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Napoli scopre i vini della Sardegna con il Cannonau (Video)

All’Hotel Renaissance con Ais Campania è andata sold out la degustazione che ha fatto scoprire ai napoletani i territori sardi attraverso nove etichette del suo vitigno più antico

Nove bicchieri per far scoprire la Sardegna e i suoi territori ai napoletani attraverso il suo vitigno più prezioso, il Cannonau.

E’ questo l’intento di Cannonau, Anima Sarda, seminario curato dal manager e wine maker Roberto Gariup, con degustazione guidata di Tommaso Luongo e Pietro Iadicicco dell’AIS Campania che si è svolta al Renaissance di Napoli.

Per la collettività della Sardegna si ha un’idea legata al turismo e al jet set più glamour, ma è un’isola fatta di tradizione e di un’economia agroalimentare genuina e più autentica ed è quella che si vuole mostrare a Napoli attraverso nove etichette di Cannonau composte da otto bottiglie di vino rosso e una di rosato.

La poesia del Cannonau

Il Cannonau è un vitigno autoctono ed è piantato in numerosi territori nel mondo. Però in pochi riescono a coglierne la sua essenza più pura nel suo sapore e nei suoi profumi.

Si può dire che in Roberto Gariup e nella sua azienda il Cannonau ha una sua reinterpretazione che se fosse un testo teatrale o letterario sarebbe quella più poetica, fatta di una poesia che solo i napoletani riuscirebbero a cogliere.

Gariup é wine maker e manager vitivinicolo. E’ friulano d’origine ma vive, come scelta di vita, in Gallura da 14 anni.

Se si conosce la sua filosofia enoica è comprensibile la sua scelta dove c’è dietro una voglia di osare con le macerazioni e di sperimentare con diversi contenitori.

Roberto Gaiup crede nella longevità dei vini e ha scelto la strada della lunga vita delle etichette. No quindi a veloci imbottigliamenti, a vini da mettere in commercio subito, a bianchi che non abbiano nerbo e colore, a rossi alcolici e muscolosi. Un minimalismo enologico in Sardegna si può fare, a patto che si rispetti l’uva e la terra dove cresce.

Nel 2018 crea con degli amici l’azienda Venas per la produzione di vini bianchi macerati e Cannonau prodotti in maniera “naturale”.

Dal 2019 ad oggi gestisce e amministra l’azienda agricola La Contralta come consulente di direzione oltre che wine maker per l'intera produzione vinicola.

Dietro queste convinzioni e soprattutto vocazione si spiega la sua proposta del Cannonau e ciò che arriva a coloro che degustano i suoi vini.

Alla scoperta dei territori della Sardegna del Cannonau

A Napoli è andato sold out questo seminario di degustazione di nove etichette di Cannonau pressoché introvabili. Essendo dei rossi i piatti che si abbinano meglio sono delle carni, ma ci si può anche stupire e di abbinarlo alla pizza e a una buona mozzarella.

Al di là della degustazione e degli abbinamenti di cibo migliori per esaltarlo, si scopre che il Cannonau è un vino contemporaneo che ha radici antichissime.

Un’uva dai mille nomi e con un’origine ancora non del tutto chiara: prima si pensava venisse dalla Spagna, dove è tutt’ora chiamato garnacha, intorno al 1400. Recenti scoperte hanno invece dimostrato che vive in terra sarda almeno dal 1200 a.C. e da qui si sarebbe diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo mostrando tutta la sua capacità di adattamento, soprattutto ai climi caldi.

Ma sono i suoli a disfacimento granitico della Sardegna a esaltare la sua naturale vocazione alla finezza aromatica e alla delicatezza tannica conservando nel contempo grande bevibilità e una profonda identità esaltate dalle micro differenze territoriali di Barbagia e Ogliastra, Romangia e Mamoiada, Oliena, Jerzu e Dorgali.

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