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Salute

Il primario del Santobono: "Non abbiate timore per i vostri figli. Vaccinateli contro il Covid il prima possibile"

“Oltre a prevenire il contagio da Sars-CoV-2 e, quindi, il rischio di complicanze ad esso correlate quali infiammazioni gravi a vari organi, immunizzare i più piccoli significa consentirgli di riacquistare la socialità”. L'intervista al dott. Vincenzo Tipo

Da giovedì 16 dicembre si inizierà con le somministrazione del vaccino anti-Covid nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. A questa fascia d’età è riservato il vaccino mRNA Comirnaty (Pfizer) in dose ridotta (10 µg) rispetto a quella utilizzata per i soggetti over12 (30 µg) e somministrato con due iniezioni, l'una a distanza di tre settimane dall'altra. Nei bambini fragili, immunocompromessi o sottoposti a trapianto è prevista, inoltre, la possibilità di somministrare una terza dose addizionale almeno 28 giorni dopo la seconda dose. Lo Sudio registrativo del vaccino Pfizer anti-Covid, basato su oltre 3000 bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, ha mostrato che l'efficacia del vaccino si attesta intorno al 90,7% nel prevenire il Covid sintomatico e la non-inferiorità della risposta immunologica rispetto a quanto osservato nella popolazione 16-25 anni. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, lo Studio non ha evidenziato eventi avversi gravi: i più frequenti sono stati di entità lieve o moderata e di breve durata, quali dolore in sede di iniezione (>80%), stanchezza (>50%), cefalea (>30%), arrossamento e tumefazione in sede di iniezione (>20%), mialgia e brividi (>10%).

In questo momento la fascia pediatrica è la più esposta al virus perché senza copertura vaccinale e perché i piccoli sotto i 6 anni sono esonerati dall'obbligo della mascherina anche a scuola. Nelle ultime settimane, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, si è verificato un incremento del numero di contagi nella popolazione di 5-11 anni, fascia d'età in cui l'infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute. Anche nei casi in cui l'infezione decorre in maniera asintomatica o paucisintomatica, non è, infatti, possibile escludere in questa fascia d’età la comparsa di conseguenze a lungo termine come il Long-Covid o di complicazioni a distanza come la Sindrome Infiammatoria Multisistemica (MIS-C) che ha un picco di incidenza intorno ai 9 anni di età. Tale sindrome, pur essendo rara, rappresenta una condizione clinica grave che richiede spesso il ricovero in terapia intensiva. “Per prevenire l’infezione da Sars-CoV-2 e le sue complicanze come la MIS-C – spiega a NapoliToday il dott. Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso del Santobono -, è assolutamente indispensabili vaccinare i bambini di questa fascia d’età, ora che il vaccino è finalmente disponibile anche per loro”.

L’intervista di NapoliToday al Dott.Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon di Napoli.

Dott. Tipo, oltre ai tantissimi bambini ricoverati per bronchiolite (malattia causata dal virus sinciziale) in tutta Italia, sono aumenti, nelle ultime settimane, anche i casi di MIS-C. Di che malattia si tratta e qual è ora la situazione al Santobono?

“La MIS-C è una malattia infiammatoria che colpisce molti organi dell'organismo ed è esclusivamente e strettamente correlata al Covid nell'età pediatrica. Si può verificare a distanza di 4-6 settimane dalla infezione acuta anche se questa è stata totalmente asintomatica. Quindi, quanto più numerosi sono i contagi in fase acuta tanto più sono attese le MIS-C. L'incidenza dei casi di MIS-C su casi di Covid oggi si attesta, secondo le ultime stime della letteratura internazionale, sullo 0,6-0,8%. Attualmente la situazione ospedaliera sembra tranquilla. Tra 4-6 settimane, però, ci aspettiamo di avere un picco di MIS-C. tra i bambini”.

I bambini colpiti dal Sars-Cov-2 continuano a presentare un quadro clinico meno grave rispetto agli adulti. Quanti di loro necessitano di un ricovero ospedaliero e della terapia intensiva?

“Per fortuna, almeno fino a questo momento, il Covid in fase acuta, per i bambini, continua ad essere una patologia meno grave di quella che si presenta nell'età adulta. Naturalmente ci sono le dovute eccezioni: le ultime statistiche dell'Istituto Superiore di Sanità mostrano uno scenario da non sottovalutare. In Italia da inizio della pandemia ci sono stati, nella fascia di età 0-11 anni, quasi 6000 ricoveri di cui circa 300 finiti in rianimazione, e circa 20 decessi. Pochi giorni fa è stato dimesso dalla terapia intensiva del Santobono il bambino undicenne di Gragnano che è stato, senza dubbio, il caso più grave che abbiamo avuto in Campania. La grande professionalità e competenza dell'intero staff della terapia intensiva del mio ospedale, coordinato dal primario, il dott. Zito, ha vinto una battaglia che, all'inizio, sembrava impossibile”.

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Il pericolo che corrono i piccoli colpiti dal Covid è il rischio di sviluppare la MIS-C. Quali conseguenze può portare questa sindrome?

