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Salute

Sindrome premestruale, come combattere i sintomi con l'alimentazione

“Tra gli alimenti sconsigliati troviamo i dolci e gli zuccheri, perché portano accumulo di grasso e creano dipendenza; da privilegiare, invece, il pesce azzurro e i semi di lino, capaci di ridurre i crampi della parete muscolare dell’utero”. L’intervista alla dott.ssa Giuseppina Bentivoglio

Disturbi dell’umore, irritabilità, mal di testa, tensione mammaria, aumento di peso, ritenzione idrica, sono alcuni dei sintomi tipici della Sindrome premestruale. A soffrire di questa patologia è circa l'85% della popolazione femminile nei giorni che precedono o durante il mestruo. Per il 25% di queste donne i sintomi sono talmente importanti da rendere difficile, se non impossibile, svolgere le normali attività quotidiane. La causa di questa patologia rimane ancora sconosciuta, nonostante i numerosi studi effettuati, certo è che il cambiamento ormonale che caratterizza questo periodo rappresenta una forte concausa. Durante la fase che precede l'arrivo delle mestruazioni, infatti, si ha un forte squilibrio tra estrogeni e progesterone, ormoni che influiscono sul metabolismo della serotonina implicata nel tono dell'umore, sul bilancio idro-salino attraverso l'ormone anti-diuretico, sulla prolattina implicata nella tensione mammaria. Su queste basi scientifiche sono state proposte numerose terapie, come la pillola anticoncezionale, i diuretici e i riduttori della prolattina, che, pur avendo un effetto benefico, presentano numerosi effetti collaterali. Per ridurre e stemperare i sintomi di questa patologia si può, però, anche ricorre ad un’alimentazione quotidiana mirata ed equilibrata. NapoliToday ha intervistato la dott.ssa, biologa nutrizionista, Giuseppina Bentivoglio, per chiederle quali sono i cibi da privilegiare e quali sono quelli da tenere, invece, alla larga per ridurre crampi e dolori, limitare l'irritabilità e ridurre la ritenzione idrica. 

ALIMENTI SCONSIGLIATI:

  • Sale aggiunto e alimenti ricchi di sodio come il dado da brodo, la salsa di soia e gli insaccati: contribuiscono ad aumentare la ritenzione idrica dovuta allo squilibrio del bilancio idrosalino caratteristico del periodo premestruale;
  • Grassi animali (carne rossa, salumi, formaggi stagionati) e prodotti industriali (snack dolci e salati) sono ricchi di grassi saturi che sovraccaricano il sistema linfatico rallentandone il drenaggio e determinando una sensazione di pesantezza e gonfiore dovuta a un riversamento di scorie da parte dei capillari all'interno dei tessuti;
  • Il caffè, la Coca Cola, il tè sono alimenti nervini che aumentano il livello di amminoacidi eccitatori a livello cerebrale peggiorando lo stato di irritabilità ed aggressività;
  • L’alcol è un forte depressore del sistema nervoso centrale, il che significa che può esasperare gli sbalzi d’umore e la tendenza alla depressione;
  • Gli amminoacidi ramificati presenti soprattutto negli integratori alimentari, ma anche in fonti alimentari naturali come bresaola, parmigiano e tonno sott’olio riducono l’assorbimento dell’amminoacido triptofano, il precursore della serotonina, a livello della barriera ematoencefalica, cioè quella barriera che permette il passaggio delle sostanze dal sangue al cervello;
  • Dolci e zuccheri hanno la capacità di aumentare i livelli di serotonina nel sistema nervoso centrale; sebbene questo possa apparire positivo, in realtà nel lungo termine ha un effetto negativo. Il meccanismo è molto semplice: l'introduzione di zuccheri provoca la produzione di insulina, ormone che favorisce la penetrazione dei nutrimenti nelle cellule, ad eccezione del triptofano. Quindi il fatto che il triptofano non venga assorbito e resti in circolo nel sangue facilita il suo passaggio attraverso la barriera ematoencefalica e quindi la sua concentrazione a livello del sistema nervoso centrale. Il triptofano è l’amminoacido precursore della serotonina, il cosiddetto ormone della felicità; questo meccanismo spiega perché i cibi dolci sono in grado di aumentare il buon umore e il benessere. L'assunzione di zuccheri semplici e raffinati però determina una produzione eccessiva di insulina, che tende ad abbassare il valore di glicemia fino a portarlo al di sotto dei suoi livelli fisiologici, determinando una situazione di ipoglicemia (mancanza di zuccheri) che ci induce ad ingerire altri zuccheri. Quindi per favorire un benessere ottimale e senza controindicazioni è bene che la quota di zuccheri necessaria all’aumento dei livelli di triptofano derivi da alimenti integrali ricchi di fibre e carboidrati complessi che non innescano il circolo vizioso della dipendenza da zuccheri semplici.

La serotonina ha molti effetti fisiologici: aumenta la motilità intestinale, dà origine alla vasocostrizione dei grandi vasi intracranici riducendo gli attacchi di emicrania, ma soprattutto a livello del sistema nervoso centrale, la serotonina svolge numerose funzioni che vanno dalla regolazione del tono dell'umore, del sonno e della temperatura corporea, alle funzioni cognitive e ai disturbi alimentari come la fame nervosa. Durante il periodo premestruale si nota una forte diminuzione del metabolismo della serotonina, quindi è importante fornire i giusti elementi nutritivi per compensare questo deficit e ridurre i fastidiosi sintomi

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