Asili nido, in Campania il record negativo: accede un bambino su 100
Secondo uno studio dell'Istituto degli Innocenti per il Governo, riportato da Save the Children, in Campania c'è il tasso di copertura più basso d'Italia. "Dove le donne non lavorano è così"
All’apertura degli asili nido nel nostro Paese, Save the Children - l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e garantire loro un futuro - sottolinea come, in base agli ultimi dati disponibili e nonostante le nascite al minimo storico, solo 1 bambino su quattro potrà frequentare un servizio dedicato alla prima infanzia. Il dato risulta ancor più grave in alcuni territori dal momento che, in base agli ultimi dati elaborati dall’Istituto degli Innocenti, si registrano ancora profonde diseguaglianze su scala nazionale.
A parte alcune eccezioni virtuose come Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, che hanno registrato i tassi di copertura più alti, tutta l’Italia del centro-nord ha percentuali di copertura appena superiori al 20%, percentuale che si abbassa drasticamente per il Sud, dove solo circa 12 bambini su 100 riusciranno ad accedere agli asili nido o ai sevizi alternativi. La situazione più critica in Campania dove nemmeno 1 bambino su cento ha la possibilità di accesso (6,8%).
“Frequentare un asilo nido di qualità è un elemento chiave per il corretto sviluppo del bambino, sia dal punto di vista della salute che su quello educativo. Questo vale ancor di più per i bambini delle famiglie più svantaggiate, dove la frequenza al nido abbatte fortemente il rischio di non raggiungere, a quindici anni, le competenze minime in matematica e in lettura e allo stesso modo riduce il tasso di dispersione scolastica”, ha commentato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children. "È grave che le Regioni con il più basso tasso di occupazione femminile siano anche quelle dove gli asili nido di fatto non sono disponibili”.
Secondo Save the Children "se si vuole contrastare efficacemente la povertà minorile è fondamentale partire dai più piccoli, investendo in modo continuativo sulla rete dei servizi per la prima infanzia. A questo scopo è innanzitutto urgente impiegare efficacemente le risorse (209 milioni) stanziate dalla Legge 107/2015 (cd. Buona Scuola) e assegnate alle Regioni con il Piano di azione per l’attuazione del sistema integrato. I Fondi, erogati direttamente ai Comuni dal Miur, devono assicurare il progressivo sviluppo stabile della rete, a costi accessibili per tutte le famiglie".