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Sesso e Covid-19, l’urologo: “No ai rapporti occasionali, sì al sexting anche per le coppie più adulte”

Come possiamo vivere i rapporti sessuali evitando il rischio di contagio e di diffondere l’infezione da Coronavirus? Ce lo spiega il Dott. Paolo Verze

L’isolamento in cui viviamo da oltre 40 giorni ha rimodulato non solo i nostri ritmi di vita ma anche la nostra sessualità. Chi vive in coppia sotto uno stesso tetto ha avuto la possibilità di coltivare la propria intimità, chi era in crisi di ritrovarla. Il discorso cambia, invece, per le coppie che vivono distanti e per i single che hanno dovuto rinunciare a rapporti occasionali e a nuove conoscenze. Nonostante le misure restrittive imposte dal Governo per contenere il contagio, non sono mancate, però, storie di trasgressori sanzionati perché usciti di casa per andare a trovare l’amante. Molte sono state le telefonate, nel corso dell'emergenza, alla Società Italiana di Urologia per chiedere se il rapporto sessuale rappresenta un rischio di contagio. Il Covid-19 non si tramette per via sessuale ma principalmente attraverso le vie aeree superiori, su questo gli esperti sono chiari. Per questo motivo sconsigliano i rapporti con partner occasionali e con chi non si convive, perché questi potrebbero aver avuto contatti con altre persone ed essere veicolo di contagio. Consigliano, invece, i rapporti con il partner convivente, a meno che uno dei due non sia infetto, in questo caso vanno sospesi. Ma come il lockdown ha cambiato le nostre abitudini sessuali? E quali sono i rischi e le conseguenze dell’eccessiva sedentarietà sull'organo sessuale? A rispondere alle nostre domande è l’urologo napoletano, il Dott. Paolo Verze, docente di Urologia presso la Università degli studi di Salerno e Membro delle Linee Guida sulla Medicina Sessuale e Riproduttiva della Società Europea di Urologia, che ci ha dato tanti consigli utili su come vivere l’intimità e i rapporti sessuali al tempo del Covid-19.

- Dott. Verze, che impatto ha avuto il nuovo Coronavirus sulla vita sessuale di ognuno di noi?

“Sicuramente l’impatto della quarantena obbligata ha provocato una drastica riorganizzazione della vita quotidiana di tutti noi: ritmi di vita completamente sovvertiti, conditi da una discreta dose di ansia e preoccupazione per gli effetti diretti ed indiretti della pandemia. Tutte condizioni che sicuramente non sono alleate di una buona sessualità e vita di coppia. Lo dimostrano i dati di alcune indagini promosse da Società scientifiche nazionali e che confermano che in quarantena si riduce drasticamente la frequenza dei rapporti, ma soprattutto cala la soddisfazione della propria vita sessuale. Un dato confermato da studi simili condotti anche in tanti altri paesi esteri”.

- Sono tante le domande poste agli urologi nel corso di questa emergenza. Una su tutte è: “Il Coronavirus si può trasmette per via sessuale?”. Facciamo un po’ di chiarezza su questo punto...

“Il SARS-CoV-2 è un virus di nuovo isolamento, per cui stiamo imparando a conoscerlo solo in questi mesi. La cosa certa, evidenziata fin dall’inizio della sua diffusione in Cina, è che si trasmette quasi esclusivamente per via aerea, e che non è presente a livello di sperma e liquido vaginale. In concreto, quindi, non si può trasmettere attraverso il rapporto sessuale, inteso in senso stretto come contatto fra gli organi genitali”.

- Quali sono le raccomandazioni da seguire per vivere l’intimità evitando di contagiarsi e di diffondere l’infezione da Coronavirus?

“Il punto è proprio questo: se da un lato c’è una sostanziale garanzia che il virus non si trasmette a livello genitale, resta il problema della trasmissione con il “contatto” personale attraverso baci, carezze, insomma tutto ciò che fa da preliminare e corollario ad una buona intimità di coppia. Ciò significa che se una persona risulta positiva al SARS-CoV-2 può trasmettere il virus nel corso di un rapporto sessuale, quindi deve rigorosamente evitare di avere contatti, e quindi vivere un isolamento a 360°”.

- E’ vero che l’attività sessuale rinforza le difese immunitarie?

