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I napoletani e l'autonomia differenziata: le esilaranti risposte

Mentre la discussione sul disegno di legge Calderoli entra nel vivo, ecco quanto sanno e cosa pensano i napoletani dell'imminente riforma

L'autonomia differenziata era nel programma di Governo. Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli ha messo a punto il disegno di legge (ddl). Il Consiglio dei Ministri ha dato il suo ok: per il governatore del Veneto Luca Zaia è stata "una giornata storica", per il leader della Lega Matteo Salvini è "una promessa mantenuta". Mentre in pochi fanno notare le criticità della riforma dal punto di vista dell'equità nell'accesso sia ai servizi sia ai diritti civili e sociali, e le inevitabili ricadute sull’anima del Paese, cosa ne pensa chi vive lontano dalle sedie del potere e dai circoli politici? E più specificamente cosa ne pensano i napoletani?

NapoliToday è andato a chiederlo in giro.

Inutile dire che le risposte sono state esilaranti, nel tipico stile partenopeo: tra il serio e il faceto, la parola autonomia spariva lasciando il campo alla differenziata che impone - come sappiamo - di separare i rifiuti. Qualcuno suggerisce di lasciare andare il Nord, a patto che restituisca almeno una parte di quello che nei secoli ha portato via al Sud. Qualche altro ci ha cantato una canzone, perché tanto il potere fa quello che vuole. Di certo, dalle tante voci che abbiamo sentito, risultano due cose: la prima è che la questione è conosciuta poco o nulla. La seconda è che la gente - quella vera, che lavora duro e spacca il centesimo perché all'euro fin troppo spesso non ci arriva - percepisce il potere politico in genere e il Governo in particolare come altro da sé, lontano se non proprio nemico.

Dietro le battute, le cantate e gli sfottò, dunque, un invito e un monito ai nostri politici, tutti, nessuno escluso.

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