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Università, classifica Censis: non bene gli atenei napoletani nelle rispettive graduatorie

Federico II, L'Orientale e Suor Orsola Benincasa si collocano all'ultimo posto nelle rispettive graduatorie (Mega atenei statali, medi atenei statali e medi atenei non statali). Va meglio all'Università Vanvitelli, quintultima tra i grandi atenei statali e alla Parthenope, quartultima tra i medi atenei statali

Anche quest’anno è disponibile la Classifica Censis delle Università italiane, giunta alla sua ventunesima edizione: uno strumento che è stato creato per fornire orientamenti alle scelte di tutti gli studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità. 

Va male agli atenei napoletani: Federico II, L'Orientale e Suor Orsola Benincasa si collocano all'ultimo posto nelle rispettive graduatorie (Mega atenei statali, medi atenei statali e medi atenei non statali). Va meglio all'Università Vanvitelli, quintultima tra i grandi atenei statali e alla Parthenope, quartultima tra i medi atenei statali. 

Nota metodologica

La valutazione delle singole aree didattiche degli atenei statali si basa sull’analisi di 2 famiglie di indicatori: progressione della carriera degli studenti e internazionalizzazione. Il punteggio di ogni singola famiglia, a sua volta, è il frutto di una opportuna aggregazione di una serie di indicatori, specifici per ciascuna famiglia di valutazione. Il voto finale, infine, è la media aritmetica dei punteggi di sintesi delle due famiglie di valutazione. La valutazione degli Atenei è avvenuta attraverso l’analisi di sei famiglie di indicatori: i servizi, le borse di studio e i contributi, le strutture, il sito web, l’internazionalizzazione e l’occupabilità (valutata solo per gli atenei statali).

Gli atenei statali sono stati suddivisi in cinque gruppi sulla base del numero di iscritti nell’A.A.2019-20 desunto dall’elaborazione condotta dall’Ufficio di statistica del Ministero dell’Università e della Ricerca su dati Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari (aggiornamento fornito il 22 marzo 2021). I gruppi sono stati individuati mediante i seguenti criteri: - fino a 10.000 iscritti : “PICCOLI”; - da 10.000 a 20.000 : “MEDI”; - da 20.000 a 40.000 : “GRANDI”; - oltre 40.000 : “MEGA” - Politecnici

Gli atenei non statali sono stati suddivisi in tre gruppi sulla base del numero di iscritti nell’A.A.2019-20 sempre desunto dall’elaborazione condotta dall’Ufficio di statistica del Ministero dell’Università e della Ricerca su dati Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari (aggiornamento fornito il 22 marzo 2021). I gruppi sono stati individuati mediante i seguenti criteri: - fino a 5.000 iscritti: PICCOLI”; - da 5.000 a 10.000: “MEDI”; - oltre 10.000: “GRANDI”.

Mega atenei statali

Tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) nelle prime quattro posizioni si mantengono stabili, rispettivamente, l’Università di Bologna, prima con un punteggio complessivo pari a 91,8, inseguita come gli scorsi anni dall’Università di Padova, con un punteggio pari a 88,7. Seguono, scambiandosi le posizioni della precedente annualità, La Sapienza di Roma, che con 85,5 sale dal quarto al terzo posto, e l’Università di Firenze, che retrocede dal terzo al quarto, riportando il valore complessivo di 85,0. Rimane stabile in quinta posizione l’Università di Pisa, con un punteggio di 84,8, cui segue Università di Torino, che si riprende una posizione in graduatoria (82,8). Al settimo posto si colloca una new entry: l’Università di Palermo, passata dai grandi ai mega atenei statali, che con 82,7 di punteggio totale si posiziona prima della Statale di Milano (81,8). Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II, preceduta dall’Università di Bari in penultima posizione.

