vico Satriano, tra piante, candele, e testimonianze storiche, che si è infatti tenuta la serata di degustazione, riservata ad esperti dell'enogastronomia, che ha visto le bottiglie del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano servite con un menù studiato ad hoc.

Cucina napoletana rivisitata per il Nobile di Montepulciano

Il menù della serata prevedeva

  • hummus di fagoli cannellini con sfoglie di baccalà marinate e insalata di broccoli per il Rosso di Montepulciano Doc (annate 2020 e 2021);
  • cavolfiore arrosto con spuma di carbonara, crumble di ciccioli e cialda di pecorino con il Nobile di Montepulciano DOCG (2019);
  • mezzamanica al ragù di maiale nero con zucca e pecorino bagnolese e poi ribs di manzo con mantecato di patate alla maggiorana assieme a Nobile di Montepulciano del 2018;
  • in chiusura una spettacolare millefoglie - aghiforme - con crema chantilly e amarene per accompagnare il Vin Santo di Montepulciano doc.

A spiegare storia, pregi e segreti del vino di Montepulciano sono stati il presidente del Consorzio Andrea Rossi e la vicepresidente Susanna Crociani.

I segreti del Nobile di Montepulciano

E' il disciplinare di produzione (il primo risale al 1966, l’ultima modifica è del 2010) a racchiudere le peculiarità di questo prodotto, indicandone le caratteristiche distintive.

La zona di produzione è molto circoscritta e comprende il solo territorio comunale di Montepulciano, città rinascimentale della Toscana, in provincia di Siena, escludendo la zona di pianura della Valdichiana. Sono solo le vigne situate ad una altitudine compresa tra i 250 e i 600 metri sul livello del mare che possono concorrere alla produzione della Docg.

I vitigni previsti dal disciplinare sono per lo più quelli storici, autoctoni per chiamarli col giusto termine, ed è per questo che prevale il Sangiovese (che a Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile) che deve essere presente per almeno il 70 per cento. Possono poi concorrere all’uvaggio del Nobile, fino ad un massimo del 30 per cento, altri vitigni a bacca rossa, cosiddetti complementari, idonei alla coltivazione nella Regione Toscana. Frequenti il Colorino, il Mammolo, il Canaiolo, ma anche alcuni vitigni internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. 

L'età giusta del Nobile

Il disciplinare prevede che le operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere effettuate in cantine situate nel territorio di Montepulciano e l’invecchiamento deve durare almeno due anni, conteggiati a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia. Entro questo periodo il produttore può decidere se far maturare il Nobile per 24 mesi in legno, oppure 18 mesi in legno e i restanti in altri recipienti, oppure almeno 12 in legno, sei in altri recipienti e sei in bottiglia.

Del Vino Nobile esiste da disciplinare anche la tipologia “Riserva”, che come dice il nome stesso presenta un invecchiamento più lungo rispetto alla sua base. In questo caso sono almeno tre gli anni di affinamento in legno e almeno sei mesi in bottiglia.

Nel 2021 sono state 6,8 milioni le bottiglie di Vino Nobile immesse sul mercato, e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano, in gran parte accaparrate dal mercato estero (circa il 70%), prevalentemente tedesco. Solo l'8,50% arriva nel Sud Italia.

(Immagini dei video da Consorzio di tutela di Montepulciano e Pixabay - interviste NapoliToday)

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