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Salute

Prostatite, quali sono i sintomi e come prevenirla? Risponde l’urologo

“Per prevenire un’infiammazione alla prostata basta seguire semplici regole: adottare uno stile di vita corretto, seguire una dieta sana, regolarizzare l'attività intestinale e avere un’attività sessuale regolare”. L’intervista al dott. Paolo Verze

Necessità impellente di urinare, bruciore e/o dolore durante la minzione, senso di incompleto svuotamento, dolore perineale, senso di fastidio che accompagna l’eiaculazione. Sono alcuni dei campanelli di allarme che indicano la presenza di una prostatite, cioè di un’infiammazione della prostata (ghiandola dell’apparato uro-genitale maschile che produce il liquido seminale). A soffrirne è circa il 5-14 % della popolazione maschile tra i 20 e i 45 anni: questo significa che il 7% dei maschi italiani ha sofferto almeno una volta di prostatite nella propria vita. Sebbene nella gran parte dei casi si tratti di un’infiammazione senza strascichi, alcune volte i pazienti sviluppano delle forme croniche i cui sintomi possono influire negativamente sulla qualità della vita. Ma quali sono le cause di questa infiammazione e come è possibile prevenirla? A rispondere alle nostre domande è l’urologo napoletano, il Dott. Paolo Verze, docente di Urologia presso la Università degli studi di Salerno e Membro delle Linee Guida sulla Medicina Sessuale e Riproduttiva della Società Europea di Urologia.

- Dott. Verze, come si riconosce la prostatite e quali soggetti colpisce maggiormente?

“La prostatite è una infiammazione della ghiandola che colpisce prevalentemente i giovani, nella fascia di età fra i 20 e i 45 anni, fermo restando che può interessare anche soggetti di età più avanzata. Si manifesta in maniera variabile, a seconda che abbia un carattere acuto o meno. La forma acuta ha un esordio caratteristico con febbre alta accompagnata da difficoltà e dolore nella minzione, ed è di solito associata ad un’infezione. Le forme non acute hanno in genere un andamento meno complicato, con sintomi più sfumati che comprendono un senso di peso a livello perineale, una maggiore frequenza della minzione associata talvolta a bruciore, un senso di fastidio che accompagna l’eiaculazione”.

- Quanti e quali tipi di prostatite esistono?

“Esiste una classificazione molto precisa della prostatite, secondo 4 categorie proposte a livello internazionale dal National Institute of Health (NIH). La prima distinzione da fare è nelle due categorie acuta e cronica, poi nell’ambito di quella cronica si possono distinguere ulteriori sottocategorie a seconda che ci sia una causa infettiva o meno. È molto importante eseguire un inquadramento corretto della malattia, perché da questo dipende l’impostazione dell’iter terapeutico migliore. La non identificazione del tipo preciso di prostatite rischia di far fare al paziente per lungo tempo terapie inadeguate e non risolutive”.

- Come si distingue una prostatite da un’iperplasia prostatica benigna?

“L’iperplasia prostatica, anche identificata come IBP, rappresenta la crescita benigna della porzione centrale della prostata (adenoma). È un processo che si verifica in tutti i maschi a partire dai 40-45 anni, ma prima che provochi sintomi evidenti quali riduzione della forza del getto urinario, senso di svuotamento incompleto, necessità di alzarsi di notte per urinare, in genere impiega anni. La prostatite interessa, invece, per lo più i giovani, per cui raramente in questo tipo di pazienti si sovrappongono i sintomi dovuti alla IBP con quelli riconducibili alla prostatite. In un uomo di età più avanzata, al contrario, le due malattie possono co-esistere clinicamente, quindi il paziente lamenterà sintomi misti”.

- Quali sono le cause della prostatite?

“Possono essere due: la presenza di un’infezione oppure una semplice infiammazione non associata ad un processo infettivo”.

- La prostatite può essere causa di infertilità?

“La prostata è indispensabile per la fertilità del maschio poiché produce circa l’80% del liquido seminale. Nel momento in cui la ghiandola prostatica si infiamma, produce male e con alterazioni questo liquido. In caso di prostatiti causate da batteri di provenienza intestinale, quali la Chlamydia e il Mycoplasma, la correlazione tra infiammazione della prostata e infertilità è conclamata a livello scientifico. Quando una coppia non riesce ad avere figli, una delle prime cose che si va a ricercare è proprio la presenza nella prostata di questi batteri che, se presenti, devono essere debellati con terapie mirate. La risoluzione dell’infezione può, infatti, ripristinare anche il quadro della normo-fertilità. Quindi, da un lato la prostatite, provocando un’alterazione della qualità del seme, può avere ricadute anche sulla fertilità. Dall’altro, c'è l’associazione conclamata tra infertilità e prostatiti batteriche da Chlamydia e il Mycoplasma, che però, essendo reversibili con cure mirate, possono causare l'infertilità solo temporaneamente, e cioè nel corso dell'infiammazione".

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