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Social Freezing, il ginecologo: “Una soluzione per le donne che vogliono posticipare la maternità”

“Il congelamento degli ovociti deve essere fatto prima dei 35-37 anni. La possibilità di gravidanza futura dipende dal numero e dalla qualità degli ovociti recuperati". L’intervista al dott. Fabio Perricone, ginecologo ed esperto in medicina della riproduzione

Sono sempre di più le donne che nel nostro Paese ricorrono al Social Freezing. Un trattamento che consente di prolungare l’età fertile e rimandare la gravidanza grazie al congelamento degli ovociti. Questi ultimi possono essere scongelati e fecondati con gli spermatozoi dell'aspirante padre in qualsiasi momento, anche a distanza di anni. Secondo l’ultima Relazione al Parlamento sulla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), a ricorrere maggiormente a questo tipo di tecniche sono le donne tra i 35 e i 39 anni. I motivi sono spesso legati all’incertezza lavorativa o alla mancanza di un rapporto sentimentale stabile. Ma qual è la procedura prevista dal Social Freezing? Dove vengono conservati gli ovociti? Ed entro quale età è consigliabile fare il prelievo? A queste e a tante altre domande sul tema risponde il dott. Fabio Perricone, specialista in ginecologia e medicina della riproduzione, nonché presidente MASCOD (Medici Associati per il Sangue di Cordone Ombelicale Donato) e promotore del “Progetto Infofertili”. 

- In che modo si può preservare la fertilità femminile?

“Bisogna agire prima che l’orologio biologico invii il suo “campanello d'allarme”. Il numero di gameti di ciascuna donna è un patrimonio non rinnovabile e che diminuisce con l'avanzare dell'età. Le cellule uovo “invecchiano” insieme alla donna. Più passa il tempo più le cellule diventano sempre meno idonee ad essere fecondate presentando un rischio maggiore di anomalie cromosomiche”.

- Come cambia l’orologio biologico della donna?

“L’orologio biologico cambia in relazione alla riserva ovarica. Il numero degli ovociti è stabilito dal corredo genetico di ogni donna, che è determinato e non rinnovabile, quindi, con il tempo si riduce. Le cellule uovo (gameti femminili) non sempre sono idonee ad essere fecondate e presentano un rischio maggiore di anomalie cromosomiche quanto più è inoltrata l’età della donna. Il concepimento e il portare a termine con successo una gravidanza dopo i 40 anni risulta più difficile. Per questo motivo può risultare utile il ricorso al Social Freezing, un trattamento capace di mettere in stand-by l’orologio biologico”.

- Quali possono essere altri fattori di rischio dell’infertilità della donna?

“Sono tanti i fattori che possono provocare infertilità nella donna, tra i principali ci sono:

  • i tubàrici: riduzione di funzione o chiusura delle tube di Falloppio;
  • gli endometriali: l’Endometriosi è una malattia frequente nell’età fertile, spesso asintomatica, che porta isole di cellule endometriali (normalmente presenti solo all’interno della cavità uterina) a migrare e colonizzare altri organi (più comunemente l’ovaio e il peritoneo pelvico). La sua presenza o le recidive di questa malattia possono ridurre in modo severo le probabilità di concepimento;
  • gli ovulatori e ormonali: irregolarità o mancanza di ovulazione, iperprolattinemia, sindrome dell’ovaio micropolicistico, riserva ovarica ridotta o assente;
  • gli uterini: presenza di malformazioni congenite dell’utero, fibromi o aderenze all’interno della cavità uterina oppure presenza di fattori infiammatori a carico dell’endometrio (la mucosa di rivestimento della cavità uterina); 
  • altri fattori di rischio sono il fumo, l'abuso di alcool, l’obesità o l’eccessiva magrezza, la sedentarietà, ma anche l’eccessiva attività fisica. E’ noto, inoltre, che l’inquinamento e l'esposizione a fattori ambientali tossici possono compromettere la fertilità”.

- Quanto incide l’età dell’uomo sulla possibilità di concepimento?

“L’invecchiamento danneggia la fertilità influenzando la quantità e la qualità dello sperma, questa condizione diventa determinante in soggetti ipofertili ma relativa in soggetti normofertili. E’ comunque da considerare che nei maschi l’età più avanzata può causare anomalie cromosomiche quindi un maggior rischio di generare embrioni aneuploidi”.

- Quando una donna deve fare i primi controlli?

“Un primo controllo andrebbe fatto intorno ai 30 anni attraverso la valutazione del patrimonio follicolare. Nei casi a me affidati procedo con un'ecografia per stabilire la conta basale dei follicoli (Antral Follicle Counts), e con un dosaggio ematico di alcuni ormoni fra i quali l’FSH, l’LH, l’Estradiolo in un giorno determinato del ciclo e l’ormone AMH (Antimulleriano) in qualsiasi giorno, il valore di quest’ultimo è fondamentale per valutare la riserva ovarica. La correlazione di questi dati dà una stima della riserva ovarica in base alla quale è possibile giudicare l'età ovarica della paziente. Se vi è una bassa riserva ovarica consiglio il Social Freezing”.

- Cos’è il Social Freezing?

“Il Social Freezing, anche detto “Social Eggs-Freezing”, è un trattamento che prevede il congelamento degli ovociti. Generalmente viene richiesto per ragioni sociali, cioè per permettere alle donne di dedicarsi alla propria carriera e avere dei figli una volta raggiunto un certo livello di sicurezza economica ed esperienza sul lavoro. Le donne che scelgono di conservare i propri ovociti non escludono di avere un giorno dei figli in modo spontaneo. Per loro la crioconservazione degli ovociti è come una forma di assicurazione, cui fare ricorso se proprio non si riesce ad avviare la gravidanza rimandata per occuparsi dell’avanzamento della propria carriera. È importante sottolineare che il congelamento degli ovociti può essere fatto da qualsiasi donna sana che voglia assicurarsi la possibilità di avere figli in futuro”.

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