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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Dal Rione Traiano al red carpet di Venezia: un 29nne napoletano consacrato miglior regista di corti

Gli studi al Liceo Boccioni di via Terracina, l'Accademia di Belle Arti di Napoli, il lavoro con i ragazzi delle periferie: la storia del napoletano che ha incantato la critica alla Settimana del cinema di Venezia

Tra i premiati alla Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia c'è anche un giovanissimo napoletano.

29 anni, studi al Liceo artistico di Terracina, a Fuorigrotta, e poi all'Accademia di Belle Arti partenopea, è stato consacrato miglior regista di cortometraggi (sezione Short Italian Cinema -SIC) alla Settimana Internazionale della Critica, la più prestigiosa tra gli spin-off della kermesse veneta, giunta quest'anno alla 35ma edizione. In giuria i produttori cinematografici Nicola Giuliano, Donatella Palermo e Giovanni Pompili.

Le mosche napoletane a Venezia

In 15 minuti, il regista napoletano racconta in bianco e nero la storia di quattro ragazzini (impersonati dagli attori Roberto Navarra, Ciro Nacca, Luciano Gigante e Antonio Castaldo, con una partecipazione speciale di Salvatore Striano) che, sullo sfondo della nostra città, fredda e distante, si muovono come mosche verso il loro destino.

Dal Rione Traiano al red carpet di Venezia

Il miglior regista di cortometraggi alla 35ma Settimana internazionale della critica di Venezia è Edgardo Pistone.

Classe 1990, Pistone è cresciuto al Rione Traiano.

Ha studiato prima al Liceo artistico Umberto Boccioni di Terracina, a Fuorigrotta, quindi si è laureato - con il massimo dei voti - all'Accademia di Belle Arti di Napoli.

Nonostante la giovanissima età, vanta già una carriera di tutto rispetto come regista e autore, fotografo e sceneggiatore: è stato aiuto regista in “Selfie” di Agostino Ferrante - presentato alla 76′ edizione della Biennale e vincitore del David di Donatello come miglior documentario del 2019 - e il suo "Per un’ora d’amore" nel 2015 ha vinto come miglior corto autoprodotto al Napoli Film Festival del 2015.

Le mosche - ha avuto modo di spiegare il regista - è dedicato ad un amico di infanzia, Attilio Montagna. E proprio l'amicizia e un immenso, sconfinato amore per i giovani di Napoli e, in particolare, per i ragazzi delle periferie, sono alla base del lavoro di Pistone che, tra l'altro, collabora con associazioni e scuole per insegnare ai giovani i segreti del cinema che è un po' come insegnare che i sogni, se si lavora duro e bene, possono diventare realtà.

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