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Baya: un angolo di paradiso tra cielo e mare per lasciarsi coccolare dalla buona cucina

Ai fornelli Federica Amoroso, giovane chef che si è fatta conoscere in particolare per i piatti di pesce, all'insegna della grande tradizione napoletana esaltata da piccole geniali innovazioni

Quella di Baya è una storia tutta napoletana, fatta di passione, caparbietà, antica sapienza e generosità. Siamo infatti alla fine degli anni '70 quando Emilio Lucci, andando a lavoro, a Monte di Procida, nota un piccolo apprezzamento di terreno sospeso tra cielo e mare. Si tratta di un incolto divorato dai rovi e ricoperto di rifiuti, eppure Emilio guardandolo vede altro: una terrazza a verde, sedie eleganti e tintinnio di bicchieri, musiche di sottofondo. Classe 1950, mani abituate al lavoro duro, Emilio è uno di quelli che i sogni vuole realizzarli e così, tanto fa, che riesce ad acquisire il terreno. E' il 1982. Comincia così la sua avventura: ogni attimo libero dal lavoro lo dedica alla cura di quel terreno: lo ripulisce, lo libera da rovi e sterpaglie e in segheria, con l'aiuto del fratello Mastro falegname, inizia a dare forma a quello che oggi è un vero angolo di paradiso, sospeso tra cielo e mare, da cui si vede uno dei più spettacolari tramonti che i Campi Flegrei sanno donare.

E' il 1996 quando Emilio completa il nucleo centrale di Baya: "All'inizio c'era il giardino, con dondoli e tavolini e solo la facciata anteriore del locale, una sorta di quinta, tanto da sembrare di essere a Cinecittà", racconta Emilio, con gli occhi che gli brillano. Quella terrazza, nella bella stagione, diventa ben presto il ritrovo segreto, una sorta di "salotto bohemién", di una raffinata clientela internazionale che ama l'ospitalità e la schiettezza di Emilio e della moglie che in un cucinino prepara bruschette e spremute. Ma Emilio vuole di più. Soprattutto "la bellezza non ha senso se viene tenuta per sé - dice - va messa a disposizione, condivisa, come la tavola". Il lavoro così continua, coinvolgendo anche il figlio di Emilio, Salvatore, che dopo la scuola corre in falegnameria per affinare e modellare tavole o ai fornelli del locale per aiutare la mamma Lena, facendo proprio il sogno del padre.

Baya, grande cucina tra cielo e mare (ph A.De Cristofaro - NT)

Tutto quello che c'è a Baya è fatto in egual misura di cuore e di ingegno, a mano, dalla famiglia Lucci, per un risultato di puro charme:  l'accogliente cottage di legno colorato d'azzurro e bianco e ampie finestre che si aprono sul cielo e il mare, la terrazza per pranzare all'aperto con un panorama che toglie il respiro, il giardino per conversare e sorseggiare cocktail. Nel 2019 quindi, a ridosso della pandemia, Baya diventa ufficialmente Baya restaurant. Emilio a Salvatore passa le redini assieme alla capacità di sognare e al desiderio di condividere e accogliere. Così Salvatore, dall’estate del 2021, chiama ai fornelli Federica Amoroso, giovane e assai promettente chef, formatasi prima in diverse strutture dei Campi Flegrei e poi nel Piemonte che propone una cucina fatta di sapori schietti e genuini, pescato freschissimo e selezionatissimi prodotti del territorio, con seducenti tocchi di originalità e porzioni generose.

Pochi i posti (circa 25 quelli all'interno del cottage),  assolutamente indispensabile la prenotazione, Baya ha un solo unico vero problema: più che difficile, infatti, è impossibile andare via senza lasciarci il cuore   

   

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