Misteri di Napoli: le 42 mummie aragonesi
Sono ben 42 e si trovano in sarcofagi custoditi nella chiesa di San Domenico Maggiore. Tra loro 10 tra re, regine e principi
Tra i mille tesori del centro storico di Napoli, dove si incontrano culture e culti, tradizioni e misteri, ci sono anche 42 mummie. Una serie che gli studiosi definiscono senza esitazioni "unica in Italia non solo per l'antichità e per lo stato di conservazione dei corpi, ma anche e soprattutto perché si tratta di personaggi storici, di cui si conosce dettagliatamente la vita e la causa di morte".
Realizzate in pieno rinascimento aragonese, sono state infatti accuratamente studiate dagli anatomopatologi nel secolo scorso: vestiti, armi, gioielli e malattie hanno fornito indicazioni preziose per la comprensione di quel momento storico. Una ventina i big identificati con certezza tra cui i re Alfonso I, Ferrante I e Ferrante II, la regina Giovanna IV, il cardinale di Cosenza Flavio Orsini. Tra le 42 mummie aragonesi c'è anche un bambino: è il duca di Montalto, morto a soli 12 anni.
Le mummie sono riposte in sarcofagi di legno, in alcuni casi riportanti epigrafi e incisioni, custoditi dagli inizi del 1700 sopra la tribuna lignea nella sacrestia moumentale della chiesa di San Domenico Maggiore, da sempre luogo mistico e fascinoso. Le casse, in origine, erano sparse nella chiesa: a volerle sistemare nella sacrestia fu, nel 1594, il re Filippo II di Spagna.
Solo 35 delle 42 mummie ritrovate, però, secondo gli esperti, sono state realizzate artificialmente, e con una tecnica di conservazione molto complessa, di sicura derivazione alessandrina (in passato, infatti, gli egizi furono a lungo molto attivi nella nostra città e assai diffusi erano i loro culti). Sono 7 invece i casi di "mummificazione naturale", probabilmente dovuta alle particolari condizioni batteriologiche e climatiche della chiesa