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L'intervento

Affetto da una grave tubercolosi: salvato a Napoli con un'operazione

La storia di Mory e della gara di solidarietà che ha permesso di salvarlo

Affetto da una grave forma di tubercolosi polmonare, senza lavoro e senza alcun bene, viene "adottato" da medici e infermieri del Policlinico universitario "Luigi Vanvitelli" di Napoli che, con una vera e propria gara di solidarietà, lo aiutano a rinnovare il permesso di soggiorno e a sostenere le piccole spese di tutti i giorni, accompagnandolo in un trattamento medico durato un anno fino all'intervento chirurgico. È la storia di Mory, 35enne originario della Costa d'Avorio salvato dai medici del policlinico napoletano. Un caso complesso che ha richiesto il lavoro sinergico della Clinica di Malattie infettive diretta dal professor Nicola Coppola, della Chirurgia toracica diretta dal professor Alfonso Fiorelli e della Clinica ortopedica diretta dal professor Enrico Pola. "L'uomo è arrivato da noi affetto da un forma diffusa di tubercolosi polmonare - spiegano i clinici - associata ad un importante accumulo di pus e ad una gravissima spondilodiscite dorsale, chiamata Morbo di Pott, che causava una grave compressione del midollo". A causa della malattia, ormai ad uno stadio avanzato, Mory non riusciva quasi più a respirare, gli era impossibile anche solo stare diritto e camminare a causa dell'infezione che, dai polmoni, aveva finito col divorare parte della colonna vertebrale. "L'uomo aveva un crollo in cifosi della colonna toracica - proseguono i medici che lo hanno tenuto in cura - ed una paraparesi con un deficit degli arti inferiori". 

Per 12 mesi Mory è stato sottoposto da parte del team di malattie infettive ad un trattamento medico. Risolta l'infezione tubercolare, è stato poi ricoverato presso il reparto di Ortopedia e, a ridosso dell'Epifania, si chirurghi hanno studiato e realizzato un intervento combinato di chirurgia Ortopedica (realizzato dal professor Pola) e di Chirurgia toracica (realizzato dal professor Fiorelli). Circa 12 ore di sala operatoria, per un intervento reso possibile anche dall'assistenza dello staff anestesiologico coordinato dalla professoressa Caterina Pace. Due le fasi che hanno caratterizzato questo delicatissimo intervento: in un primo momento, l'equipe ortopedica è intervenuta sulla schiena di Mory, decomprimendo il midollo spinale e stabilizzando il rachide dorsale correggendo la cifosi; la seconda fase dell'operazione è servita invece, accedendo dal torace, a liberare finalmente il polmone e la colonna vertebrale dal pus creatosi a causa dell'infezione tubercolare. Poi, gli ortopedici hanno ricostruito per via anteriore la colonna vertebrale ormai completamente erosa dalla tubercolosi. E stato necessario sostituire quattro vertebre usando una speciale struttura espandibile in titanio. Ora Mory riesce a respirare normalmente, può stare dritto in piedi e riesce già a fare i primi passi. Una rinascita che un anno fa sembrava impossibile. "La multidisciplinarietà e l'altissima specializzazione che contraddistingue le nostre unità operative, la capacità di coniugare al meglio l'anima universitaria a quella clinica, ci consente di offrire ai nostri utenti un'offerta assistenziale d'eccellenza", commenta il direttore generale Ferdinando Russo.

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