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La Corona dei Borbone all'Archivio di Stato

Fu fatta realizzare da Elisabetta Farnese per il figlio Carlo III con oltre 300 diamanti di caratura eccezionale. La storia del gioiello, che probabilmente finì nelle mani dell'ammiraglio Orazio Nelson

A disegnare questo straordinario gioiello e poi a realizzarlo fu l’orafo di Avignone Claude Imbert. Era il 1732 e a chiamarlo era stata Elisabetta Farnese, nata principessa di Parma e Piacenza, ultima a portare il nome dei Farnese, regina di Spagna come consorte di Filippo V e, soprattutto, madre di colui che sarebbe diventato re delle Due Sicilie con il nome di Carlo III. 

Il 3 luglio 1735 nella cattedrale di Palermo si svolse la solenne cerimonia di incoronazione e la corona fu posta sul capo di Carlo.

Del gioiello, tempestato con oltre 300 diamanti di caratura eccezionale, si persero le tracce nel 1799, l'anno della Rivoluzione: Ferdinando IV, figlio di Carlo III, l'aveva con sé quando si trasferì a Palermo, mentre Napoli veniva invasa dalle truppe francesi. 

A ricostruire le vicende della corona dei Borbone è il prof. Ciro Paolillo, esperto di gemmologia investigativa, nel libro edito da Gangemi “L’enigma della corona. Carlo III di Borbone e i diamanti Farnese”. "Una parte dei diamanti – racconta il prof. Paolillo - potrebbe essere stata acquisita dall’ammiraglio inglese Orazio Nelson". A confermare l'ipotesi il ritrovamento di un documento del 1801 che attesta la vendita da parte di Nelson, per saldare debiti di gioco, di preziosi per 3mila sterline. Una cifra a dir poco astronomica per l'epoca. 

Sulla base dei disegni originari dell'orafo Claude Imbert, conservati proprio all'Archivio di Stato di Napoli, il prof. Ciro Paolillo, ha voluto realizzare - a sue spese - una copia esatta del gioiello, adesso in esposizione presso l'Archivio di Stato di Napoli. 

Corona dei Borbone all'Archivio di Stato (foto Marco Ellis)

Accompagnato dalla delegata per la Campania dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, marchesa Federica de Gregorio-Cattaneo, all'Archivio di Stato si è recato lo scorso fine settimana anche il principe Carlo di Borbone, pretendente al trono delle Due Sicilie, che si è soffermato a lungo nelle sale dell’Archivio, con i suoi 70 chilometri di incartamenti tra i più importanti di Europa, e in particolare davanti ai documenti del Fondo Borbone.

“Tanta parte del nostro archivio si riferisce alla sua dinastia, per cui questa è anche casa sua – ha detto al principe la direttrice dell'Archivio di Stato Candida Carrino – E il fondo, che è molto studiato, riserva sempre nuove scoperte”. La dottoressa Carrino è stata nominata dama di merito dell’ Ordine Costantiniano di San Giorgio. Nomina di cavaliere di grazie ecclesiastico per il vicario provinciale dei Frati Minori, Padre Giuseppe Sorrentino.

Carlo di Borbone si è trattenuto in città 3 giorni, ed è stato tra l'altro alla Scuola militare Nunziatella, al Museo Ferroviario di Pietrarsa e alla Fondazione Real Monte Manso di Scala. 

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