rotate-mobile
Salute

Mastoplastica additiva, D’Andrea: "Basta interventi disastrosi, diffidate dal low cost"

“In qualità di Presidente SICPRE mi batterò affinché venga regolarizzato anche il settore privato per garantire una maggiore tutela del paziente e del professionista serio”. L’intervista al Prof. Francesco D’Andrea

Parliamo dei rischi che corre chi, pur di risparmiare, si rivolge a un non specialista. Cosa rischia il paziente quando fa una scelta di questo tipo?

“L’aumentata richiesta di operazioni di chirurgia estetica ha fatto sì che si sviluppassero una serie di chirurghi improvvisati che vedono in questo mestiere una facilità di guadagno. Oggi dilaga il fenomeno del low-cost applicato a questa branca. Abbiamo tanti medici che non hanno una formazione adeguata ma che operano ugualmente nel settore della chirurgia estetica. Allora cosa rischia il paziente quando si affida a chi non ha un specializzazione in Chirurgia plastica? Quando ci si rivolge a qualcuno che applica tariffe basse bisognerebbe chiedersi come mai. La tariffa di una prestazione di chirurgia estetica deriva da tre fattori: la professionalità del chirurgo, la qualità del materiale che utilizza, le strutture in cui si fanno questi interventi (la norma vuole che si facciano in cliniche autorizzate e che siano pronte ad affrontare qualsiasi tipo di emergenza). Se questi interventi, come spesso accade, vengono fatti in strutture ambulatoriali e con un’autorizzazione parziale ovviamente si correranno rischi elevati. Chi effettua operazioni di chirurgia estetica deve avere una formazione adeguata, chi opera in questo settore deve aver conseguito la specializzazione in chirurgia plastica, il percorso di formazione dura 5 anni e viene fatto nelle Università in collaborazione con gli ospedali. L’Italia purtroppo è un paese strano, un paese in cui con una semplice laurea in Medicina e Chirurgia (ad esclusione della specializzazione in anestesia e radiologia), puoi fare tutto. Per questo motivo si è avuto uno sviluppo di abusivi che fanno questo mestiere senza avere la formazione adeguata”.

Il fenomeno del low cost sta dilagando anche nella campo della Medicina estetica..

“Sì, anche questo è un mondo senza regole. Quando parliamo di medicina estetica parliamo di una branca medica che comprende una serie trattamenti per il miglioramento estetico del corpo o del viso molto pubblicizzati come il filler, il botulino, e trattamenti per la depilazione definitiva e per la cellulite. Oggi in questo campo opera anche chi non ha una laurea in Medicina, questo perché il medico estetico di fatto è una figura che non esiste. La cosa grave è che questi trattamenti vengono anche effettuati nei centri estetici. Quindi, il mio appello è diffidate sempre da chi offre trattamenti low-cost nei retrobottega dei centri estetici, accertatevi sempre che il personale sia personale medico e che abbia una formazione in questo campo”.

Cosa si dovrebbe fare per tutelare maggiormente i cittadini?

“La cosa ideale sarebbe che le Istituzioni si mettessero al passo con i tempi regolarizzando il settore. Questa è una battaglia a cui tengo molto e che vorrei portare avanti in qualità di Presidente della Società Italiana di Chirurgia plastica. Per lavorare come chirurgo plastico, come otorino, come cardiorchirurgo, in un ospedale pubblico in Italia, bisogna avere obbligatoriamente la specializzazione, altrimenti non si può accedere al concorso. In ambito privato, invece, si può operare senza regole. Ma il cittadino è sempre lo stesso. Se si vuole tutelare il cittadino lo si deve fare anche nel privato. Il mio ruolo sarà quindi quello di rapportarmi con le istituzioni, affinché si possa rendere questa disciplina sempre più sicura a tutela del paziente, ma anche del professionista serio che la applica”.

A livello europeo non esiste alcuna direttiva che tuteli la salute dei cittadini?

“No, non esiste un’unica direttiva europea che tuteli i cittadini. Ogni Paese ha le sue regole. All’estero il fenomeno dei medici low cost è molto meno diffuso, si tratta di un fenomeno prevalentemente italiano. E’ assurdo pensare che un chirurgo maxillo facciale possa mettere delle protesi mammarie. Quando un paziente ha complicanze in seguito ad un’operazione fatta privatamente dove va? Negli ospedali pubblici! Quindi, la mancanza di regolamentazione nel privato, ha anche un forte un impatto sulla sanità pubblica, il cui costo è a carico dei cittadini”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mastoplastica additiva, D’Andrea: "Basta interventi disastrosi, diffidate dal low cost"

NapoliToday è in caricamento