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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Miastenia oculare, cos’è e come si cura la malattia di cui soffre Gattuso

“E’ una patologia autoimmune che colpisce le giunzioni neuromuscolari provocando ptosi palpebrale e, nelle forme più gravi, diplopia. Non si cura ma esiste una terapia di sostegno con farmaci immunosoppressori”. L’intervista al dott. Vincenzo Orfeo, Direttore dell'Unità Operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea

- Come viene diagnosticata?

“La miastenia oculare gravis è più un problema di tipo neurologico che oculistico. Il sintomo di esordio, come già detto, è la palpebra che si abbassa di sera. Nel caso di Gattuso, la miastenia si manifesta non solo con la ptosi palpebrale, ma coinvolge anche i muscoli oculari che rendono l’occhio deviato, storto, e fanno vedere doppio. La miastenia oculare si diagnostica con l’osservazione del paziente e con un questionario che gli si sottopone. Una volta che l’oculista diagnostica la malattia, manda il paziente dal neurologo perché la terapia di sostegno è di tipo neurologico. Esiste comunque un test al Tensilon, con la somministrazione endovenosa di edrofonio cloruro, che si fa nel caso in cui si sospetti una miastenia: il test conferma o meno la malattia. Ma è un test che si fa solo nelle forme lievi, quando ci sono dei dubbi sulla diagnosi. In presenza di forme gravi come quella di Gattuso non si può sbagliare: basta l’osservazione”.

- Quali soggetti colpisce?

“Quasi tutte le malattie autoimmuni sono più frequenti nelle donne. Donne più giovani, under 40 e uomini tra i 60 e gli 80 anni. Si manifesta più frequentemente in queste fasce d’età, ma ci sono anche casi, come quello di Gattuso, che non sono parte dell’espressione epidemiologica generale. Esiste un esame del DNA che consente di individuare il tipo di gene che potrebbe scatenare la malattia in futuro. E’ un esame che si fa raramente perché rare sono queste malattie genetiche: su 1 milione di individui sono meno di 100 le persone che ne soffrono”.

- Come si cura la miastenia?

“La terapia di sostegno prevede la somministrazione di farmaci immunosoppressori come cortisone o azatioprina. Poiché la malattia è causata dagli autoanticorpi prodotti dal nostro stesso organismo, è necessario tenere basso il livello di reattività dei linfociti che producono gli anticorpi. Per questo motivo si prescrive una terapia immunosoppressiva, simile a quella che si prescrive a un paziente che si sottopone a un trapianto per evitare il rigetto”.

- In quanto malattia ereditaria è impossibile prevenirla. Ma potrebbero aiutare delle precauzioni comportamentali?

“In caso di diplopia, l’unica cosa da fare è coprire un occhio per non vedere doppio, in attesa che si riduca il livello di autoanticorpi. Con la riduzione di questi ultimi la giunzione neuromuscolare, pian piano, torna a contrarsi e, di conseguenza, l’occhio riprende la sua funzionalità normale”.

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