Vaccini dai medici di famiglia, il segretario Comegen: “Presto un nuovo hub dove vaccineremo i nostri pazienti”
“Arrivati i vaccini ma non le siringhe né gli aghi. Spetta a noi acquistarli, ma al momento non sono reperibili nelle farmacie. Questa situazione assurda rischia di rallentare la campagna vaccinale”. L’intervista al dott. Francesco Papulino
Sono oltre cento i medici di famiglia dell’ASL NA 1 che hanno aderito “attivamente” alla campagna vaccinale anti-Covid, rendendosi disponibili a immunizzare i propri pazienti a domicilio, presso i propri studi o nelle strutture dell’ASL. Tra di loro c’è anche il dott. Francesco Papulino, segretario della Comegen, cooperativa dei medici di medicina generale dell’ASL NA 1 che aveva chiesto, quando è stato siglato il protocollo d’intesa con la Regione Campania, uno spazio destinato alla Medicina generale dove i medici di famiglia avrebbero potuto vaccinare in sicurezza i propri assistiti. La richiesta non è mai stata accolta, così i medici della Comegen hanno deciso di attivarsi e trovare in autonomia un nuovo hub vaccinale che sarà presto pronto per accogliere i pazienti. Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco Papulino.
- Dott. Papulino, quando sarà pronto il nuovo hub vaccinale?
“Mercoledì abbiamo effettuato un sopralluogo per visionare una struttura a Fuorigrotta che riteniamo particolarmente idonea, in cui poter vaccinare i nostri pazienti. C’è uno spazio molto ampio con più sale di attesa, due sale vaccinazioni e un parcheggio. Se tutto va come programmato, dovrebbe essere attivo entro 15 giorni. I medici della Comegen avevano richiesto, quando è stato siglato il protocollo d’intesa con la Regione Campania, una struttura da destinare a noi medici di famiglia in cui poter vaccinare in sicurezza. La nostra richiesta non è stata accolta, così abbiamo deciso di attivarci in autonomia. Se riusciremo ad aprire questo centro avremo fatto un’importante opera meritoria per la città”.
- Sarà presente un anestesista in questa sede?
“Stiamo valutando la possibilità di chiedere la disponibilità ad un paio di medici della Comegen con competenze anestesiologiche, ma nel caso accettassero non potrebbero effettuare anche le vaccinazioni come i colleghi. Per questo motivo stiamo pensato anche ad un’alternativa: chiedere all’ASL la possibilità di avere un filo diretto con la due ambulanze operative fuori l’hub della Mostra d’Oltremare; in caso di necessità potremmo chiamare loro”.
- L’ASL vi ha fatto pervenire le dosi di vaccino?
“Sì, io ieri ho ricevuto 5 flaconi per un totale di 55 dosi di Moderna, ma senza aghi né siringhe, necessari per praticarli. L’ASL non ce li ha forniti, quindi dobbiamo provvedere noi ad acquistarli. Ma in farmacia non si riescono a trovare perchè i medici che prima di noi hanno ricevuto le dosi di vaccino hanno già sottratto al mercato le siringhe da insulina e gli aghi in giacenza presso i depositi. Per ora, io sono riuscito a procurarmi solo i due tipi di aghi 21 e 23 (con il più grande si aspira e con il più piccolo si inietta), ma non ho le siringhe. Se queste non arrivano, non possiamo partire con le vaccinazioni. Questa situazione comporta un’enorme perdita di tempo e un rallentamento della campagna, ma anche dubbi sulla garanzia della vaccinazione: le siringhe utilizzate per somministrare il vaccino dovrebbero essere quelle fornite dall’ASL con tutti i requisiti necessari. Immagino che l’Azienda sanitaria, quando ha messo in campo il piano vaccini, si sia occupata anche del rifornimento di tutto il materiale necessario per somministrarli. Perchè questo materiale non ci è stato dato!?”.
- Quali criticità presenta la vaccinazione a domicilio con Moderna?
“A noi medici di famiglia stanno inviando le dosi di Moderna perchè è un vaccino più maneggevole rispetto a quello di Pfizer, che richiede temperature di conservazione molto basse. Ma con Moderna non mancano le criticità: le dosi di questo vaccino non possono rimanere fuori dalla zona di comfort per troppo tempo, questo rende problematica la vaccinazione a domicilio. Per ovviare al problema si potrebbe trasportare il flaconcino, dallo studio alla casa del paziente, in una buona borsa frigo con ghiaccio secco, che mantenga una temperatura costante tra i 2° e gli 8°. In questo caso, però, bisognerebbe portarsi dietro il flaconcino e riempire la siringa a casa del paziente. Un problema risolvibile, ma non possiamo dire che il Moderna è un vaccino maneggevole fuori dallo studio. Le criticità, poi, non finiscono qui. Da un paio di giorni non riusciamo ad accedere alla piattaforma regionale per la registrazione dei vaccini, perché l’ASL non ci ha ancora inserito tra i medici vaccinatori, quindi l’accesso ci è negato. Abbiamo chiamato l’assistenza che dovrebbe risolvere, ma chi sa quando lo farà. Dal momento in cui ci hanno inviato con la macchina della polizia municipale le dosi di vaccino, contestualmente avrebbero dovuto anche inserirci in questo elenco. Quindi, al momento non abbiamo le siringhe né gli aghi, ma anche se li avessimo, non potremmo registrare le vaccinazioni: non è un’organizzazione possibile”.
- I pazienti fragili che ha registrato sulla piattaforma SINFONIA sono stati convocati dall’ASL per la vaccinazione?
“Molti non ancora. Da quando ho aderito alla campagna vaccinale come medico vaccinatore, ho rallentato l’inserimento dei miei pazienti sulla piattaforma regionale. Vedendo che i miei assistiti non venivano chiamati dall’ASL, ho deciso di vaccinarli io. Nell’elenco dei pazienti che mi è stato inviato dall’ASL via email, quando ho deciso di aderire attivamente alla campagna vaccinale, sono presenti i miei pazienti non ambulabili, che dovrò vaccinare a domicilio, i miei pazienti 70enni, e i miei pazienti 80enni che non sono stati ancora chiamati. L’elenco è ben nutrito”.
- Cosa pensa della questione “caregiver”? Molti vaccinati che si sono iscritti sulla piattaforma regionale sono tutori o conviventi fasulli…
“Questa è una cosa che sta consentendo l’ASL. Il caos è frutto di una libera interpretazione di quel che è scritto nel decreto. Proprio ieri un mio collega ha aperto un dibattito in rete rivolto a noi medici di famiglia: “Una mia assistita anziana convive con sei cingalesi, tutti e sei hanno il diritto di vaccinarsi?”. Un collega ha così risposto: “No, solo il più prossimo ha diritto al vaccino, cioè chi si interessa a lui”. Ma se il paziente fragile è un immunodepresso, tutti i conviventi potrebbero contagiarlo se si dovessero positivizzare. Secondo me dovrebbe essere vaccinato soli chi è beneficiario delle agevolazioni previste dalla legge 104 (art. 3, comma 3), in questo modo si eviterebbero tante situazioni ambigue e che molti si vaccinino pur non avendone diritto. Lo spirito che ha guidato la stesura della legge è quello di proteggere gli immunodepressi e i pazienti fragili”.