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Salute

Mascherine, utili o dannose per i soggetti allergici? Risponde l’allergologo

“E’ evidente che l'uso di mascherine all'aperto durante le stagioni polliniche costituisce un ostacolo all'inalazione dei pollini. Attenzione, però, a utilizzare quelle certificate!”. L’intervista al dott. Gennaro Liccardi

Nella fase 2, partita il 4 maggio, è obbligatorio per tutti indossare la mascherina fuori casa, tranne quando si pratica attività sportiva e motoria. La fine del lockdown cade proprio nella stagione dei pollini e del “respiro corto”, e così molti soggetti allergici si stanno chiedendo se l’utilizzo di questo dispositivo di protezione individuale possa essere in qualche modo utile o, al contrario, possa aumentare le difficoltà respiratorie. Per sfatare tutti i dubbi su questo tema, NapoliToday ha intervistato il dott. Gennaro Liccardi, già responsabile dell’ambulatorio di allergologia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, nonché professore a contratto di “Allergologia” della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Tor Vergata di Roma e consulente IRCCS SDN SYNLAB. “In area respiratoria - chiarisce il dott. Liccardi - le mascherine protettive per le vie aeree si usano soprattutto in ambito professionale quando il lavoratore è a contatto con fumi, vernici, animali da laboratorio, agenti inquinanti o biologici ecc. Ci sono, però, dati della letteratura che ne consigliano l'uso "preventivo" quando sono in corso epidemie virali, come quella che stiamo vivendo con il Coronavirus, o nelle aree urbane fortemente inquinate (per traffico, riscaldamento ecc.), in quanto capaci di ridurre l'inalazione degli agenti nocivi. In ambito allergologico noi consigliamo le mascherine ai pazienti allergici alla polvere quando devono svolgere le faccende in casa, spazzolare animali domestici, pulire macchie di muffe alle pareti, ecc. Non ci sono dimostrazioni scientifiche su questo, ma è evidente che l'uso di mascherine all'aperto durante le stagioni polliniche costituisce sicuramente un ostacolo all'inalazione dei pollini (20-30 micron di diametro). Attenzione, però, a utilizzare mascherine certificate, perché in caso contrario, la frazione più piccola di questi pollini potrebbe filtrare. Parimenti, una ridotta inalazione di inquinanti da città che peggiorano i sintomi legati alla pollinosi potrebbe essere utile nei soggetti allergici. Quindi in tali soggetti l'obbligo della mascherina potrebbe risultare utile. Questo dispositivo di protezione individuale, potrebbe, al contrario, creare qualche problema nei soggetti non allergici che fanno attività fisica sia per motivi meccanici che per la possibilità di re-inalare la CO2 che si emette col respiro. Nei soggetti con asma o BPCO non importanti - prosegue l’allergologo -, l’uso della mascherina non crea particolari problemi; quando, invece, tali patologie sono più gravi è bene usare cautela nell'utilizzo della stessa. Negli anni passati sono state studiate, anche da parte del mio vecchio gruppo di lavoro all’ospedale Cardarelli di Napoli, una tipologia di filtri che si applicavano nelle narici dei pazienti con allergia respiratoria ed avevano sia un fine diagnostico (cattura di particelle nocive) che terapeutico (fare da barriera difensiva)”. Ma quale tipo di mascherina deve utilizzare il soggetto allergico? “E’ evidente - conclude il dott. Liccardi - che quelle che si usano in ambito sanitario hanno una capacità filtrante molto più alta, ma non si trovano facilmente e costano di più. Quindi, per un ragionamento di costo/beneficio, possono andar bene anche le normali maschere chirurgiche certificate o quelle lavabili”.

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