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Giovedì, 18 Aprile 2024
Salute

Tumore alla tiroide: l’Ospedale Cardarelli è primo per numero di interventi

A riportare il dato è il portale “Dove e Come mi curo” che ha realizzato una classifica regionale e una nazionale sulle strutture più performanti per volume di interventi alla tioride

Secondo la classifica stilata da Doveecomemicuro.it (portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane), l’Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli risulta il centro più performante della Regione Campania per volume di interventi alla tioride, seguita dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, l’Azienda Universitaria - Seconda Università degli studi di Napoli, l’Istituto Nazionale Tumori di Napoli e la Clinica Padre Pio di Mondragone.

Piccola ghiandola situata alla base del collo, la tiroide gioca un ruolo importante nel regolare il metabolismo di tutto il corpo grazie alla produzione di due ormoni: la tiroxina (T4) e la tri-iodo-tironina (T3). Anch’essa, come gli altri organi, può sviluppare tumore. “La neoplasia alla tiroide rappresenta il  4%  di tutti i carcinomi umani. La sua incidenza negli ultimi 20 anni è andata crescendo, ma ciò dipende probabilmente dalla migliorata capacità diagnostica. Grazie all'introduzione dell' ecografia, infatti, oggi riusciamo a individuare noduli di piccole dimensioni che in passato sfuggivano al nostro controllo”, spiega  Rossella Elisei, Professore Associato di Endocrinologia e  Dirigente Medico Unità Operativa Endocrinologia presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. “In percentuale - continua la dott.ssa - le donne sono molto più interessate da questo tumore rispetto agli uomini, in un rapporto di 4 a 1, mentre la fascia di età più coinvolta è quella tra i  45 e i 50 anni”.  

Diagnosi e trattamento

L’ecografia può raccontare molto sulla natura di un tumore alla tiroide, ma alla diagnosi si arriva mediante  agoaspirazione  in associazione all’ esame citologico . “In pratica, si esegue un prelievo dal nodulo e si analizzano le sue cellule in laboratorio. Questa fase diagnostica è di pertinenza dell’endocrinologo: è molto importante che questi abbia esperienza nella esecuzione dell’agoaspirazione e lo stesso vale per il citopatologo per quanto riguarda la lettura del vetrino”, spiega l’endocrinologa. “Se il nodulo risulta maligno, l'intervento di scelta è la  tiroidectomia, cioè l'asportazione chirurgica della tiroide.  In alcuni casi, però, è più indicato un intervento conservativo di  lobectomia o, quando il carcinoma è al di sotto del centimetro e il paziente è d'accordo, può bastare una vigile osservazione: cioè un monitoraggio del nodulo ogni 6 mesi per i primi due anni e a seguire una volta all'anno, per capire se tende a espandersi” .  

La distribuzione in Italia dei centri che eseguono l’intervento

Le strutture pubbliche o private accreditate che nel nostro Paese effettuano l'intervento per tumore alla tiroide sono 338: il 48% si trova al nord, il 24% al centro e il 28% al sud. Della totalità degli interventi eseguiti il 45% è stato effettuato al nord, il  30% al centro e il  24% al sud.  

Come scegliere l’ospedale

“Per orientarsi, è importante innanzitutto osservare l'esperienza maturata dalla struttura”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico del portale  Doveecomemicuro.it. “L' alto volume di interventi, infatti, secondo quanto dimostra un'ampia letteratura scientifica, ha un impatto positivo sull'efficacia delle cure”.  Altrettanto importante è il follow up, cioè la presa in carico del paziente dopo l'operazione. “È essenziale che a seguire il paziente dopo l'intervento sia un endocrinologo esperto di tumore alla tiroide o, in alternativa, un medico nucleare, qualora si rendesse necessaria la  terapia radiometabolica”,  spiega Rossella Elisei.  

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