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Sul Faito in Tempesta per un'esperienza unica

Alle Neviere del Monte Faito, questo fine settimana, due giorni di Tempesta, da Shakespeare con l'allestimento di Casa del Contemporaneo e Teatro di Napoli - Teatro Nazionale

Il Faito è una "terra di mezzo", incastonata tra i golfi di Napoli e Salerno, accarezzata dalle due coste più belle del mondo, costellata da antichi sentieri e profumata di essenze di montagna: un luogo incantato dove prende vita - magia nella magia - la Tempesta di Shakespeare nell'allestimento di Casa del Contemporaneo e Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, per regia e progetto di Rosario Sparno.

Immersione nella Tempesta

Tempesta non è assolutamente uno spettacolo tradizionale, ma un’esperienza di teatro immersivo, dove il confine tra spettatore e attori, realtà e recitazione, scena e vita si smaterializza: completamente immersi nella natura, infatti, gli spettatori diventano essi stessi protagonisti.

A rendere tutto ancora più suggestivo il fatto che l'allestimento del testo shakespeariano è completamente “green”, a "impatto zero", senza l'utilizzo di corrente elettrica e senza montaggio palco, sedie, layer, etc. . “Nel mondo perfetto immaginato da Calibano la natura produce tutto da sé – ricorda il regista Rosario Sparno – e anche la performance da noi proposta sembra come evocata dalla natura stessa. Le fronde dei faggi secolari guidano i corpi sulla scena e le onde dal mare in lontananza portano alla bocca le parole dei poeti, da Shakespeare a Eduardo. Un’esperienza ‘con’ la natura piuttosto che semplicemente ‘nella’ natura”.

In scena Massimiliano Foà, Luca Iervolino, Paola Zecca, accompagnati dalle sonorità dal vivo di Massimo Cordovani e dalle istallazioni artistiche di Antonella Romano.

Lo spettatore si troverà nell’isola incantata nata dalla fantasia del drammaturgo inglese, allontanandosi pian piano dalla realtà in una sorta di rito di passaggio prima dell’esperienza teatrale vera e propria.
 

Passeggiata e spettacolo

Il pubblico percorrerà i sentieri che conducono alle Neviere accompagnato da guide specializzate, allontanandosi pian piano dalla realtà e immergendosi nella flora del luogo, in una sorta di rito di passaggio prima dell’esperienza teatrale. “Lavorare sul testo di Shakespeare in un luogo magico come il Faito ha donato al mio operare artistico apertura e spazialità -  così Antonella Romano descrive il percorso che l’ha portata da attrice ad artista a tutto tondo a realizzare le istallazioni in ferro e lamiera che sono al centro di questo particolare allestimento a impatto zero - La natura ingloba tutto restituendo potenza ed energia ai corpi, alle parole, agli oggetti scenici, alla musica, tutte note di uno stesso spartito che ben orchestrate fanno la magia del teatro, trasformandola in una profonda esperienza per chiunque voglia attraversare questa magnifica Tempesta”.

I suoni musicali che viaggiano durante lo spettacolo sono favoriti da una diffusione nell'ambiente che, nonostante ci si trovi in uno spazio all'aperto, restituisce agli spettatori ogni piccola sfumatura. “Il vibrafono può giocare con il folletto Ariel, i tamburi e le lamiere sospese agli alberi possono creare tempeste e stare in scena con Prospero e Calibano, le chitarre possano scherzare con Miranda e Ferdinando - scrive in una nota il musicista Massimo Cordovani - Uno strumento particolare si trova al centro della postazione che occupo: un tamburo armonico, dal suono ipnotico, derivante dalla fusione di due strumenti noti anche come Handpan. La Rammerdrum che Marco Tirino ha realizzato dandomi la possibilità di portarlo in scena. La magia è già nel posto, nelle parole immortali, nella perizia degli attori, nei costumi, nell'allestimento. A noi, con il suono, non rimane che stare lì con tutto questo, attenti a contribuire a questa sospensione con il nostro sogno migliore”.

Tempesta

Tempesta da Shakespeare Casa del Contemporaneo/Le Nuvole e Teatro di Napoli - Teatro Nazionale progetto e regia Rosario Sparno con Massimiliano Foà, Luca Iervolino, Paola Zecca.

Musica dal vivo Massimo Cordovani

Installazioni Antonella Romano

I assistente alla regia Henrike Beran

Come vestirsi

Spettacolo itinerante con possibili sedute a terra, si consigliano abiti e scarpe comode. Lo spettacolo sarà anticipato da una passeggiata naturalistica condotta da guide specializzate.

Luogo di ritrovo: Monte Faito, Rifugio di San Michele – via Nuova Monte Faito in prossimità della Chiesa di S. Michele e del sentiero per il Molare

Come arrivare

  • Per arrivare: Funivia del Faito da Castellammare di Stabia o con auto da Vico Equense (parcheggio al Rifugio)
  • Accoglienza del pubblico da 30 minuti prima dell’orario di inizio.
  • Il tragitto in Funivia EAV è gratuito fino ai 12 anni: in occasione delle repliche dello spettacolo Tempesta, grazie alla collaborazione della produzione con EAV, sono stati potenziati i trasporti pubblici, in particolare le corse della funivia del Faito.
  • Prenotazione e preacquisto del biglietto obbligatori (biglietto unico € 10 per adulti e bambini dai 6 anni)

I faggi del Faito

Il Faito deve il suo nome ai faggi che lo ricoprono e che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua storia. Questi faggi secolari del Faito (probabilmente tra gli esemplari più longevi d’Italia) sono i testimoni viventi della ormai estinta industria della neve: bordano le neviere, le fosse dove, un tempo, nel periodo invernale si ammassava la neve caduta al Faito. Nei mesi estivi, la neve veniva cavata e trasportata in blocchi ai porti di Vico Equense e Castellammare di Stabia per essere venduta a Napoli. Il ruolo dei Faggi per l’industria della neve era così importante da essere protetti da apposite leggi che ne vietavano il taglio. L’industria della neve ha cessato di esistere nei primi anni del ‘900 con l’avvento delle macchine elettriche per la produzione del ghiaccio.

Il Monte Faito oggi è una grande area verde, utilizzata dalla popolazione per passeggiate, scampagnate, eventi e attività sportive. Dal Piazzale dei Capi si gode di un belvedere sul golfo di Napoli, con vista su Ischia e Procida ma anche sulla vicina Capri. Sulla vetta si trova il Santuario di San Michele, al confine tra Pimonte e Vico Equense. Il sentiero è sempre largo e comodo, senza possibilità di errore, ed è facilmente percorribile da tutti.

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