“La MIS-C è una delle coseguenze  più"strane" del Covid. E' una malattia infiammatoria che si sviluppa a distanza dall'infezione acuta anche se questa è stata totalmente asintomatica. Per una serie di motivi, alcuni troppo complessi da spiegare, l'organismo attiva una risposta infiammatoria disregolata e inarrestabile che arriva a colpire quasi tutti gli organi. Sono interessati il cuore, cervello, intestino, fegato, reni, pancreas e cute. La patologia è molto grave, e i bambini stanno molto male. E' una malattia difficile da curare e per la quale è necessario un approccio multidisciplinare, multispecialistico, e spesso bisogna utilizzare terapie “coraggiose”. Al Santobono abbiamo avuto una grande esperienza sul campo e per questo abbiamo deciso di creare una rete con i pediatri di famiglia per intercettare precocemente i casi sospetti”.

Il 16 dicembre si partirà con le somministrazioni del vaccino anti-Covid nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Quanto è importante vaccinare questa fascia d’età?

“E' assolutamente indispensabile farlo per diversi motivi:

  • Al momento i bambini sono l'unica fascia di età non vaccinata e, quindi, quella maggiormente colpita dall'infezione. Sono, pertanto, il serbatoio naturale e l'incubatore preferito dal virus Sars-CoV-2. Questo rende sempre più difficile la sua eradicazione.
  • Nella scuola, inevitabilmente, si verificano i maggiori focolai di infezione per cui, secondo i protocolli, ci sono frequenti interruzioni delle attività. E noi sappiamo quanto questo sia dannoso per l'apprendimento e la tenuta psicologica dei bambini;
  • Abbiamo imparato a conoscere il grado di aggressività e la "cattiveria" di questo virus. Il Sars-CoV-2 è capace di continue mutazioni per adattarsi alle nuove condizioni che gli consentano la sopravvivenza. Circolando quasi esclusivamente tra i bambini potrebbe generare una mutazione "più cattiva" e causare molti di quei danni che abbiamo osservato negli adulti;
  • Prevenire l'infezione da Sars-Cov-2 significa naturalmente prevenire la MIS-C. E questa motivazione, da sola, dovrebbe spingere tutti alla vaccinazione”.

Il vaccino è sicuro? 

“Il vaccino è sicuro. Ricordo che in molti Paesi del mondo la vaccinazione nei bambini dai 5 agli 11 anni è già in corso, e ad oggi sono stati vaccinati circa 4 milioni di bambini. In Israele è iniziata anche la campagna vaccinale 0-5 anni. Gli organismi di farmacovigilanza non hanno riscontrato effetti indesiderati gravi se non quelli che comunemente abbiamo registrato negli adulti immunizzati coi vaccini mRna: febbre, dolori muscolari, cefalea, tumefazione linfoghiandolare. Lievi sintomi che regrediscono in 1-2 giorni massimo”.

Cosa vuole dire a quei genitori che hanno il timore di sottoporre i propri figli al vaccino anti-Covid?

“Comprendo i genitori titubanti o che non si sentono tranquilli. Purtroppo la comunicazione che ha riguardato il Covid è stata, spesso, confusionaria, scoordinata e mal gestita. Questa “cattiva” informazione ha completamente dimenticato i bambini facendo credere che nella fascia pediatrica il virus non circolasse. Chi, come me, ha vissuto dal prio giorno questa pandemia da vicino sa bene che non è così, come lo sanno le mamme di tutti quei bambini ammalatisi di MIS-C. Vedere il proprio bambino peggiorare, assistere al fallimento delle terapie, incrociare gli sguardi preoccupati di medici ed infermieri, dover autorizzare l'uso di farmaci "da ultima spiaggia", è una situazione che colpisce duramente a livello psicologico e che non auguro a nessuno. Il vaccino è l’unica arma che abbiamo per evitare tutto questo! Io ho un figlio di 10 anni e lo vaccinerò al più presto. Genitori non abbiate timore per i vostri figli”.

Oltre al vaccino anti-Covid consiglia anche il vaccino antinfluenzale nei più piccoli? Si posso fare insieme i due vaccini o bisogna somministrarli in due momenti diversi?

“Certamente la vaccinazione antinfluenzale è assolutamente consigliabile. I sintomi del Covid e quelli dell'influenza sono, spesso, indistinguibili. E poi non dimentichiamo una cosa fondamentale: stiamo assistendo ad una serie di epidemie virali "concomitanti" dovute alla mancata circolazione di virus negli ultimi 2 anni. Innalzare il livello di protezione di adulti e bambini è una scelta più che saggia”.

Il vaccino antinfluenzale può proteggere in quale modo anche dal virus sinciziale e dagli altri virus respiratori in circolazione?

“Il sistema immunitario dei bambini "lavora" diversamente da quello degli adulti. E' in continuo allenamento perchè costretto a rispondere a frequenti e continui "attacchi" che provengono soprattutto da virus. La risposta immunitaria si compone di due fasi: una molto precoce ma aspecifica, e un'altra più tardiva e più specifica. Nei bambini "le sentinelle" della risposta aspecifica sono sempre in guardia, per questo riescono a rispondere meglio alle infezioni dai virus. In questo contesto si inserisce anche la vaccinazione antinfluenzale che, se non stimola specifici anticorpi contro il virus respiratorio sinciziale (per il quale non c'è il vaccino), contribuisce a tenere allenato il sistema di "allerta" immunologica”.

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