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E' a Port'Alba il primo divieto anti-assembramento nella storia della città di Napoli

Prevede una multa da pagare "irremisibilmente". Ecco di cosa si tratta

A Port'Alba c'è un divieto molto speciale, realizzato nello stile in uso tra il 18mo e il 19mo secolo: lettere incise con lo scalpello su una grossa lastra di marmo, inchiodata sotto la volta della Porta più famosa della nostra città, più o meno all'uscita/ingresso di Piazza Bellini. "A tutti gli effetti si tratta del primo divieto anti-assembramento della nostra città", spiega a NapoliToday l'ing. Michele La Veglia, cultore della storia di Napoli e profondo conoscitore di luoghi e curiosità della città

Divieto di assembramento a Port'Alba

L'ing La Veglia ci racconta che il divieto risale al 19 gennaio del 1796 e porta la firma del Duca di Bagnoli e del Segretario del Regno Girolamo Vassallo. A stabilire il divieto furono i deputati del "Tribunale della Mattonata e acqua", dopo numerose segnalazioni e denunce, perché molti venditori di generi commestibili avevano preso l'abitudine di fermarsi sotto la Porta a esporre la mercanzia, contrattare o parlare, rendendo difficile se non impossibile il passaggio di carrozze e carri.

Da qui la decisione di vietare inderogabilmente la sosta sotto la Porta. La pena stabilita per i trasgressori non era da poco: 24 ducati da pagarsi "irremisibilmente",

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