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Salute

Inserimento al nido: cosa fare e cosa non fare

“Preparare il piccolo al cambiamento è sempre molto utile. In questo caso sin dal mese prima. Ma nei bimbi piccoli è ancor più importante rispettare abitudini e orari”. L’intervista alla Prof.ssa Carmela Bravaccio, responsabile della Neuropsichiatria Infantile dell'Università degli Studi di Napoli Federico II

E? tempo di inserimento al nido, il primo grande distacco tra mamma e bimbo. Un momento importante ed estremamente delicato spesso accompagnato da ansie e sensi di colpa nei genitori. Come affrontare i primi giorni? E se dovesse mettersi a piangere, cosa bisogna fare? Qual è l?età più giusta per portarlo al nido? A risolvere i dubbi e le incertezze che maggiormente affliggono i genitori, la Prof.ssa Carmela Bravaccio, responsabile della Neuropsichiatria Infantile dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Prof.ssa Bravaccio, qual è l?età giusta per portare il proprio piccolo al nido?

?L?età giusta cambia da bambino a bambino! Sarebbe meglio iniziare la frequenza del nido dopo i 18 mesi, in una fascia di età in cui il piccolo ha acquisito la giusta autonomia e la maturità per far proprie le esperienze che il nuovo contesto può offrire. A questa età il bambino è in grado di muoversi liberamente nel nuovo spazio, è pronto alle nuove opportunità di socializzazione e alle sollecitazioni di crescita con altri bambini e adulti. Ma la valutazione deve tener presente che spesso non è una scelta, ma un'esigenza legata al ritorno al lavoro della mamma e all?assenza di altre figure che possano prendersi cura del piccolo. In questi casi bisogna considerare bene le alternative che si hanno. Non bisogna sentirsi in colpa se tale scelta è fatta prima, l?importante è valutare la ?qualità? di ciò che offriamo ai piccoli. Situazione diversa è, invece, se il pediatra per qualche condizione di fragilità consiglia di posticipare tale scelta?.

Come prepararlo al primo giorno?

?Preparare il piccolo ad un cambiamento è sempre molto utile. In questo caso sin dal mese prima si può iniziare a raccontare della ?nuova casetta dove andrà a giocare?, con altri bimbi e giochi nuovi. Ma nei bimbi piccoli è ancora più importante rispettare abitudini e orari. Per cui se l?inserimento in asilo comporta il cambio di alcune abitudini, conviene iniziare già qualche settimana prima a settarci sulle nuove routine?.

Cosa fare se il bimbo piange quando lo si porta al nido?

?Il pianto è da considerarsi assolutamente normale nel periodo di inserimento al nido, perché rappresenta la principale forma di comunicazione del bimbo piccolo quando percepisce una frustrazione e non è ancora in grado di regolare le proprie emozioni. La capacità di adattamento è differente da bimbo a bimbo, ma è fisiologico che il piccolo pianga fino a quando non supera il primo distacco dalle figure di riferimento e percepisce anche il nuovo ambiente come ?protetto? e sicuro. Di solito l?inserimento in asilo nido viene proposto con una modalità graduale proprio per rispettare il tempo che ogni bimbo necessita per il distacco. Quando il bimbo piange è importante che il genitore lo consoli, lo tranquillizzi e rimanga ?affettivo?, ma convinto che sta facendo il bene del proprio bambino, quindi evitare ansia e titubanza. E' importante seguire le indicazioni delle educatrice e dare al piccolo lo stesso messaggio?.

In che modo i genitori possono aiutare l?inserimento al nido del bambino? Esistono trucchi?

?Oltre a preparare il bambino qualche settimana prima, è fondamentale trasmettere la percezione che si tratti di un tempo breve, limitato. A questa età non hanno il concetto del tempo, quindi è importante legare questo ad un evento concreto: per esempio ?quando avrai finito di fare merenda mamma torna?, oppure ?dopo il riposino..?, ecc. Può essere utile creare una routine giornaliera con una cosa che piace molto al piccolo dopo l?asilo, per esempio ?andare qualche minuto al parco?, ?comprare una merenda insieme?. Consiglio di evitare di compare un regalo, ma preferire un rinforzo affettivo, sociale. Infine il piccolo potrebbe portare con sé all?asilo un gioco preferito (un orsetto, un pupazzo) oppure un oggetto consolatorio (una copertina, un pezzo di stoffa). Questo oggetto potrebbe aiutare a vivere l?inserimento con maggiore serenità?.

Quali sono, invece, gli errori da non commettere?

?L?inserimento al nido è un momento molto stressante anche per il genitore sia per la difficoltà di gestione concreta ma anche e soprattutto dal punto di vista affettivo. Da alcuni viene vissuta come il banco di prova del ?bravo genitore? o addirittura come un momento in cui viene sminuita la relazione con il proprio figlio. Gli errori in cui si può cadere sono tanti, ma nessuno p irrimediabile. La cosa più importante è non trasmettere ansia, se il genitore non è convinto e non trasmette serenità, il piccolo lo percepisce e la strada diventa in salita. Accompagnare il piccolo in questa nuova esperienza con il sorriso è indispensabile. Non avere fretta e rispettare i tempi del proprio figlio. In questa situazione correre non aiuta, quindi, quando si sta facendo l?inserimento in asilo non conviene prendere altri impegni sperando che ?duri poco?. Pensare che essere un bravo genitore dipenda da quanto il bimbo si adatti rapidamente o meno è estremamente sbagliato.. bisogna andare avanti con gradualità e non sentirsi giudicati. Dare giudizi sulle insegnanti e parlare davanti al bambino su dubbi che si possono avere sull?asilo, sono atteggiamenti da evitare perchè favoriscono insicurezza e non aiutano a far vivere il nuovo ambiente come sicuro".

Le ansie dei genitori possono influenzare negativamente il bambino?

?Assolutamente sì. I bimbi sono spesso lo specchio dei propri genitori ed è importante non solo scegliere bene ciò che il genitore dice nella fase di inserimento all?asilo, ma anche il modo (tono, affetto) e il linguaggio del corpo che si utilizzano (mimica, sguardo, gesti). Più il genitore è sereno, migliore sarà il legame di attaccamento che il proprio figlio avrà costruito!".

Come capire se il bimbo si è ambientato bene?

?Il genitore è colui che meglio conosce il proprio bambino per cui sono convinta che bisogna fidarsi dell?intuito genitoriale. D?altro canto anche il bimbo piccolo sa inviare segnali importanti sul proprio benessere, anche se ancora non ha un linguaggio appropriato. Non bisogna sottovalutare se il piccolo mangia meno, se è nervoso, irritabile, se cambia il suo sonno (incubi, agitazione), se al momento del distacco in asilo il suo pianto è diverso (particolarmente, angosciato inconsolabile). In questi casi, oltre ad un confronto con le insegnati, potrebbe essere utile parlare con gli altri genitori?.

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