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Grandi atenei statali

L’Università di Perugia mantiene la posizione di vertice della classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenendo un punteggio complessivo di 93,3. Sale di sei posizioni l’Università di Salerno, che passa dall’ottavo al secondo posto (91,8), incrementando di 17 punti l’indicatore relativo alle borse e altri servizi in favore degli studenti, di 5 quello dell’occupabilità, di 4 quello della comunicazione e dei servizi digitali e di 2 quello dell’internazionalizzazione (stabile resta il valore dell’indicatore delle strutture e si riduce di un’unità quello dei servizi). Arretra di una posizione l’Università di Pavia (91,2), che scende in terza posizione a causa soprattutto della riduzione di tre punti dell’indicatore delle borse e altri servizi in favore degli studenti. Stabile al quarto posto l’Università della Calabria (punteggio complessivo 90,2), a cui segue con un punteggio di 89,7 l’Università di Venezia Ca’ Foscari, che quest’anno compie un salto dimensionale che dai medi la porta al quinto posto tra i grandi atenei statali. Retrocede in sesta posizione (88,5), perdendo tre posizioni, l’Università di Parma, seguita dall’Università Milano Bicocca in settima posizione con un punteggio di 88,0. A pari merito, all’ottavo posto con 86,7 si collocano, da un lato, l’Università di Cagliari, che perde tre posizioni rispetto allo scorso anno, soprattutto per la contrazione di 17 punti dell’indicatore comunicazione e servizi digitali, non compensata dagli incrementi degli indicatori internazionalizzazione occupabilità e servizi; dall’altro, l’Università di Modena e Reggio Emilia, che scende di una posizione, in conseguenza delle contrazioni dei valori degli indicatori borse e altri servizi in favore degli studenti, servizi e occupabilità. Al nono posto, risalendo di due posizioni, troviamo l’Università di Verona che, ad eccezione dell’indicatore delle strutture, riporta incrementi positivi per tutte le altre famiglie di indicatori. Altro nuovo ingresso tra i grandi atenei statali è rappresentato dall’Università di Bergamo, anch’essa proveniente dal grippo dei medi, che con il punteggio di 83,7 si colloca in tredicesima posizione. Chiudono la classifica dei grandi atenei statali, l’Università di Messina (76,5), di Chieti e Pescara (78,3) e di Catania (78,5), quest’ultima proveniente dal gruppo dei mega atenei statali, che si inseriscono, rispettivamente, in ultima, penultima e terzultima posizione.

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Medi atenei statali

Anche quest’anno è l’Università di Trento a guidare la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), con un punteggio complessivo pari a 97,3. È l’incremento di 16 punti dell’indicatore internazionalizzazione a garantire all’ateneo il mantenimento della posizione di vertice, a fronte delle riduzioni riportate da tutte le altre famiglie di indicatori. Con un punteggio complessivo di 94 punti, l’Università di Siena scala una posizione e si colloca al secondo posto, scavalcando l’Università di Sassari che retrocede in terza, a pari merito con l’Università di Udine, che guadagna tre posizioni, grazie soprattutto ai 18 punti guadagnati per l’indicatore comunicazione e servizi digitali. Entrambe raggiungono un punteggio complessivo pari a 92,8. La quarta posizione è mantenuta dall’altro ateneo friulano, l’Università di Trieste, che resta quarto in classifica (punteggio complessivo 92,0). Altrettanto stabile, in quinta posizione, è l’Università Politecnica delle Marche, sommando un punteggio pari a 91,3. Sale, invece di tre posizioni l’Università del Salento che grazie alla crescita degli indicatori servizi, internazionalizzazione e occupabilità è sesta in graduatoria (punteggio complessivo 87,7). Quest’anno la classifica dei medi atenei statali ospita, inoltre, due nuovi atenei provenienti dal gruppo di piccoli atenei statali. Sono l’Università di Foggia e l’Università dell’Insubria, che si posizionano al decimo e all’undicesimo posto (rispettivamente con 82,2 e 82,0 di punteggio complessivo). Chiudono il ranking, all’ultimo, penultimo e terzultimo posto, l’Università di Napoli L’Orientale, l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e l’Università dell’Aquila.

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Medi atenei non statali

Tra i medi atenei non statali (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Luiss a collocarsi in prima posizione, con un punteggio pari a 94,2, seguita dalla Lumsa (85,8 punti), mentre lo Iulm continua a collocarsi al terzo posto (81,0). Chiude la classifica di questo raggruppamento l’Università Suor Orsola Benincasa (72,8).

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