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Vaccini: la proteina Spike è la chiave per neutralizzare il virus

Produrre anticorpi contro la proteina Spike vuol dire far formare dall’organismo anticorpi specifici che impediscono al virus di infettare le cellule bersaglio rendendolo di conseguenza innocuo

Produrre anticorpi contro la proteina Spike (proteina di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrare diffondendo la malattia) vuol dire far formare dall’organismo anticorpi specifici che impediscono al virus di infettare le cellule bersaglio rendendolo di conseguenza innocuo. Ed è proprio questo il compito dei vaccini.

Attualmente​ abbiamo tre vaccini con diverse composizioni:

- Pfizer

- Moderna

- Astrazeneca​

I primi due hanno una composizione per cui viene iniettato mRNA per produrre la proteina Spike Sars-Cov2, di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle, ciò avviene nel momento del riconoscimento da parte del sistema immunitario con la stimolazione​ della produzione di linfociti T che hanno il compito di uccidere direttamente le cellule ospiti infette dal virus e successivamente dei linfociti B responsabili della produzione degli anticorpi. Solamente l'Astrazeneca ha composizione diversa perchè utilizza un vettore virale (virus) reso innocuo e che contiene una sequenza di Dna utile a far produrre dall'organismo del paziente la proteina Spike. Relativamente all’efficacia i dati attualmente disponibili sono: Moderna 95% Dopo due settimane dalla seconda dose Pfaizer 94% Dopo la prima settimana dalla seconda dose Astrazeneneca 73% Dopo cinque settimane dalla prima dose

L’Astrazeneca è efficace in tutte le fasce d’età, abbiamo una valida risposta immunitaria negli anziani con un’efficacia dell’81%. Gli over 80 dopo una singola dose dimostrano una forte riduzione dell’ospedalizzazione, del 94%. Aststrazeneca ha il vantaggio di avere una maggiore stabilità, potendo essere usato senza particolari vincoli logistici e organizzativi. Molto probabilmente avendo composizione diversa agiscono dando una differente immunità di memoria (l’immunità di memoria è la capacità di non essere infettato dal virus ad una successiva esposizione) A tale riguardo, l’immunità di memoria attualmente non è conosciuta, è ipotizzabile che Astrazeneca avendo un vettore virale possa avere una maggiore durata temporale. Per verificare la copertura alla vaccinazione potrebbe essere utile un’analisi sierologica tramite il dosaggio degli anticorpi anti-spike ed anche per valutare il rischio di reinfezione. Premesso che sono a favore della vaccinazione, mi sembra inopportuno voler legare le varie categorie ad un specifico vaccino senza alcuna alternativa.

Prof. Corrado Perricone Ematologo e già responsabile del Centro di Immunoematologia dell’AORN Santobono Pausilipon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità

Dott. Fabio Perricone Medicina Clinica e Sperimentale. Responsabile dei Centri S.C.O. dell’Ospedale internazionale, Clinica Ruesch e Sanatrix

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