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Operatori sanitari uccisi dal Covid: un ricordo per Roberto Maraniello

Poco prima di morire Roberto Maraniello aveva scritto su Fb "siamo eroi, non kamikaze"

Durante questo lungo interminabile anno di lotta al Covid, abbiamo visto con sgomento e senso d'impotenza che tanti operatori sanitari e sociosanitari impegnati in prima linea non ce l'hanno fatta. Persone straordinarie, prima ancora che professionisti, colleghi ed amici a cui oggi intendiamo tributare un ricordo commosso e infinita gratitudine. Il loro sacrificio ha costituito e costituisce tuttora il simbolo estremo di generosità e altruismo, di abnegazione e alto senso del dovere, che contraddistingue la nostra società civile”, spiega in un comunicato Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, in vista della prima 'Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato' che si tiene oggi, 20 febbraio.

Roberto Maraniello: "siamo eroi, non kamikaze

Tra le vittime del dovere , tra i tanti sanitari uccisi dal Covid, il cui numero è purtroppo sempre in continuo divenire, c'è anche Roberto Maraniello, infermiere e segretario generale Fials di Napoli, portato via il 24 aprile 2020 all'età di 56 anni.

Il figlio Ciro, anche lui infermiere, in forza al Monaldi di Napoli, dice: “Papà ha mosso i primi passi prestando servizio all'interno delle carceri di Poggioreale. Un'esperienza dura per un giovane di soli 26 anni, ma per papà, amante delle sfide, un inizio di carriera come un altro”.

Roberto aveva quindi vinto il concorso al Cardarelli: “Era il primo a svegliarsi la mattina per prepararsi nel dettaglio – ricorda ancora il figlio – gli piaceva dare una risposta a ogni domanda. Un cultore della materia fin da quando le scienze infermieristiche erano agli albori".

Una carriera piena di soddisfazioni e riconoscimenti quella di Roberto Maraniello, fino ad arrivare alla segreteria provinciale Fials, apprezzato punto di riferimento per tutti i colleghi di Napoli. “Qualsiasi tipo di criticità lo trovava pronto - precisa il figlio  – una delle sue ultime battaglie è stata quella per far avere i Dpi agli operatori sanitari”. Meno di un mese prima di essere ucciso dal Covid, infatti, sul profilo Facebook aveva scritto “Siamo eroi, non siamo kamikaze”.

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