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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Mieloma e immunoterapia preventiva, Cerchione: “Un nuovo traguardo per la cura del cancro”

"Ora siamo in grado di individuare i pazienti asintomatici ad alto rischio, selezionare il trattamento più indicato, e così prevenire la progressione della malattia". L'intervista all'oncoematologo Claudio Cerchione

Il Mieloma è uno dei più frequenti tumori del sangue che colpisce le plasmacellule, cellule del midollo osseo che derivano dai linfociti B e hanno il compito di produrre gli anticorpi contro le infezioni. In Italia si stimano circa 8 nuovi casi per 100.000 abitanti ogni anno, e circa 30.000 pazienti in trattamento o in monitoraggio. Di questi il 10-15% non presenta la tipica sintomatologia clinica del Mieloma (in particolare anemia, coinvolgimento osseo e insufficienza renale), pertanto in questi casi la neoplasia viene definita "indolente" o, più comunemente, "smoldering", secondo la terminologia anglosassone. Pur essendo una variante del mieloma priva di sintomi, il Mieloma Smoldering ha un’elevata probabilità di trasformarsi in un mieloma 'attivo', specie nei primi anni dalla diagnosi. “La progressione mielomatosa – spiega a NapoliToday l’oncoematologo napoletano Claudio Cerchione, Presidente SOHO Italy e Dirigente Medico Ricercatore presso l’Unità di Ematologia dell’IRST IRCCS di Meldola -, è un processo multistep. Tra l’esordio benigno e lo stadio maligno vi è una fase precoce di malattia, ancora indolente ma con alte probabilità di progressione, nota come Mieloma Smoldering, letteralmente "fumante", ossia che sta iniziando a far fumo ma senza aver ancora creato una danno d'organo”.

Negli ultimi anni il Mieloma sta conoscendo una vera e propria rivoluzione diagnostico-terapeutica, mirata alla prevenzione della forma sintomatica ed ‘attiva’ (Mieloma Multiplo o MM) ma anche delle forme benigne (note come Gammopatie monoclonali di incerto significato o MGUS). A parlarci dei nuovi traguardi terapeutici in questo campo di ricerca l'oncoematologo Claudio Cerchione, tra i protagonisti del XIX meeting annuale dell’International Myeloma Society (IMS), a Los Angeles, uno dei più importanti appuntamenti a livello mondiale dedicati al Mieloma Multiplo.

Dott. Cerchione, cosa è il Mieloma Smoldering?

"Il Mieloma Smoldering è una condizione pre-clinica che precede l’insorgenza del mieloma multiplo (MM), che è un tumore maligno ematologico curabile ma non guaribile. I pazienti affetti da Smoldering ad alto rischio presentano un altissimo rischio di progressione in MM, stimato a oltre il 50% nei primi 2 anni della malattia”.

Perchè è importante identificare le forme asintomatiche?

"Identificare le forme di Mieloma Smoldering, in particolare quello ad alto rischio, può permettere l’accesso a protocolli di ricerca, che permettono l'avvio di un trattamento precoce e personalizzato, basato sull'immunoterapia, e quindi sull'assenza di chemioterapici, che permettono di prevenire l'evoluzione in Mieloma Multiplo, e quindi la sintomatologia ed il danno che questa “esplosione” va a creare".

Come si arriva alla diagnosi di Mieloma Smoldering?

“Per prima cosa occorre effettuare un’attenta diagnosi differenziale tra le MGUS e il Mieloma Smoldering, andando sia a valutare sia i criteri CRAB (calcemia-funzionalità renale-anemie e malattia ossea), che naturalmente i parametri di malattia come la componente monoclonale, le catene leggere libere e la proteinuria delle 24 ore. Dalla valutazione di tutti questi parametri potremo confermare il sospetto di Smoldering, e, in casi selezionati, procedere con un ulteriore approfondimento comprendente la valutazione midollare e imaging, al fine di individuare tra gli Smoldering quelli ad alto rischio, per cui la terapia può essere la scelta migliore, come dimostrato da anni di studi internazionali randomizzati prospettici. Il farmaco di scelta è la Lenalidomide, farmaco immunomodulante, orale, in combinazione con desametasone, con ottimi risultati in termini di efficacia, tollerabilità e qualità di vita. Purtroppo questa non è mai stata approvata e rimborsata in Italia, dove possiamo soltanto sfruttare opportunità terapeutiche sperimentali, dedicate proprio ai pazienti ad alto rischio, per prevenire l’evoluzione mielomatosa”.

Quali opportunità terapeutiche vi sono per questi pazienti?

“All’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” sono in corso programmi diagnostico-terapeutici innovativi che prevedono un attento screening dei pazienti con lo scopo di individuare quelli ad alto rischio, e successivamente avviare una terapia chemio-free, priva di chemioterapici, con lo scopo di ritardare e prevenire la progressione della malattia. Questo nuovo approccio, che ha lo scopo di ritardare e prevenire la progressione della malattia, costituisce una vera e propria rivoluzione, tanto attesa in Italia, che permette di passare da una strategia di sola vigile osservazione, ed intervento terapeutico soltanto al momento della progressione, e quindi del danno d’organo, verso un’immunoterapia preventiva”.

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