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Vaccino anti-Covid italiano, come funziona e quando sarà pronto: risponde l’immunologo del Cardarelli

“Ha concluso con successo la fase 1. Il 92.5% dei soggetti volontari ha sviluppato anticorpi dopo una sola somministrazione del prodotto”. L’intervista al dott. Andrea Del Mastro

E’ trascorso quasi un mese dall’avvio in tutta Europa della campagna vaccinale contro il Covid-19. Nonostante le difficoltà legate alla logistica e lo scetticismo di alcuni, il nostro Paese è, ad oggi, al primo posto per il numero di vaccini somministrati. Se è partita con il piede giusto, la campagna vaccinale rischia, però, ora un rallentamento a causa dei ritardi nell’ultima settima sulla consegna delle dosi dei vaccini di Pfizer per tutti gli Stati membri. Ieri alla regione Campania è stato comunicato che la fornitura prevista per il giorno 25 gennaio è stata dimezzata. Con questi ritardi si rischia di non avere sufficienti dosi per il richiamo del vaccino (cioè la seconda iniezione prevista dopo 21 giorni). Intanto è iniziata anche la somministrazione del vaccino di Moderna: le prime 46mila dosi sono arrivate in Italia il 12 gennaio e distribuite alle regioni più virtuose (cioè quelle che hanno dimostrando maggiore efficienza nella somministrazione), tra cui c’è anche la Campania. Oltre ai due vaccini americani approvati dall’EMA e dall’AIFA, potrebbe arrivare presto anche un vaccino “made in Italy”, ora in fase di sperimentazione clinica. Si chiama GRAd-COV-2 ed è prodotto dall’azienda farmaceutica romana ReiThera. La prima fase di sperimentazione, conclusasi da poco, è avvenuta all’ospedale Spallanzani di Roma su 100 volontari di età compresa tra i 18 e i 55 anni. Quando sarà pronto? E in cosa si differenzia rispetto ai vaccini di Pfizer e di Moderna? Ce ne parla il dott. Andrea del Mastro, specialista in Immunologia e Allergologia del Cardarelli.

- La sperimentazione del vaccino italiano ha appena concluso la fase 1. Cosa dicono i risultati?

“I primi dati diffusi dall’azienda ci dicono che questo vaccino è efficace, come quelli di Pfizer-Biontech e di Moderna, nell’evocare una risposta immunitaria contro SARS-CoV-2 sia in termini di produzione anticorpale che di stimolazione dei linfociti T. In particolare, il 92.5% dei 100 soggetti volontari hanno sviluppato anticorpi dopo una sola somministrazione del prodotto. Inoltre, GRAd-CoV2 si è dimostrato sicuro, non avendo determinato nessun evento avverso significativo”.

- Ci può spiegare, nel dettaglio, cosa avviene nelle diverse fasi della sperimentazione clinica (sull’uomo)?

“Le fasi di sperimentazione clinica di qualsivoglia farmaco o vaccino sono 4, ed è bene sottolineare che seguono una fase preclinica in cui vengono definite le caratteristiche chimico-fisiche del prodotto in studio, che viene poi testato su modelli animali ricavandone informazioni preliminari su sicurezza ed efficacia. Nella fase 1 viene verificata nell’uomo la tollerabilità del prodotto, ovvero l’insorgenza e la gravità degli effetti collaterali. La fase 2 coinvolge centinaia di persone per valutare l’immunogenicità, cioè la capacità del vaccino di indurre una risposta immunitaria valida. Vengono somministrate dosi diverse per trovare quella migliore. In fase 3 viene testata l’ efficacia del vaccino su larga scala, di solito migliaia di volontari. Solo dopo il superamento della fase 3 la casa produttrice può richiedere alle autorità competenti (l’Agenzia italiana del farmaco e l’Agenzia europea dei medicinali) la registrazione e l'autorizzazione alla commercializzazione. Dopo l’approvazione inizia la fase 4, quella della farmacovigilanza, cioè il monitoraggio della sicurezza e di eventuali altri effetti secondari nel lungo periodo e su vasta scala”.

- Su quale tecnologia si basa il GRAd-COV-2?

“Si basa su una sequenza di DNA contenente il ‘codice” per la produzione della proteina Spike. Tale sequenza è contenuta nel contesto del DNA di adenovirus di gorilla modificato (chiamato GRAd), cioè il virus del raffreddore del gorilla modificato in maniera tale che non possa replicarsi e causare infezione. Non è fantascienza, ma realtà: questa tecnologia vaccinale è già stata sperimentata in un passato passato e si è dimostrata efficace nel generare una potente e durevole risposta anticorpale e T-cellulare in diverse infezioni come Ebola e malaria, e questo virus è stato scelto come vettore poiché è già dimostrato che non sia in grado di causare infezione o malattia negli esseri umani. E’ dunque un’arma molto intelligente, che tra l’altro è stata già testata nei bambini, mostrandosi sicura".

- Quali altre caratteristiche ha questo vaccino?

“Il vaccino italiano è somministrabile in una sola dose, e si mantiene stabile tra i 2 e gli 8 gradi. Inoltre può essere prodotto su larga scala grazie ai processi di produzione già validati e in essere presso Reithera. Dunque la gestione della campagna vaccinale potrà essere più semplice e rapida”.

- In cosa si differenzia, quindi, rispetto ai vaccini Pfizer e Moderna?

“Le principali differenze risiedono nella tecnologia impiegata, nella singolarità della dose rispetto alla duplice di Pfizer, nella verosimile possibilità di somministrazione ai bambini, e nella pronta possibilità di produzione su larga scala. E’ bene sottolineare però un aspetto comune a quelli a mRNA: la possibilità di essere impiegato in pazienti con alcuni tipi di immunodeficienze o con malattie autoimmuni in fase di remissione”.

- Quando sarà pronto il GRAd-COV-2?

“Speriamo dopo l’estate, dipenderà da come progrediranno gli studi”.

- Secondo uno studio dell'Università di Cremona solo il 57% degli italiani è intenzionato a farsi vaccinare conto il Covid-19. Il restante 43% è sfavorevole o quantomeno scettico nei confronti del vaccino. Che appello vuole lanciare a chi non vuole vaccinarsi?

“Capisco perfettamente chi ha remore a vaccinarsi: la comunità scientifica, per prima, non sta lanciando messaggi univoci, e così le Istituzioni. D’altro canto quel che non si conosce fa sempre paura, e l’argomento è molto complesso. Dunque, invito chi ha dubbi o scetticismi a chiedere spiegazioni a personale qualificato, in particolare medici vaccinatori, immunologi e infettivologi. Ma senza perdere tempo! Ogni giorno che passa si avvicina sempre più la campagna vaccinale di massa: le persone non possono arrivare al vaccino titubanti, in quel momento sarà fondamentale essere convinti. Si tratta di una questione di coscienza civile, prima ancora che una sfida sanitaria: chi potrà vaccinarsi dovrà farlo per il bene comune, soprattutto di coloro che non possono essere vaccinati, e di chi è stato più duramente colpito economicamente e socialmente dalla pandemia”.

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