“Questa è una domanda molto interessante. Esistono pochi dati scientifici riguardo questo argomento, ma alcuni molto recenti sembrano supportare seriamente questa ipotesi, attraverso una interazione fra livelli ormonali, attività sessuale e risposta immunitaria. Va detto che gli studi finora disponibili sono stati per lo più eseguiti su campioni di donne, nelle quali si sa che esiste una complessa ciclicità dell’attività ormonale con il ciclo mestruale, ma con le giuste cautele penso si possa trasferire lo stesso concetto anche al sesso maschile. Ad ogni modo, una maggiore frequenza dei rapporti sessuali sembra potenziare la risposta immunitaria. Il punto di domanda resta quello di come il nostro organismo reagisce al contatto con il COVID-19, e purtroppo su questo ci sono conoscenze ancora parziali”. 

- Le tante ore condivise con il partner sotto uno stesso tetto possono rappresentare un’occasione per coltivare o ritrovare (nel caso delle coppie in crisi) l’intimità di coppia?

“Sicuramente la quarantena ha significato per molti nuclei famigliari una revisione obbligata degli schemi organizzativi, con un comune denominatore che è stato ed è il maggior tempo che si trascorre insieme fra le mura domestiche. Difficile dire se questa nuova condizione possa aver rappresentato un’occasione per recuperare rapporti “difficili” o in crisi; va da sé che il nuovo contesto domiciliare lascia spazio ad una maggiore disponibilità di tempo per vivere la propria intimità, ma molto dipende dalle dinamiche interpersonali e dalla serenità con cui si vive questa nuova condizione. Aggiungo, inoltre, che, a causa di questa emergenza, stanno aumentando le richieste di assistenza per stati di ansia e depressione, quindi direi che molto dipende dalla singola coppia e dalla sua solidità”.

- Che consigli può dare alle coppie che, invece, vivono distanti? Come possono vivere la sessualità? Il sexting o altre soluzioni tecnologiche simili, possono essere valide alternative?

“Sicuramente le coppie stabili e solide, abituate a vivere una loro dinamica sessuale con regolarità, stanno risentendo pesantemente di questa astinenza forzata. Direi che in questo contesto va fatta necessariamente una distinzione anagrafica: per le coppie più giovani (diciamo adolescenti) il ricorso al sexting è piuttosto frequente anche in condizioni di normalità, per cui si può ipotizzare che sicuramente l’impatto del lockdown sia meno evidente. Situazione diversa per le coppie adulte, per le quali sicuramente il sexting può rappresentare una “via di fuga” nuova e stimolante, ma sicuramente insolita. In questo senso va precisato che dati scientifici dimostrano come il grado di soddisfazione sessuale derivante dal sexting in età adulta sia piuttosto limitato. Per cui immagino che a molte coppie in questo momento si addice il proverbio “Chi si accontenta, gode!”.

- Ai single cosa consiglia? L’autoerotismo può essere un’alternativa?

“Direi nulla in contrario all’autoerotismo, per due motivi essenziali: primo, perché per i single già rappresenta una pratica comune; secondo, perché si sa che sono molto più nocivi gli effetti di una astinenza eiaculatoria molto prolungata. Sicuramente va fatta attenzione più che mai all’igiene accurata delle mani prima di toccare i genitali”.

- Qualche giorno fa è stato lanciato un allarme dalla Società Italiana di Urologia: “La vita sedentaria può avere serie conseguenze sulla prostata”. Quali sono le conseguenze di una vita sedentaria e quali sono i suggerimenti per migliorare il controllo della vescica e la salute della prostata?

“La sedentarietà provoca effetti negativi sull’organismo in generale, soprattutto in senso metabolico. Ma anche la prostata ne risente, ed in alcuni soggetti che già soffrono di prostatite (infiammazione della ghiandola), sicuramente si può verificare una riacutizzazione o un peggioramento dei sintomi. Questi pazienti, non potendo raggirare il problema della vita sedentaria a causa della quarantena, devono più che mai prestare attenzione allo stile di vita alimentare, limitando al minimo il consumo dei classici cibi “prostato-tossici” (birra, insaccati, spezie, cibi grassi) e preferendo il consumo di verdure e frutta fresca, oltre a bere molta acqua in maniera regolare”.

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