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Giovedì, 28 Marzo 2024

Tornano i piatti mitici degli anni '70 nel menù della trattoria "Ieri, Oggi e domani"

Se li avete persi, è l'occasione giusta per assaggiarli: a Napoli erano i piatti cult di feste, ricevimenti e ristoranti in un'epoca in cui era permesso sognare. NapoliToday li ha provati, con alcuni dei grandi protagonisti di quei tempi

Con la consulenza storica e organizzativa del giornalista Giuseppe Giorgio, nel menù della trattoria di via Nazionale "Ieri, oggi e domani" tornano piatti iconici dei mitici anni '70. Chi li ha amati avrà la possibilità (finalmente) di tornare a mangiarli, nell'esecuzione dello chef Antonio Castellano che non rinuncia qua e là a qualche innovazione, nello spirito della sua cucina; chi non li ha mai provati, potrà capire perché piacevano e perché sono in tanti a sentirne la mancanza.

I piatti cult degli anni '70

I piatti cult degli anni '70, e almeno fino ai primi anni '90, erano piatti generosi nel sapore, decisamente semplici nell'esecuzione e capaci di testimoniare il desiderio di sperimentare, innovare, mescolare culture e tradizioni. In una parola osare, con brio. Si inizia dal padre di tutti gli aperitivi, il Tequila Sunrise, servito immancabilmente con patatine, olive verdi e mandorle salate; il Pan canasta con la sua farcitura di maionese a tenere assieme prosciutto cotto, formaggio fresco, lattuga e pomodoro; lo sciccosissimo cocktail di gamberi, presentato in coppetta da champagne, accompagnato da un ombrellino di carta su stuzzicadenti. E poi i primi: le farfalle vodka e salmone e i maccheroncini fumè che non rinunciavano alla panna e la profumavano di funghi. Per secondo pesce fresco di grossa pezzatura in bellavista (lo chef Castellano ha scelto un ottimo dentice) con patate prezzemolate. E infine il dolce che era immancabilmente quello: la zuppa inglese napoletana ovvero pan di Spagna spugnato di liquore dolce e farcito con crema. La versione tradizionale imponeva stampo ovale o rettangolare, pan di Spagna molto alto, solo crema inglese, sciroppo a base di Alchermes e copertura con meringa morbida flambata: da servire a fette generose. Molto diversa la versione ideata da Castellano.

Tornano a tavola i piatti cult dei mitici anni '70 (ph A. De Cristofaro, NT)

L'ingresso dei nuovi-antichi piatti in menù è stato celebrato con una vera e propria festa, tra la gioia di trovare nei sapori ricordi condivisi e scoprire novità, e la voglia di cantare le tante colonne sonore passate indenni attraverso quasi mezzo secolo divenendo cult per generazioni e generazioni, grazie alla presenza dei fondatori de “Il Giardino dei Semplici” Gianfranco Caliendo e Gianni Averardi, la voce solista dell'Orchestra Italiana di Renzo Arbore Gianni Conte e l'attore comico Lino D'Angiò, che assieme al patron del locale Pasquale Casillo (peraltro dotato di una gran bella voce) hanno intonato “Miele”, “M'innamorai" e “Concerto in la minore” (al pianoforte Caliendo); le evergreen “Mi ritorni in mente” e “Pensiero” cantate da Gianni Conte; “Champagne” perfettamente imitata dal gigionesco D'Angiò e tante altre. Particolarmente apprezzato il passo a due di Giuseppe Giorgio e la bella pastry blogger e cake designer Valentina Cappiello 

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