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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute San Ferdinando / Piazza del Plebiscito

Avere un bambino, screening di coppia a piazza del Plebiscito: l'iniziativa

L'evento sulla crisi della natalità organizzato da Sigo, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia

"Natalità: quale futuro?" è il titolo di un'iniziativa organizzata nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 settembre l'iniziativa presso piazza del Plebiscito, con previsti screening clinici sulla coppia con valutazione del potenziale riproduttivo di entrambi i partner, box informativi cui rivolgersi per avere chiarimenti circa tutte le tematiche relative la riproduzione, l'avvio di campagne di sensibilizzazione al sostegno alla maternità, oltre a dibattiti e incontri con numerosi esperti.

Ad organizzarlo è la Sigo, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia presieduta da Nicola Colacurci, professore ordinario di Ginecologia presso l'Università della Campania Luigi Vanvitelli.

È proprio Colacurci che lancia un allarme su quella che definisce la "grave riduzione delle nascite", un vero e proprio "problema sociale".

Perché il crollo delle nascite

Sono diverse le cause che, sommandosi, contribuiscono al fenomeno crollo delle nascite in Italia.

"Si va dall'innalzamento dell'età in cui le coppie decidono di avere un figlio, alla mancanza di politiche a sostegno della maternità – spiega Nicola Colacurci – a un modello socioculturale che impone alla donna, se vuole perseguire i suoi obbiettivi di realizzazione personale, di posporre il suo desiderio di gravidanza, situazione che riduce in maniera significativa la possibilità di avere un figlio ed esclude inevitabilmente l'ipotesi di un secondo".

"Siamo davanti a una situazione molto complessa – continua Colacurci – in cui le donne che si rivolgono a noi per un aiuto a diventare madri hanno un'età sempre più elevata che spesso supera abbondantemente i 37 anni, momento in cui sappiamo che la capacità riproduttiva femminile va via via diminuendo. L'età media delle prime gravidanze si è significativamente elevata negli ultimi due decenni, e sono moltissime coloro che rinviano il momento della maternità anche oltre i 40, spesso fuorviate anche dai mass media che enfatizzano le storie di personaggi famosi che diventano genitori intorno ai 50 anni e che fanno apparire una maternità a quell'età come facile, sicura e accessibile a chiunque in qualunque momento".

"Innanzitutto – spiega Colacurci – è necessario dare un sostegno concreto alla maternità: oggi una donna che lavora, se rimane incinta, rischia di vedere azzerate le sue prospettive di carriera, quando non addirittura di perdere il lavoro. Non è un caso se le specializzande in medicina scelgono spesso di diventare madri durante il loro percorso di specializzazione, tutelato e retribuito, mentre donne che svolgono altre professioni rimandano a tempo indeterminato il momento della maternità. Probabilmente gli ammortizzatori sociali previsti attualmente per le donne lavoratrici in gravidanza non sono efficaci e vanno quindi potenziati, così come andrebbero favorite, anche da un punto di vista legislativo, iniziative come gli asili aziendali o i permessi di paternità. Ad oggi, infatti, rimane un dato di fatto incontestabile: sono ancora le donne quelle su cui ricade il maggior peso della genitorialità e questo spesso le costringe a una scelta lacerante tra la realizzazione professionale e quella familiare".

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