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Strage del 6 agosto 1863: un monumento ricorderà i Martiri di Pietrarsa

Monumento per ricordare la strage degli operai delle Officine di Pietrarsa

A cinque anni dall'intitolazione della prima strada in Italia ai Martiri di Pietrarsa, il Sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, attraverso l'assessore alla Cultura e alla Toponomastica Pietro De Martino, decide di realizzare un monumento edicato agli operai uccisi durante la strage del 6 agosto 1863 mentre scioperavano per il diritto al lavoro, davanti all'opificio ferroviario che si trova al confine tra San Giorgio a Cremano e Portici. 

Il monumento sarà collocato sulla strada già dedicata ai Martiri di Pietrarsa e sarà realizzato su un'idea presentata gratuitamente dall'architetto Umberto Ricciardi. In questo modo via Martiri di Pietrarsa - spiega un comunicato -diventerà simbolo del diritto al lavoro e dell'importanza che la città di San Giorgio a Cremano attribuisce ad uno dei principi fondamentali sanciti nella Costituzione Italiana.

La strage di Pietrarsa

La strage, che segnò profondamente la storia, non solo di quel periodo ma anche delle generazioni successive, avvenne il 6 agosto del 1863 e richiamò l'attenzione sulla libertà e sulla dignità personale dei lavoratori del Mezzogiorno d'Italia. Erano i tempi dell'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia, quando il Sud veniva depredato della sua ricchezza, arte, cultura e diritti non senza il sacrificio di tante vite umane. e Officine di Pietrarsa erano il maggiore stabilimento siderurgico del  Regno delle Due Sicilie e parte del più importante polo industriale dello Stato. Erano state costituite al fine di supportare la costruzione della rete ferroviaria nazionale, che aveva avuto il suo punto di inizio nella costruzione della Ferrovia Napoli-Portici. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, lo stabilimento iniziò ad essere smantellato e gli operai vennero lasciati senza lavoro e senza stipendi. Iniziarono così una serie di scioperi, fino a che non intervenne l'esercito sabaudo. Nell'eccidio persero la vita Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri,e tanti altri lavoratori morirono successivamente, a causa delle ferite riportate 

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